L’Unione Europea sta intensificando i suoi sforzi per riannodare i legami con la Cina, attivando nuovi contatti diplomatici che potrebbero portare a un vertice ufficiale entro i prossimi mesi. Questa iniziativa rappresenta un passo significativo per Bruxelles, in un momento in cui le tensioni globali richiedono un ripensamento delle alleanze economiche e commerciali. L’Europa mira a ricostruire le relazioni con Pechino, cercando di superare le difficoltà legate agli ultimi eventi internazionali.
L’obbiettivo di un vertice tra l’Unione Europea e Pechino
I funzionari dell’Unione Europea sono attualmente impegnati nella pianificazione di un incontro che dovrebbe svolgersi a giugno, durante il quale il primo ministro cinese, Li Qiang, visiterà Bruxelles. Sebbene il presidente cinese Xi Jinping abbia comunicato la sua intenzione di non recarsi in Europa per questo vertice, il summit segnerà un tentativo di rilancio delle relazioni bilaterali. Dopo questo incontro, ci si aspetta che i leader europei, Ursula von der Leyen e Antonio Costa, si rechino a Pechino per discutere direttamente con Xi Jinping.
Questa nuova fase è il risultato di un contesto globale in evoluzione. Il governo degli Stati Uniti, sotto la guida di Donald Trump, ha adottato una politica più isolazionista che ha influenzato il modo in cui l’Europa percepisce le proprie relazioni internazionali. Con la crescente tensione tra gli USA e la Russia, l’Unione Europea è consapevole della necessità di diversificare le proprie alleanze e di ricostruire i legami con il gigante asiatico.
Le sfide commerciali tra Europa e Cina
La questione commerciale è uno dei temi caldi che la Cina porterà sul tavolo. Attualmente, l’Unione Europea ha imposto dazi significativi sui veicoli elettrici cinesi, rendendo la situazione complessa. Le tariffe, che variano dal 9 al 36 per cento, sono già oggetto di contenzioso presso il WTO, e il governo cinese sta esplorando strategie per aggirare tali barriere, valutando la possibilità di aprire stabilimenti in Ungheria per facilitare la produzione locale.
L’Unione Europea, dal canto suo, mira a riequilibrare la propria bilancia commerciale con la Cina, che attualmente registra un deficit di oltre cinque miliardi di euro solo a gennaio. Germania e Italia risultano tra i paesi più colpiti da questa situazione, con le apparecchiature meccaniche e elettriche che rappresentano oltre il 50% delle importazioni dalla Cina. La strategia europea è chiara: espandere gli scambi commerciali con Pechino per compensare eventuali perdite nel mercato americano.
Verso una maggiore integrazione con l’Asia Centrale
La direzione intrapresa dall’Unione Europea verso l’Est non si limita alla Cina. Infatti, un vertice con i Paesi dell’Asia Centrale è previsto tra due settimane, coinvolgendo nazioni come Uzbekistan, Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan. Questo incontro testimonia l’intenzione dell’Unione Europea di costruire relazioni economiche in nuove aree e di esplorare mercati emergenti, utili sia per il commercio che per le forniture energetiche.
La stabilità in Asia Centrale rappresenta dunque un obiettivo chiave per Bruxelles, non solo per diversificare le rotte commerciali ma anche come fonte alternativa di energia, specialmente alla luce delle tensioni con Mosca. La disponibilità della Cina a contribuire a operazioni di peacekeeping in Ucraina evidenzia l’interesse di Pechino a stabilizzare l’Europa e garantire un ambiente favorevole per gli affari.
Con questi sviluppi, l’Unione Europea sta cercando di trovare un equilibrio tra le sue relazioni tradizionali e nuove opportunità commerciali, mentre il panorama geopolitico continua a cambiare in modo rapido e imprevedibile.