Il progetto cinematografico ‘Bianco’, diretto da Daniele Vicari, segna un importante ritorno dopo dieci anni di inattività. Questo film racconta la drammatica storia avvenuta nel 1961 al Pilone Centrale del Freney, sul Monte Bianco, dove un tentativo di scalata si trasformò in tragedia, provocando la morte di quattro alpinisti. Tra i pochi superstiti vi è il celebre Walter Bonatti. La pellicola si propone di ricreare l’atmosfera di quel drammatico evento storico e di esplorare le sfide affrontate dai protagonisti durante la scalata.
La trama e il team di produzione
La sceneggiatura di ‘Bianco’ è frutto del lavoro di Massimo Gaudioso, Francesca Manieri e Marco Ferrari, e si ispira al libro ‘Freney 1961 – Tragedia sul Monte Bianco’ scritto da Marco Albino Ferrari, edito da Salani. Molti degli ambienti di alta montagna verranno ricreati in studio, mentre la fase del casting è attualmente in preparazione.
Il progetto di ‘Bianco’ era stato inizialmente bloccato nel 2015 a causa della mancanza di finanziamenti. Negli ultimi anni, però, l’interesse per il progetto è rinato, e ora il film prende vita con un budget rinnovato e determinate collaborazioni.
La difficoltà di girare su pareti verticali rende il film una reale sfida sia da un punto di vista tecnologico che produttivo. “Non si può pensare a scene complesse, con attori che recitano mentre scalano per settimane”, spiega Vicari, evidenziando il lavoro svolto sul set. Il regista fa riferimento al film ‘Gravity’ di Alfonso Cuaron, descrivendo il suo metodo di produzione come una fonte di ispirazione.
Una narrazione che esplora il dramma umano
Il Pilastro Centrale del Freney è descritto come una delle pareti più maestose e inaccessibili del Monte Bianco, un’imponente verticale di 750 metri. Durante la drammatica ascensione, due team, uno italiano e uno francese, si trovano a unire le forze per conquistare la vetta, portando sullo schermo figure emblematiche del mondo dell’alpinismo come Walter Bonatti e Pierre Mazeaud.
Le sfide climatiche, tra nevicate e temperature estreme, complicano ulteriormente la scalata, trasformando l’esperienza in un inferno bianco. Questi elementi non solo rappresentano il contesto fisico, ma anche quello psicologico che i protagonisti devono affrontare se vogliono sopravvivere. La narrazione suggerisce una profonda esplorazione delle relazioni umane e della resilienza di fronte a situazioni estreme, con uno sguardo attento alla complessità dei legami tra i membri delle due spedizioni in competizione.
Una produzione internazionale e il contributo del Ministero della Cultura
‘Bianco’ è un progetto di co-produzione internazionale tra Be Water Film e Tarantula, insieme a Rai Cinema. La realizzazione del film gode del supporto del Ministero della Cultura, con finanziamenti provenienti anche da MEDIA, CNC e dalle Film Commission di Valle d’Aosta e Sudtirol. Questa rete di collaborazioni evidenzia l’importanza culturale e il valore storico dell’evento narrato, rendendo il film non solo un’opera d’intrattenimento, ma anche un’opportunità per riflettere su fatti che hanno segnato la storia dell’alpinismo.
Il regista Daniele Vicari ha recentemente terminato le riprese di un altro film intitolato ‘Ammazzare stanca’, con un cast che comprende nomi noti del panorama cinematografico italiano. Il lavoro di Vicari, mirato a raccontare storie di ribellione e ricerca di identità, si conferma quindi un elemento chiave anche in ‘Bianco’, dove il confronto con le forze della natura e le sfide umane saranno al centro della narrazione. La lavorazione di questo lungometraggio segna una ripartenza importante nel panorama cinematografico, dimostrando come, nonostante le difficoltà, il racconto di storie umane forti e significative possa ancora realizzarsi.