Ricerca e sviluppo in Italia: un’analisi delle sfide e dei successi nel settore clinico

L’Italia, al diciottesimo posto in Europa per investimenti in ricerca e sviluppo, eccelle nella produzione scientifica ma affronta ritardi nell’accesso alle nuove terapie, necessitando di riforme urgenti.
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Ricerca e sviluppo in Italia: un'analisi delle sfide e dei successi nel settore clinico - Gaeta.it

L’Italia si posiziona al diciottesimo posto in Europa per investimenti in ricerca e sviluppo, allocando solo l’1,33% del proprio PIL a questo settore, ben lontano dall’obiettivo dell’Unione Europea del 3%. Nonostante ciò, il Paese si distingue a livello internazionale per la qualità della produzione scientifica. Nell’ambito della ricerca clinica, il 2022 ha visto l’Italia coinvolta nel 31% degli studi autorizzati in Europa, evidenziando un ruolo di primo piano nella scienza medica. Tuttavia, permane un problema critico: i tempi lenti per l’accesso delle nuove terapie ai pazienti.

Il panorama della ricerca clinica in Italia

Nel 2022, l’Italia ha autorizzato un totale di 663 studi clinici, con una predominanza degli studi di fase III, che rappresentano il 41%. Francesco Cognetti, presidente della Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi , ha segnalato un incremento del 14,5% negli studi di fase I rispetto all’anno precedente, segnalando un forte impulso all’innovazione e allo sviluppo di nuove molecole. Ogni anno, circa 40.000 cittadini italiani partecipano a sperimentazioni cliniche, con due terzi di questi trial focalizzati su neoplasie, malattie ematologiche e cardiovascolari – patologie che generano i due terzi della mortalità annuale nel Paese.

La ricerca clinica non è solo una questione di innovazione scientifica, ma rappresenta anche un importante fattore di crescita economica. Secondo stime recenti, ogni euro investito in studi clinici produce quasi 3 euro di ritorno per il Servizio Sanitario Nazionale italiano, contribuendo a ridurre i costi per cure e diagnosi grazie all’erogazione gratuita di terapie sperimentali ai partecipanti.

Ritardi nell’accesso alle nuove terapie

Uno dei problemi più significativi riguarda i ritardi nell’accesso alle nuove terapie. Il tempo medio per l’approvazione di un nuovo farmaco in Italia è di circa 14 mesi, ma vi sono ulteriori ritardi durante il processo di inclusione nei Prontuari terapeutici regionali. Questi ritardi sollevano preoccupazioni etiche, poiché possono estendersi fino a due anni, rendendo pericoloso l’accesso tempestivo delle terapie a chi ne ha bisogno. Cognetti ha sottolineato la necessità di nuovi modelli per snellire questo processo e garantire che i pazienti italiani possano accedere senza ritardi alle cure necessarie.

L’adozione di un migliore utilizzo delle risorse del Fondo dei farmaci innovativi potrebbe essere una soluzione praticabile per affrontare questi ritardi. Ad oggi, molte risorse disponibili non sono state completamente sfruttate, il che impatta negativamente su accesso e disponibilità.

Investimenti in ricerca e sviluppo a livello europeo

Nel 2022, la spesa dell’Unione Europea per ricerca e sviluppo ha raggiunto i 352 miliardi di euro, raddoppiando rispetto al 2012. I Paesi che investono maggiormente, superando il 3% del PIL, includono il Belgio , la Svezia e la Germania . Alle spalle dell’Italia, con un investito di appena l’1,33%, ci sono preoccupazioni crescenti riguardo la capacità del sistema sanitario di affrontare le sfide future senza maggiori investimenti mirati.

Robert Nisticò, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco , ha annunciato nuove linee guida destinate a semplificare le procedure per le sperimentazioni cliniche e migliorare l’efficacia dell’organizzazione. Queste misure sono considerate indispensabili per allineare l’Italia con il resto d’Europa nella velocità di accesso ai farmaci innovativi.

Successi e innovazioni dalla ricerca

Il trattamento dei tumori pediatrici rappresenta un significativo traguardo della modernità, grazie a sforzi continui nella ricerca e alla collaborazione internazionale. Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, ha evidenziato come i tassi di sopravvivenza per i bambini affetti da neoplasie siano aumentati notevolmente, raggiungendo l’80% nell’ultimo decennio, rispetto al 30% degli anni ’60.

La recente introduzione delle cellule Car-T nella pratica clinica ha rivoluzionato il trattamento delle leucemie, con tassi di remissione che superano l’80% e una sopravvivenza a lungo termine significativamente migliorata. Il costante miglioramento della stratificazione prognostica e l’uso di terapie mirate hanno aperto nuove strade per la cura delle neoplasie pediatriche.

Riflessioni finali sul futuro della ricerca italiana

Da un’analisi dei risultati delle performance scientifiche degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico emerge un quadro variegato. Molti di questi centri hanno prestazioni elevate, mentre altri necessitano di attenzione e potenziamento. Circa la metà degli Irccs non coordina studi clinici significativi, e un terzo non partecipa a sperimentazioni, con un numero ridotto di pazienti coinvolti.

Questi dati evidenziano una necessità di ristrutturazione e maggiore attenzione per garantire che le istituzioni più meritevoli ricevano le risorse adeguate, così da promuovere un ambiente di ricerca che sostenga l’innovazione e il miglioramento del sistema sanitario. Gli sforzi fatti finora nella ricerca, accanto all’ambizioso obiettivo di potenziare l’assistenza sanitaria e accelerare l’accesso alle terapie, rappresentano passi fondamentali per il futuro della salute in Italia.

Ultimo aggiornamento il 21 Novembre 2024 da Elisabetta Cina

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