All’interno del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Bari, gli ospiti hanno espresso una serie di richieste cruciali per migliorare le loro condizioni di vita. Le istanze presentate nella lettera protocollata in prefettura toccano temi fondamentali come la necessità di alloggi più spaziosi, tempistiche ragionevoli per i colloqui e la denuncia di sfruttamento nel lavoro agricolo. Questi punti emergono in un contesto segnato, purtroppo, dal recente decesso di un giovane migrante, scuotendo ancor di più le coscienze delle istituzioni.
Richieste di maggiore dignità abitativa
Tra le richieste dei richiedenti asilo, spicca la richiesta di alloggi più grandi e dignitosi all’interno del Cara. I migranti evidenziano come le attuali strutture siano inadeguate ad accogliere un numero così elevato di persone, costringendoli a vivere in spazi angusti. La lettera sottolinea che “molti di noi dormono in container di metallo, con otto o dieci persone in letti a castello”. Questa situazione compromette non solo il benessere fisico, ma anche quello psicologico dei residenti, che lamentano la mancanza di privacy e di un ambiente accogliente.
Insieme a questo, i residenti hanno sollevato il problema delle infestazioni all’interno dei container, citando la presenza di scarafaggi, topi e cimici. Questi elementi contribuiscono a una qualità della vita inaccettabile e suscitano preoccupazione tra i migranti, i quali chiedono risposte pronte e risolutive da parte delle autorità competenti. La lettera è frutto del sostegno di alcune associazioni come Solidaria, che si sono unite per garantire che le voci dei migranti siano ascoltate.
Tempistiche inaccettabili per i colloqui
Un altrettanto importante punto sollevato riguarda i tempi di attesa per i colloqui con le commissioni preposte. Gli ospiti del Cara richiedono che tutti i richiedenti asilo siano ascoltati entro sei mesi dall’arrivo. Tuttavia, i migranti denunciano una situazione allarmante: “Abbiamo ricevuto informazioni che il tempo di attesa sarebbe compreso tra i tre e i sei mesi”. Ad oggi, molte persone attendono da oltre un anno, vivendo una sensazione di attesa e incertezza che influisce negativamente sul loro stato emotivo e mentale.
Questa attesa prolungata genera un limbo debilitante, privando gli individui della libertà di movimento e della possibilità di pianificare il proprio futuro. In un contesto di tensione crescente, i richiedenti asilo chiedono un intervento immediato per snellire il processo e garantire che ogni voce venga ascoltata senza indebiti ritardi.
Orari di apertura e lavoro precario
Le problematiche affrontate nel Cara non si limitano alle strutture abitative e ai colloqui. Gli ospiti sollevano anche la questione degli orari di apertura del centro. In passato, i cancelli si aprivano alle 6.30 del mattino, costringendo i lavoratori, molti dei quali sono impiegati nel settore agricolo, a scavalcare le recinzioni per accedere al proprio lavoro. Adesso i cancelli aprono alle 4.30, ma nonostante ciò, molti di loro continuano a lavorare in condizioni di estrema precarietà.
I migranti denunciano la mancanza di contratti di lavoro, l’assenza di busta paga e la mancanza di protezione legale o medica, elementi fondamentali per garantire la sicurezza dei lavoratori. Questa situazione crea un circolo vizioso di sfruttamento che mette a rischio la dignità e la salute di chi cerca di ricostruire la propria vita in un nuovo paese.
Le richieste di cambiamento sono chiare e urgenti. Gli ospiti del Cara di Bari chiedono un ascolto attivo da parte delle istituzioni e misure concrete per garantire la loro sicurezza e dignità. Solo così, è possibile ripristinare un senso di normalità e giustizia all’interno di una situazione che potrebbe e dovrebbe essere gestita in modo diverso.
Ultimo aggiornamento il 12 Dicembre 2024 da Sofia Greco