L’organizzazione delle Conferenze delle Parti sul cambiamento climatico sta subendo pressioni significative da parte di un gruppo di esperti, ex leader e scienziati. Questi professionisti, tra cui l’ex capo dell’Unfcc, Christiana Figueres, e l’ex segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, chiedono un’evoluzione urgente nelle modalità di gestione degli eventi Cop. La questione si fa ancora più rilevante alla luce delle recenti dichiarazioni del presidente dell’Azerbaigian riguardo l’uso delle risorse fossili, inquadrato come un “dono di Dio”. Senza un cambio di marcia, i membri della comunità globale avvertono che i Paesi che non dimostrano sufficiente ambizione nell’accogliere l’Accordo di Parigi potrebbero essere esclusi come sedi future.
Svolta necessaria per le conferenze sul clima
In una lettera aperta firmata da oltre venti esperti, viene espresso un forte bisogno di rivedere il formato delle conferenze Cop. Nella missiva, si evidenziano i successi ottenuti nelle 28 conferenze fino ad oggi, ma si sottolinea l’urgenza di passare a una fase attuativa per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Gli autori della lettera sostengono che l’attuale struttura delle conferenze non è adeguata per garantire che si possano apportare cambiamenti significativi e rapidi necessari alla sicurezza climatica del pianeta, richiedendo così una “revisione fondamentale” della Cop.
Il documento pone l’accento sulla transizione energetica e sull’importanza di eliminare gradualmente l’uso delle fonti fossili. Gli esperti chiedono che le conferenze smettano di essere un mero momento di negoziazione e diventino occasioni per attuare soluzioni e impegni già presi, un passaggio cruciale in un contesto di crisi climatica in accelerazione.
Setti punti per un cambiamento efficace
Nella lettera viene proposta una lista di sette punti per avviare il cambiamento necessario all’interno delle conferenze sul clima. Al primo posto emerge l’importanza della scelta della sede. Si propone di stabilire criteri rigorosi per la selezione dei Paesi ospitanti, escludendo quelli che non supportano una transizione chiara e decisa dall’energia fossile. Questo punto è cruciale, poiché sostiene l’idea che solo attraverso un forte disincentivo a dipendere dalle fonti fossili si possa davvero compiere un passo avanti.
In aggiunta, gli autori suggeriscono misure per accelerare le soluzioni sviluppate nelle riunioni, richiedendo una comunicazione più incisiva delle informazioni scientifiche e l’attenzione a questioni interconnesse come povertà e disuguaglianza, riconoscendo la loro influenza sulla stabilità globale. Ogni punto della proposta mira a costruire un approccio più integrato e basato sull’azione nei confronti del cambiamento climatico.
Voci critiche all’interno della comunità internazionale
Oltre alla lettera aperta, diverse figure politiche hanno espresso la loro disapprovazione per l’attuale organizzazione delle conferenze Cop. Il primo ministro delle Barbados, Mia Mottley, ha sottolineato la necessità di riforme immediate per migliorare l’efficacia delle conferenze sul clima. Anche Edi Rama, primo ministro dell’Albania, si è unito al coro di critiche, evidenziando l’urgenza di un approccio più impegnato e responsabile da parte della comunità globale.
Queste dichiarazioni segnalano un malcontento crescente rispetto alla direzione intrapresa dalle conferenze, evidenziando la convinzione che l’attuale modalità di dialogo e negoziazione non sia più sufficiente per affrontare una crisi che richiede interventi decisi e in tempi rapidi. Le voci di coloro che operano nel campo della sostenibilità e dei diritti umani chiedono un’alleanza per attuare politiche ambientali più efficaci, al fine di garantire un futuro sostenibile per le generazioni attuali e future.
Ultimo aggiornamento il 15 Novembre 2024 da Marco Mintillo