Richiesta di ergastolo per i familiari di Saman Abbas nel processo di Novellara

Richiesta di ergastolo per i familiari di Saman Abbas nel processo di Novellara

La procuratrice generale di Bologna chiede l’ergastolo per cinque familiari di Saman Abbas, uccisa nel 2021, evidenziando la premeditazione e la pressione psicologica che hanno portato al crimine.
Richiesta Di Ergastolo Per I F Richiesta Di Ergastolo Per I F
Richiesta di ergastolo per i familiari di Saman Abbas nel processo di Novellara - Gaeta.it

La vicenda di Saman Abbas, la diciottenne originaria del Pakistan uccisa a Novellara nel 2021, ha ripreso rilievo nell’attuale aula del tribunale di Bologna. La procuratrice generale Silvia Marzocchi ha avanzato una richiesta di condanna all’ergastolo per cinque familiari della giovane, accusati di omicidio e soppressione di cadavere. Questi familiari includono i genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, oltre allo zio Danish Hasnain e ai cugini Nomanhulaq e Ikram. La magistratura ha giustificato questa richiesta evidenziando la premeditazione del crimine, insieme a motivi definiti abietti e futili.

La posizione dei genitori e il destino degli altri imputati

Nel processo, già avviato in primo grado, Shabbar e Nazia erano stati condannati all’ergastolo per il loro coinvolgimento nell’omicidio della figlia. Ora, la procuratrice ha chiesto una pena più severa anche per gli altri tre imputati. Danish Hasnain, zio di Saman, in precedenti processi aveva ricevuto una condanna a 14 anni, mentre i cugini erano stati assolti. Questo cambio di rotta nel giudizio della procura segna una svolta nel processo, aprendo la strada a nuove valutazioni giuridiche su un caso che ha colpito profondamente l’opinione pubblica italiana.

Il testimone chiave e la sua testimonianza

Un elemento particolarmente significativo in questo caso è la testimonianza di Hasnain, il quale è stato identificato dalla procuratrice come un testimone chiave. La Marzocchi ha sottolineato il ruolo cruciale che il giovane ha ricoperto negli eventi tragici di quella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021. Hasnain è descritto come una vittima, traumatizzata dall’accaduto e priva di responsabilità legali per le azioni della sua famiglia. Le sue dichiarazioni, infatti, hanno portato a un ritratto dei genitori di Saman come “freddi e insinceri pianificatori dell’omicidio” e a una richiesta di condanna che restituisca alla vittima il posto che merita in questo drammatico contesto legale.

La pressione psicologica e il contesto familiare

La procuratrice ha messo in evidenza anche il clima di pressione psicologica esercitato su Saman dalla sua famiglia. Descritta come una ragazza “ribelle” perché desiderava una relazione amorosa, Saman veniva vista dai genitori come una fonte di imbarazzo e dissenso. Marzocchi ha illustrato come questa pressione possa aver spinto i genitori a prendere decisioni estreme, come se Saman avesse la possibilità di evitare il suo destino. Le parole della procuratrice mirano a delineare un quadro in cui la giovane non cercava di allontanarsi dalla sua famiglia ma piuttosto desiderava essere accettata, una questione che riemerge nel video che la ritrae felice con la madre, pochi giorni prima della sua morte.

Con la richiesta di ergastolo avanzata dalla procuratrice Marzocchi, si segna un nuovo capitolo in questo caso. La corte di Bologna dovrà ora valutare accuratamente le prove e le testimonianze presentate, con l’auspicio di restituire giustizia a una giovane vittima di uno dei crimini più gravi consumati in nome di tradizioni e valori familiari estremi.

Change privacy settings
×