Richiesta di nuovi soci e la pressione dei sindacati

Richiesta di nuovi soci e la pressione dei sindacati

I sindacati del porto di Genova minacciano sciopero se non verranno autorizzati nuovi ingressi, evidenziando la necessità urgente di un ricambio generazionale per garantire il funzionamento del settore.
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Il porto di Genova affronta una crisi crescente, con i sindacati pronti a proclamare uno sciopero se non verranno autorizzati nuovi ingressi. La Compagnia Unica Lavoratori Marittimi di Venezia richiede l'approvazione per almeno cento nuovi soci, mentre la situazione è complicata dall'età avanzata di molti lavoratori attivi. Senza un ricambio generazionale, il funzionamento del porto e la gestione dell'aumento della - Gaeta.it

Porto di Genova: i sindacati minacciano sciopero se non si autorizzano nuovi ingressi

La situazione al porto di Genova si fa sempre più complessa. La Compagnia Unica Lavoratori Marittimi di Venezia ha chiesto con insistenza il via libera per l’ingresso di nuovi soci, mentre i sindacati si preparano a proclamare uno sciopero. A rischio c’è il funzionamento di un settore già sotto pressione, in attesa di una decisione che sembra tardare ad arrivare.

Antonio Benvenuti, console della Culmv, ha espresso parole chiare durante il convegno “Il lavoro portuale a Genova: le sfide del futuro“, organizzato da Azione. Senza esitazioni, ha ricordato l’importanza di ottenere l’approvazione per almeno cento nuovi soci, stilando anche la possibilità di suddividerli in più fasi. Nonostante a marzo ci fosse stata una manifestazione di accordo da parte dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, ad oggi l’autorizzazione ufficiale non è giunta. La situazione si fa critica, dato che 911 soci attivi della Compagnia Unica includono una significativa parte di personale in età avanzata. Infatti, circa metà supera i 50 anni, con una quota non trascurabile di lavoratori che risulta inabile.

Aumento della domanda nel porto

La questione si complica con l’aumento della domanda nel porto. Le megaships, con l’incremento del traffico, richiedono una disponibilità di personale in grado di gestire le crescenti esigenze. “Attualmente, stiamo assistendo a un picco nel lavoro, ma i nostri soci non bastano“, ha confermato Benvenuti. La mancanza di giovani soci da affiancare a quelli più anziani potrebbe quindi compromettere il futuro operativo del porto.

La posizione dei sindacati

I rappresentanti sindacali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, Enrico Poggi, Mauro Scognamillo e Roberto Gulli, non si tirano indietro nel sollevare la situazione. Hanno avvertito che in assenza di misure concrete il porto rischia di bloccarsi. “Il problema è reale e se non si sblocca la situazione in tempi rapidi rischia di bloccarsi il porto“, hanno dichiarato. L’atteggiamento dei sindacati è deciso: se non arriveranno risposte in tempi utili, non esiteranno a fermare il porto.

Analisi della situazione

Benvenuti ha fatto un’analisi approfondita: “Attualmente abbiamo 514 soci solo con più di 50 anni e 255 che ne hanno più di 54“. A fronte di questo, c’è stato un incremento nella concentrazione del traffico, che si riflette non in un aumento del volume totale, ma in una maggiore intensità delle attività, affollando i turni e rendendo necessario un cambio generazionale urgente.

L’importanza del ricambio generazionale

Un tema cruciale è rappresentato dal ricambio generazionale. Con la maggior parte dei turni che si svolge durante la notte e l’alta richiesta di forza lavoro nelle ore in cui il traffico portuale è ai massimi livelli, è essenziale introdurre nuovi soci più giovani. Ciò non solo allevierebbe il carico sui lavoratori attuali, ma garantirebbe anche la sostenibilità a lungo termine delle operazioni portuali.

Benvenuti ha già indicato il problema: “La soluzione non possono essere i 54enni della Compagnia, il lavoro è faticoso“. La mancanza di attrattiva del settore marittimo per i giovani potrebbe complicare ulteriormente le cose. Un intervento tempestivo è essenziale, altrimenti il porto di Genova potrebbe trovarsi in difficoltà. La chiamata ai nuovi soci non è più solo una richiesta, ma un’esigenza critica per mantenere l’efficienza operativa.

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