Riconoscere l'importanza della personalizzazione delle cure: l'evento per il World Cancer Day a Roma

Riconoscere l’importanza della personalizzazione delle cure: l’evento per il World Cancer Day a Roma

Il convegno per il World Cancer Day in Italia ha evidenziato l’importanza della personalizzazione delle cure oncologiche, promuovendo un approccio umano e iniziative strategiche per migliorare la prevenzione e i trattamenti.
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Riconoscere l'importanza della personalizzazione delle cure: l'evento per il World Cancer Day a Roma - Gaeta.it

Oggi, presso un convegno dedicato al World Cancer Day, si è discusso di temi fondamentali per il miglioramento delle pratiche oncologiche in Italia, enfatizzando l’importanza della personalizzazione delle cure. L’incontro, organizzato da Aiom e Fondazione Aiom, ha visto la partecipazione di esperti e rappresentanti istituzionali, tra cui Maria Rosaria Campitiello, capo del Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del Ministero della Salute. L’obiettivo dell’evento era quello di sensibilizzare sull’importanza di una medicina adattata alle diverse realtà degli individui pazienti, illustrando le nuove iniziative per garantire trattamenti equi e accessibili.

L’umanizzazione delle cure oncologiche

Maria Rosaria Campitiello ha aperto il convegno sottolineando come ogni paziente oncologico necessiti di un trattamento personalizzato, che risponda alle specificità della sua situazione clinica. “Il compito delle istituzioni è quello di rendere omogenei i trattamenti,” ha dichiarato Campitiello, evidenziando come la diversità delle esperienze dei pazienti richieda un approccio innovativo. A tal proposito, ha indicato che è fondamentale concentrarsi sulla prevenzione in tutte le sue fasi: primaria, secondaria e terziaria. Il messaggio che è emerso chiaramente è che la cura non può essere standardizzata, ma deve rispondere alle esigenze individuali.

Il concetto di “Uniti nella diversità” riassume bene la necessità di un approccio più umano in ambito oncologico. L’umanizzazione delle cure è riconosciuta come un elemento chiave per migliorare la qualità della vita dei pazienti. Grazie a progetti e iniziative, il Ministero della Salute intende creare una rete di supporto che consideri non solo l’aspetto medico, ma anche quello umano del trattamento. È un passo necessario per assicurare che ogni individuo non si senta un numero o un semplice caso clinico, ma una persona con una propria storia e necessità.

Il ruolo del Prevention Hub

Un’iniziativa fondamentale che è stata annunciata durante l’evento riguarda la creazione del “Prevention Hub”. Questo nuovo ufficio sarà una struttura strategica per coordinare le attività di prevenzione e garantirà una maggiore sinergia tra l’attività ministeriale e le diverse regioni italiane. “Abbiamo bisogno di un approccio integrato,” ha affermato Campitiello, ponendo l’accento sull’importanza di comprendere meglio la situazione nazionale riguardo agli screening e alle best practices esistenti.

Il Prevention Hub non si limiterà a un monitoraggio passivo, ma opererà attivamente per raccogliere e analizzare i dati riguardanti le pratiche create in regioni come Lombardia, Puglia e Sardegna. L’obiettivo è di identificare i comportamenti più efficaci e diffonderli su scala nazionale, aiutando dunque a standardizzare le procedure di screening e di accesso alle cure. Sarà fondamentale coinvolgere strumenti moderni, come l’intelligenza artificiale, per ottimizzare questi processi e far sì che vengano applicati in modo uniforme in tutto il territorio.

Prevenzione e corretti stili di vita

Durante il convegno è emerso un dato importante: attualmente circa 3,7 milioni di pazienti in Italia stanno lottando contro il cancro. Questo rende evidente la necessità di un intervento decisivo e tempestivo. Campitiello ha enfatizzato che pur avendo fatto notevoli progressi nella lotta contro il cancro, la prevenzione deve rimanere al centro delle politiche sanitarie. Ha sottolineato che i corretti stili di vita possono influenzare in modo significativo la capacità di un paziente di affrontare la malattia.

“Per esempio, investire nella promozione di abitudini sane, come una dieta equilibrata e l’attività fisica, può contribuire per oltre il 40% alla sopravvivenza dei pazienti oncologici,” ha dichiarato Campitiello. Inoltre, ha fatto riferimento a progetti specifici in atto, come Alleanza contro il cancro, che stanno ponendo le basi per sviluppare terapie innovative e adattate alle esigenze individuali dei pazienti. Tali iniziative potrebbero drasticamente migliorare le aspettative di vita e la qualità del trattamento.

Un impegno collettivo per il futuro

Conclusa la sua esposizione, Campitiello ha messo in luce l’importanza di avere un ministero attualmente guidato da medici, sottolineando come questo possa incentivare un’attenzione particolare alla salute pubblica e alla personalizzazione delle cure. Soprattutto, ha elaborato sull’importanza di indirizzare le risorse strategiche, come i 25 milioni di euro previsti dal Pnrr, verso iniziative che possano realmente cambiare il panorama della prevenzione e del trattamento.

L’evento ha quindi rappresentato un momento cruciale per rifocalizzare l’attenzione sulle pratiche oncologiche in Italia, promuovendo un dialogo aperto e costruttivo tra istituzioni, medici e pazienti. Il messaggio chiave che si è cercato di trasmettere è che la lotta contro il cancro non riguarda solo il miglioramento dei trattamenti, ma anche la capacità di ascoltare e rispondere alle vere necessità di ciascun individuo.

Ultimo aggiornamento il 4 Febbraio 2025 da Elisabetta Cina

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