Ricostruzione post sisma nelle Marche: il settore edile a rischio di collasso

Ricostruzione post sisma nelle Marche: il settore edile a rischio di collasso

Il settore delle costruzioni nelle Marche affronta gravi difficoltà post-sisma, con incertezze normative e scadenze fiscali che minacciano la ricostruzione e l’economia regionale. Urgente una programmazione strategica.
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Ricostruzione post sisma nelle Marche: il settore edile a rischio di collasso - Gaeta.it

Il settore delle costruzioni nelle Marche vive un momento critico, dove le difficoltà post-sisma minacciano non solo la ricostruzione, ma l’intero comparto economico regionale. A mettere in evidenza questa situazione allarmante è Stefano Violoni, presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili Marche, che, durante una conferenza stampa tenutasi presso la sede di Confindustria Ancona, ha sottolineato le sfide estreme affrontate dalle aziende del settore.

La conferenza stampa di Ance Marche

Durante l’incontro, cui hanno partecipato anche Carlo Resparambia, vicepresidente regionale di Ance e coordinatore per il sisma Centro Italia, i rappresentanti delle cinque associazioni provinciali hanno discusso le problematiche legate alla ricostruzione. Violoni ha evidenziato il clima di incertezza che avvolge il settore, sottolineando l’impatto drammatico che questa situazione ha sull’area del cratere. Attualmente, il settore delle costruzioni contribuisce per il 9,7% al Prodotto Interno Lordo della regione e impiega oltre 43.000 persone, quindi la sua vulnerabilità rappresenta una preoccupazione non da poco per l’economia marchigiana.

In questo contesto critico, emerge la difficoltà di affrontare le spese “in accollo”, ossia quelle non coperte dai contributi per la ricostruzione, un tema fondamentale per il futuro delle aziende edili. Le nuove misure, come l’“Ordinanza incrementi”, suscitano forti preoccupazioni tra gli imprenditori edili, in quanto potrebbero drasticamente compromettere la sostenibilità dei progetti in corso.

Preoccupazioni per il settore edile

Le incertezze legate alle nuove normative e scadenze fanno tremare gli imprenditori marchigiani. Secondo gli esperti, l’ordinanza commissariale di prossima emanazione potrebbe fissare un prezzario per le opere pubbliche rimasto al 2022, costringendo le aziende a lavorare in perdita. Questa prospettiva è inaccettabile e potrebbe portare alla paralisi dell’intero settore.

In aggiunta, la scadenza della detrazione fiscale del 110% alla fine dell’anno crea ulteriore ansia. Gli imprenditori temono che senza interventi normativi adeguati, non ci sarà sufficiente tempo per attuare i progetti già in fase di sviluppo. La situazione è ulteriormente complicata dalla mancanza di pubblicazione del prezzario Marche 2025, approvato dalla Commissione regionale ma attualmente assente nella documentazione ufficiale. Questo genera ulteriore confusione e precarietà per le aziende operanti nel settore.

Un futuro da pianificare

Ance Marche sostiene, con forza, la necessità di una programmazione che guardi al medio e lungo termine per garantire la stabilità del settore. È fondamentale considerare le costruzioni come un “settore strategico” per affrontare le sfide della resilienza territoriale e del cambiamento climatico. Molte piccole e medie imprese nel comparto edile creano occupazione e promuovono effetti positivi in termini economici e sociali sul territorio.

Interventi decisi e coordinati sono necessari per garantire che le aziende possano operare in un contesto di certezza e sostenibilità. Le diverse personalità intervenute durante la conferenza, tra cui Costanzo Perlini, presidente della Cassa Edile di Pesaro Urbino, e Massimo Ubaldi, presidente di Ance Ascoli Piceno, hanno sottolineato l’importanza di un’azione concertata per non perdere di vista gli obiettivi comuni.

La stabilità del settore edile marchigiano si gioca ora sulle scelte politiche ed economiche degli enti preposti. Le prossime settimane e mesi saranno cruciali per comprendere se la ricostruzione troverà la sua strada o se, al contrario, si innescheranno meccanismi di crisi in un ambito così fondamentale per la comunità marchigiana.

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