Riflessione sulla tragedia del treno 8017: un evento dimenticato di Balvano nel 1944

Il 12 novembre a Roma si svolgerà l’evento “Appuntamento con la storia: Balvano 1944”, per commemorare il disastro ferroviario del 3 marzo 1944 e riabilitare la memoria storica dell’accaduto.
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Riflessione sulla tragedia del treno 8017: un evento dimenticato di Balvano nel 1944 - Gaeta.it

Il 12 novembre alle ore 18:00 presso l’UNAR Sala Italia, in via Ulisse Aldrovandi 16 a Roma, si terrà un’importante manifestazione organizzata dall’Associazione dei Lucani, dal titolo “Appuntamento con la storia: Balvano 1944”. L’incontro si propone di mettere in luce uno dei più gravi disastri ferroviari della storia italiana, un evento che ancora oggi merita attenzione e riflessione. La presidente dell’associazione, Eleonora Locuratolo, darà il benvenuto ai partecipanti, seguita dagli interventi dell’onorevole Giampaolo D’Andrea e di Gianluca Barneschi, autore del libro “Il disastro dimenticato: il treno 8017 – Balvano 1944“.

Un disastro trascurato dalla memoria collettiva

Il 3 marzo 1944, la Galleria delle Armi a Balvano, in provincia di Potenza, divenne il luogo di una tragedia in cui oltre 600 persone persero la vita. L’evento si manifestò a causa di una combinazione letale di fattori: due locomotive a vapore emettevano monossido di carbonio in un tunnel scarsamente ventilato mentre il treno, composto da 45 carri, si fermò per motivi tecnici. Questa tragedia, tuttavia, è stata in gran parte dimenticata dalla storia e dall’opinione pubblica, oscurata dalla censura militare e dalle narrazioni offrendo versioni di comodo.

Gianluca Barneschi, scrittore e avvocato, ha dedicato gran parte della sua carriera a svelare le verità e le rimozioni legate a questo evento drammatico. La sua pubblicazione del 2005, “Balvano 1944: indagine su un disastro rimosso”, ha avviato un’importante riabilitazione della memoria storica legata a questo tragico episodio. Barneschi evidenzia come la storia si sia letta superficialmente, con interpretazioni errate che hanno contribuito a perpetuare un’idea distorta dell’accaduto.

Il contesto storico della tragedia

Il disastro del treno 8017 non fu un evento isolato, ma il prodotto di una serie di complessità storiche e sociali del periodo. Nel 1944, l’Italia si trovava nel bel mezzo delle conseguenze della Seconda Guerra Mondiale, dove la miseria e la fame affliggevano la popolazione, soprattutto nel Sud. Molti civili cercavano disperatamente cibo e opportunità, barattando oggetti per salire a bordo di treni merci, come quello che il 3 marzo trasportava una vasta e inaspettata quantità di passeggeri.

La gestione ferroviaria era sotto il controllo degli Alleati, che utilizzavano la rete per scopi militari, relegando i treni passeggeri a un ruolo secondario. In questo contesto, il treno 8017, partito da Napoli e diretto a Potenza, assunse un carico umano caratterizzato da emergenze e necessità primarie. Il disastro prescrisse con nitore la situazione drammatica della popolazione meridionale, evidenziando il malessere di un popolo oppresso.

La catastrofe ferroviaria in dettaglio

L’arresto del treno all’interno della Galleria delle Armi si rivelò fatale. Il macchinista della locomotiva principale, percependo un’emergenza a bordo a causa della mancanza di ossigeno, decise di fermarsi, una mossa ben lontana dalla comprensione del macchinista dell’altra locomotiva. Questo fraintendimento portò a un caos operativo che culminò nella tragica fermata del treno. Le locomotive continuarono a emettere gas tossici per ore, e con il ritardo dei soccorsi, il numero delle vittime salì drammaticamente.

Le modalità del recupero furono inefficaci e tardive, aggravando ulteriormente la situazione. Quando i soccorsi finalmente raggiunsero il luogo della tragedia, trovarono i corpi di più di 600 persone accatastati sui marciapiedi della stazione di Balvano, segno tragico di un’inefficienza operativa di proporzioni colossali.

Conseguenze e rimozione della memoria storica

L’eco del disastro del 1944 fu attutito da un silenzio assordante, non solo a livello istituzionale ma anche nella storiografia italiana. La narrazione ufficiale fu influenzata da considerazioni politiche e militari, che cercarono di minimizzare l’impatto della tragedia. L’interpretazione fu avallata da notizie come quella della circolare del Psychological Warfare Branch, che limitava le libertà di informazione e camuffava la verità per non minare il morale della popolazione.

Barneschi avverte quanto sia stato determinante questo tentativo di insabbiamento, che ha conferito al disastro un’aura quasi leggendaria. Anni di racconti fuorvianti hanno alimentato miti e versioni non verificate, portando a una vera e propria rimozione di responsabilità da parte delle autorità coinvolte.

Un invito alla riflessione

L’incontro di Roma promette di ravvivare la memoria di un evento oftentimes dimenticato. Attraverso il lavoro di persone come Gianluca Barneschi e la mobilitazione dell’Associazione dei Lucani, il dialogo sulla tragedia di Balvano ha la possibilità di ottenere una nuova visibilità. Mentre l’ottantesimo anniversario del disastro si avvicina, l’obiettivo è chiaro: riportare l’attenzione su una delle più gravi catastrofi della storia ferroviaria italiana, affinché non venga mai più dimenticata.

Ultimo aggiornamento il 8 Novembre 2024 da Sara Gatti

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