La recente bozza di decreto legislativo, discussa in Consiglio dei ministri, segna un cambiamento significativo nella disciplina che regola l’ingresso di lavoratori stranieri in Italia. Questo provvedimento mira a prevenire frodi, sfruttamento e irregolarità nel settore del lavoro, stabilendo criteri chiari da seguire fino al 2025. In aggiunta, il decreto prevede un potenziamento degli organici del ministero dell’Interno e degli Affari esteri, con investimenti significativi per i prossimi anni.
Misure contro le frodi e rafforzamento dell’identificazione
Il decreto introduce una serie di misure specifiche per combattere le frodi legate all’immigrazione, in particolare quelle collegate all’utilizzo illegittimo di flussi migratori. Il Governo ha affermato l’intenzione di stringere la sorveglianza su coloro che tentano di sfruttare le normative vigenti per favorire pratiche illecite come il caporalato e la clandestinità .
Una delle principali innovazioni riguarda il processo di identificazione dei richiedenti asilo. Gli immigrati che non presentano documentazione valida, come passaporti, saranno soggetti a misure più severe che potrebbero includere trattamenti nei nuovi centri di accoglienza previsti in Albania. Il decreto prevede che in mancanza di documenti, possano essere utilizzati dispositivi elettronici mobili per facilitare l’identificazione, facendo sollevare dubbi riguardo alla potenziale violazione della privacy da parte del Ministero della Giustizia.
Queste misure si inseriscono in un quadro più ampio che punta ad armonizzare la gestione dei flussi migratori, rendendo difficile l’accesso a chi non rispetta i requisiti di legge. Grazie a un potenziamento di 500 unità negli organici delle strutture civili del ministero dell’Interno, sarà possibile migliorare la supervisione e il monitoraggio delle pratiche di asilo e delle domande di ingresso.
Nuove regole per le Ong e controlli aerei
Oltre a colpire le frodi interne, il provvedimento prevede anche controlli severi per le Organizzazioni Non Governative impegnate nel salvataggio di migranti in mare. Secondo la bozza, gli aerei delle Ong dovranno immediatamente informare le autorità competenti e seguire le indicazioni fornite dal Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo. Il mancato rispetto di queste direttive potrebbe portare all’imposizione di sanzioni pecuniarie e alla sospensione dei voli per venti giorni.
Questa iniziativa si inserisce in un contesto generale di maggiore controllo dei flussi migratori attraverso il Mediterraneo, mirando a garantire che le operazioni di soccorso siano gestite in modo conforme alle normative vigenti e alle esigenze operative degli Stati costieri.
Contratti di lavoro: rigidità e garanzie per i datori
Uno dei principali obiettivi del decreto è anche quello di contrastare il fenomeno delle “imprese fantasma”, identificate dal Governo come una delle fonti per traffico di migranti e infiltrazioni della criminalità organizzata. Le nuove misure stabiliscono che un datore di lavoro che non abbia sottoscritto contratti di soggiorno negli ultimi tre anni sarà escluso dalla possibilità di richiedere nuove autorizzazioni per l’ingresso di lavoratori extra-Ue, a meno che possa provare che la situazione è stata causata da fattori indipendenti dalla sua volontà .
Inoltre, il datore di lavoro avrà un termine di sette giorni per confermare la richiesta di nulla osta al lavoro e dovrà firmare il contratto di lavoro telematicamente entro otto giorni dall’arrivo del migrante. Queste disposizioni mirano a garantire tempistiche certe e procedure trasparenti, riducendo le possibilità di frodi e abuso del sistema di immigrazione.
Flussi migratori 2025: scadenze e modalità di richiesta
Per quanto riguarda la programmazione dei flussi migratori per il 2025, il decreto introduce procedure più strutturate e scadenze ben definite. I datori di lavoro interessati dovranno presentare domande precompilate tra novembre 2024 e luglio 2025, in base a specifiche indicazioni del Ministero del Lavoro, dell’Agricoltura e del Turismo.
Le nuove regole richiederanno la proposizione di verifiche riguardanti la veridicità delle informazioni fornite dai datori, mentre sarà fissato un limite massimo di tre richieste di autorizzazione per ogni datore di lavoro, fatto che evidenzia l’intento del Governo di regolamentare meglio il mercato del lavoro in questo settore. Tali sviluppi rappresentano un passo avanti significativo nella riforma della gestione dei flussi migratori e nella tutela dei diritti dei lavoratori.
Ultimo aggiornamento il 27 Settembre 2024 da Sofia Greco