Riforma del Testo Unico sulle Rinnovabili: Novità e Procedure Semplificate per gli Impianti

Il nuovo Testo unico sulle energie rinnovabili in Italia, atteso per il 25 novembre, semplifica le autorizzazioni per impianti fotovoltaici e promuove la transizione energetica attraverso procedure più snelle.
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Riforma del Testo Unico sulle Rinnovabili: Novità e Procedure Semplificate per gli Impianti - Gaeta.it

Un’importante riforma nel settore delle energie rinnovabili sta per prendere forma in Italia. Il Testo unico sulle rinnovabili, atteso per il 25 novembre dal Consiglio dei ministri, porterà novità significative nelle procedure di autorizzazione per la realizzazione e il potenziamento degli impianti fotovoltaici e altre opere green, con l’obiettivo di semplificare i processi e accelerare la transizione energetica del Paese.

Le modifiche alle autorizzazioni per impianti esistenti

Le nuove misure riguardano rifacimenti e ripotenziamenti di impianti esistenti. Sarà possibile effettuare lavori su impianti fotovoltaici senza necessità di autorizzazione, a patto che non ci siano modifiche significative all’area occupata o all’altezza sopra il suolo. Si prevede che le Regioni e gli enti locali possano definire regole specifiche per snellire ulteriormente le procedure amministrative, con un adeguamento che dovrà avvenire entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto.

I comuni giocheranno un ruolo cruciale nella nuova normativa, ricevendo compensazioni territoriali che andranno dal 2% al 3% dei proventi derivanti da interventi che superano la potenza di 1 MW. Questi interventi sono soggetti alla procedura abilitativa semplificata , applicabile ad esempio agli impianti fotovoltaici con potenza inferiore ai 10 MW. Grazie a queste, anche le sanzioni saranno incassate dai comuni, creando un ulteriore incentivo alla promozione delle energie rinnovabili sul territorio.

I tre regimi amministrativi previsti

Il nuovo Testo unico sulle rinnovabili prevede tre principali regimi amministrativi: attività libera, Pas e autorizzazione unica. Queste modifiche sono una risposta alla necessità di semplificare le molteplici procedure che nel tempo si erano accumulate. La riforma, realizzata in collaborazione tra il ministero dell’Ambiente e altri dicasteri, riconosce tali interventi come di pubblica utilità e urgenti, consentendo la loro ubicazione anche in aree agricole, a condizione che si rispettino criteri di salvaguardia della biodiversità e della tradizione agroalimentare.

L’attività libera, una delle categorie introdotte, si applica agli impianti fotovoltaici sotto i 12 MW situati su coperture esistenti e ad impianti agrivoltaici fino a 5 MW. Questi interventi non richiederanno alcun tipo di autorizzazione, eccetto nei casi in cui si interfacciano con beni protetti. Un cambiamento notevole è che le regole esistenti per il revamping e il repowering di impianti non si applicano a quelli già autorizzati, semplificando ulteriormente l’intero processo.

La procedura abilitativa semplificata e le sue regole

La Pas rappresenta un ulteriore passo verso la semplificazione. Essa non potrà essere attivata se non sono disponibili le superfici adeguate o se gli interventi non rispettano i piani urbanistici. Le nuove disposizioni prevedono che il proponente dovrà presentare una documentazione precisa che includa un impegno, da parte del soggetto responsabile, al ripristino dello stato dei luoghi al termine dell’utilizzo dell’impianto.

Un aspetto cruciale riguarda i tempi di realizzazione. La Pas prevede un termine di un anno dall’approvazione per l’avvio dei lavori. In caso contrario, il titolo abilitativo decadrà, e per completare l’opera occorrerà una nuova Pas. Questo aspetto rappresenta una spinta a iniziare i lavori nei tempi stabiliti, assicurando così una rapida attuazione dei progetti.

L’autorizzazione unica e il ruolo delle Regioni

Infine, l’autorizzazione unica consente alle Regioni di attivare, se necessario, un provvedimento autorizzatorio unico regionale, soprattutto per gli interventi soggetti a valutazione di impatto ambientale. In questo caso, dovranno rispettare tempi definiti che non potranno superare i due anni dall’avvio dell’iter. È importante notare che, per gli impianti offshore, rimangono in vigore le procedure di competenza statale, ma anche in questi casi è prevista una collaborazione con le Regioni per garantire che si rispettino le normative locali.

L’adozione di queste misure rappresenta un passo significativo verso l’obiettivo di ravvivare il mercato delle energie rinnovabili in Italia, riducendo la burocrazia e promuovendo l’adozione di tecnologie verdi nel rispetto dell’ambiente e delle comunità locali.

Ultimo aggiornamento il 24 Novembre 2024 da Laura Rossi

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