Il Ministero della Salute italiano è attivamente al lavoro su una riforma significativa delle leggi che governano le sanzioni nei confronti dei professionisti sanitari. Questa iniziativa emerge in un contesto in cui centinaia di medici stanno continuando a esercitare la loro professione, nonostante siano stati radiati o sospesi dagli Ordini professionali. La riforma ha preso ulteriore impulso dopo la tragica morte di Simonetta Kalfus, un caso che ha sollevato preoccupazioni sul corretto funzionamento del sistema.
La situazione attuale: camici bianchi radiati in servizio
Attualmente, il sistema prevede che dopo la decisione dell’Ordine professionale, i medici possano presentare un ricorso alla Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie , la quale è stata istituita dal Ministero della Salute. Un aspetto controverso è che, fino a quando la Commissione non emette un verdetto, i professionisti possono continuare a lavorare. Questa situazione ha portato alla presenza di almeno 64 medici radiati che continuano a praticare, spesso senza che i pazienti ne siano a conoscenza. A Roma, il presidente dell’Ordine, Antonio Magi, ha evidenziato che la Commissione ha un considerevole arretrato di pratiche, il che allunga i tempi di giudizio e consente a medici sospesi di restare operativi.
Le commistioni tra la pandemia e il cambiamento nei vertici della Cceps hanno generato ritardi significativi nella gestione delle pratiche disciplinari, aumentando il numero di medici che incorrono in sanzioni ma continuano a esercitare. Solo nella Capitale si stima che ci siano circa un centinaio di ricorsi non ancora risolti, mentre a livello nazionale il numero sale a 900. Alcuni dei medici coinvolti in queste pratiche sono stati accusati di reati gravi, come stupro e omicidio.
I dettagli della riforma: sanzioni più immediate e sezioni specializzate
Alla base della riforma che il Ministero della Salute sta preparando c’è l’intenzione di proteggere sia i cittadini che i professionisti. Le nuove misure mirano a semplificare il processo di trattamento delle sanzioni, accelerando le decisioni della Commissione. Fra le proposte, è prevista l’immediata esecutività delle sanzioni imposte dagli Ordini, il che significa che un medico radiato o sospeso non potrà esercitare fino all’appello di fronte alla Cceps.
Oltre a queste novità , si prevede la creazione di due sezioni distinte all’interno della Commissione: una si occuperà specificamente di medici e odontoiatri, mentre l’altra si concentrerà sulle altre professioni sanitarie. Questo approccio dovrebbe ridurre i tempi di attesa per i ricorsi, permettendo una gestione più efficace delle pratiche in attesa di giudizio.
Sanzioni: un sistema inefficace e criticato
Negli ultimi anni, il funzionamento della Cceps è stato messo in discussione a causa del numero crescente di pratiche inevase. I dati del Ministero segnalano una situazione critica: tra il 2016 e il 2020, oltre 400 ricorsi sono rimasti in attesa di essere trattati. Fino alla riforma e alla ricostituzione della Commissione nel gennaio 2021, il sistema ha accumulato ritardi migranti ulteriori cinquanta disciplinari. Oggi, sono 64 i ricorsi per radiazione ancora pendenti.
La Cceps funge da organo di conferma delle decisioni degli Ordini professionali, che possono sospendere o radiare un medico sulla base di condotte inadeguate. Tuttavia, in mancanza di una rapida risposta da parte della Commissione, le sanzioni rimangono inapplicate per lunghi periodi, creando una pericolosa impasse. Questo ha sollevato interrogativi sulla protezione dei pazienti e sull’integrità del sistema sanitario nel suo complesso.
Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici , ha proposto la creazione di una sezione stralcio della Cceps per affrontare rapidamente gli arretrati. Questa iniziativa potrebbe contribuire a garantire che le sanzioni disciplinari imposte dagli Ordini siano effettivamente applicate, migliorando così la fiducia nel sistema sanitario italiano.