La riforma dell’articolo 187 del Codice della Strada continua a far discutere, accendendo polemiche e dibattiti tra esperti, politici e figure pubbliche. Al centro della controversia ci sono i nuovi criteri di accertamento per la guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti, che pongono delle interrogative di non poco conto sull’impatto della normativa anche su chi non mostra segni di alterazione psico-fisica. Il confronto tra il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e il cantante Vasco Rossi ha messo in luce le diverse opinioni riguardo la misura in questione, suscitando attenzione sui test utilizzati e sulla loro affidabilità.
Il dibattito sull’articolo 187
L’adeguamento dell’articolo 187 del Codice della Strada, che ora inasprisce le norme riguardanti la guida sotto sostanze psicotrope, ha generato un acceso dibattito. Vasco Rossi ha sollevato preoccupazioni sulla possibilità che anche chi è “perfettamente lucido”, ma ha assunto cannabis in passato, possa incorrere in sanzioni. Questa affermazione ha messo in evidenza l’ambiguità della nuova norma, in particolare dopo l’eliminazione della formula “in stato di alterazione psico-fisica”, che appare ora obsoleta e potenzialmente problematica per molti guidatori.
Il dibattito si è animato ulteriormente poiché la legge non prende in considerazione il tempo che intercorre tra il consumo di sostanze e il momento della guida. Essa infatti si focalizza sulla sola presenza del principio attivo nel corpo, creando scenari in cui anche chi non ha effettivamente avuto un impatto immediato sulle proprie capacità potrebbe essere punito severamente. La questione sollevata dal cantautore ha messo sotto i riflettori la necessità di una discussione più approfondita riguardo la legge e il suo impatto pratico.
Il funzionamento dei test per le sostanze
Un aspetto cruciale della normativa riguarda il sistema di verifica, che inizia con test preliminari. Tali test vengono eseguiti sul posto attraverso apparecchi portatili e, in caso di positività, si prosegue con analisi più accurate tramite campioni di saliva, sangue o altri fluidi biologici. Per la cannabis, che ha destato particolare attenzione nel dibattito tra Salvini e Vasco, queste analisi possono riguardare urine, sangue, saliva e capelli.
Secondo le informazioni fornite dal portale dell’Istituto Superiore di Sanità, i test possono indicare il consumo recente o passato di cannabis. A seconda delle informazioni cercate, il metodo di raccolta dei campioni varia. Se si vogliono rilevare metaboliti della sostanza, gli esami sulle urine sono preferibili poiché possono rilevare l’assunzione effettuata giorni prima. Per stabilire se ci sia una recentissima consumazione, vengono invece preferiti campioni di sangue o saliva, quest’ultima raccolta tramite un tampone orale.
Solo attraverso test di screening si ottiene un risultato qualitativo sostanzialmente indicativo di una probabile positività, che necessita di successiva conferma attraverso tecniche analitiche specifiche. La conferma, fondamentale, non dà tuttavia informazioni sulle modalità di assunzione della sostanza, che possono variare notevolmente tra salute e svago. Questo solleva interrogativi sulle implicazioni legali e pratiche della normativa.
Tempistiche di rilevamento del THC
Quando si tratta di verificare l’assunzione di cannabis, i tempi di rilevamento sono un elemento importante. Secondo gli esperti, i test possono essere in grado di sequestrare tracce di cannabis assunta anche 30 giorni prima dell’esame. È da tenere presente che per coloro che utilizzano cannabis con regolarità, è possibile rilevare la sostanza anche oltre il mese dall’ultima assunzione.
Ciò che sorprende è che alcune ricerche suggeriscono che i risultati positivi possano emergere anche in soggetti che non hanno direttamente fumato cannabis, bensì sono stati esposti al fumo passivo. Queste evidenze pongono domande sull’adeguatezza della legge e sull’effettivo buon senso della sua applicazione nei casi concreti. La questione diventa quindi complessa, non solo per gli utenti abituali di sostanze, ma anche per chi vive situazioni sociali dove il fumo è presente. Questo scenario dimostra quanto possa essere complicato il quadro normativo attuale e l’urgenza di eventuali revisioni.
Ultimo aggiornamento il 16 Dicembre 2024 da Donatella Ercolano