La stagione invernale 2023-2024 si prospetta costosa per gli appassionati di sci, con i prezzi degli skipass che continuano a crescere. Un’analisi di Altroconsumo ha evidenziato un aumento medio del 4,1% rispetto all’anno passato per i biglietti giornalieri, mentre per quelli da cinque giorni si registra un rincaro del 3,8%. È un trend che segue l’aumento significativo della passata stagione, che aveva già portato a rincari del 7,4% per i giornalieri e del 9,3% per i settimanali, evidenziando una pressione economica continua su un settore dove il costo è spesso variabile e influenzato da molteplici fattori.
Differenze di prezzo tra le località sciistiche
L’analisi di 38 località sciistiche ha rivelato che esiste una notevole diversità nei prezzi degli skipass. Il costo per un biglietto giornaliero può oscillare da un minimo di 35 euro a Champorcher a un massimo di 83 euro per Dolomiti Superski. Quest’ultima località si conferma come quella più costosa nell’indagine. Anche Madonna di Campiglio non è da meno, con un prezzo di 79 euro per l’accesso alle piste. Il terzo posto nella classifica dei costi elevati è occupato da quattro comprensori in Trentino-Alto Adige e uno in Veneto, tutti con un prezzo fissato a 77 euro.
Queste differenze di prezzo suggeriscono che gli sciatori potrebbero dover pianificare con attenzione le loro vacanze sulla neve, confrontando le opzioni disponibili per non incorrere in spese impreviste. Il panorama dei prezzi è variegato, e alcuni comprensori offrono opportunità per risparmiare mantenendo alta la qualità dell’esperienza sulle piste.
Località con prezzi stabili e aumenti significativi
Nonostante i rincari, alcune località sciistiche sono riuscite a mantenere i prezzi invariati. Sella Nevea e Tarvisio in Friuli-Venezia Giulia e Champorcher in Valle d’Aosta hanno bloccato i costi per i biglietti giornalieri, con Champorcher che mantiene il prezzo inalterato da ben quattro anni. Queste realtà rappresentano un’ottima scelta per gli sciatori che desiderano evitare l’impatto dei rincari.
D’altro canto, ci sono località in cui i costi sono aumentati notevolmente. Vialattea ha visto un incremento di quasi il 10% con un +9,95%, seguita da Nassfeld Passo Pramollo con l’8,07%. Altri comprensori come 4 Valli-Bormio e Monterosa Ski hanno registrato aumenti rilevanti, rispettivamente del 7,97% e del 7,88%. Risulta chiaro che, per chi ambisce a una vacanza sulla neve, il bilancio tra costi e benefici è fondamentale nella scelta della destinazione.
Analisi dei prezzi degli skipass all’estero
Oltre all’analisi delle località italiane, l’indagine ha esteso il suo focus a sei località sciistiche internazionali. I risultati evidenziano che gli skipass all’estero tendono a costare di più rispetto a molte località italiane. Le aree sciistiche svizzere, in particolare Sankt Moritz e Zermatt , risultano tra le più care. In controtendenza, Kranjska Gora in Slovenia emerge come la destinazione più economica, con un costo di soli 47 euro per un giornaliero.
Un aspetto interessante da notare è il prezzo dello skipass internazionale Cervinia-Zermatt, che incontra un divario significativo: acquistato in Italia costa 85 euro, mentre in Svizzera, il costo arriva a circa 110 euro, conversione in franchi svizzeri inclusa. Questa disparità potrebbe spingere gli sciatori a riflettere attentamente sulle scelte di acquisto e sulla pianificazione delle loro vacanze invernali.
La situazione attuale evidenzia la necessità di una pianificazione oculata per gli appassionati delle nevi, che si trovano inevitabilmente di fronte a scelte finanziarie complesse.
Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Marco Mintillo