Rino Barillari: l'80enne che continua a raccontare la Dolce Vita con la sua macchina fotografica

Rino Barillari: l’80enne che continua a raccontare la Dolce Vita con la sua macchina fotografica

Rino Barillari, il “re dei paparazzi”, celebra 80 anni di carriera a Roma, riflettendo su un percorso straordinario tra celebrità e momenti storici, mantenendo viva la passione per la fotografia.
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Rino Barillari: l'80enne che continua a raccontare la Dolce Vita con la sua macchina fotografica - Gaeta.it

Rino Barillari, noto come il re dei paparazzi, compie 80 anni ed è ancora protagonista della scena romana, immortalando momenti significativi e personaggi illustri. Dalla sua infanzia in Calabria ai fasti della Dolce Vita, Barillari ha vissuto una vita straordinaria nel mondo della fotografia, raccontando storie che hanno segnato un’epoca. In un recente video podcast presso Adnkronos, l’iconico fotografo ha condiviso aneddoti e riflessioni sulla sua carriera e sulla capitale.

Da Limbadi a Roma: il sogno di una vita

Nato a Limbadi, un piccolo comune calabrese, Rino Barillari è giunto a Roma nel 1959 con un solo sogno nel cuore: diventare fotografo. “Non conoscevo l’italiano, parlavo solo calabrese. Dormivo a Villa Borghese e raccoglievo le monetine che i turisti lanciavano nella Fontana di Trevi per comprarmi da mangiare”, racconta. Le sue origini umili non hanno fermato la sua determinazione.

Arrivato nella capitale con pochi spiccioli in tasca, il giovane Barillari trova lavoro come assistente per logo di scatti ai turisti. Quest’esperienza segna l’inizio della sua avventura nel mondo della fotografia. I volti e gli eventi che lo circondano alimentano il suo interesse per la celebrità e la cultura popolare. Con il passare del tempo, la sua passione si trasforma in una carriera che lo catapulta nell’affascinante mondo della Dolce Vita romana.

La Dolce Vita: inseguendo le stelle

“Roma, ai tempi, era un vivace crogiolo di personaggi”, ricorda Barillari. Con una certa nostalgia, parla di come un tempo fosse normale vedere volti noti come Virna Lisi e Sophia Loren passeggiare in Via Veneto. Barillari diventa un habitué degli angoli più iconici della capitale: Piazza Navona, Campo de’ Fiori e Piazza di Spagna, dove catturava immagini imperdibili di artisti e attori dell’epoca.

“La mia Rolleiflex era sempre con me, camuffata sotto la giacca, pronta per scattare al momento giusto”. Nonostante la frenesia e la concorrenza, Barillari ha sempre mantenuto il suo stile unico, cercando di rimanere invisibile per immortalare attimi di pura essenza. Oggi, il fotografo si dice rattristato dal cambiamento della città, che sembra aver perso quel fascino che caratterizzava le notti romane brulicanti di vita.

Incidenti e aggressioni: un professionista nel mirino

La carriera di Barillari non è stata priva di pericoli. “Ho subito 164 aggressioni e distrutto 78 macchine fotografiche”, ironizza. Con il sorriso, racconta esperienze estreme, tra cui una rissa con Gerard Depardieu, che lo ha colpito a tradimento mentre cercava di scattare foto. La sua carriera lo ha portato ad affrontare non solo il rifiuto di alcune celebri, ma anche momenti di grande tensione, come scontri con la polizia o risse improvvise.

“Quando arrivi su una scena del crimine, il tuo obiettivo è raccontare la verità”, spiega Barillari, sviluppando un’etica professionale che lo ha sempre accompagnato. Ogni immagine che catturava portava con sé una storia, e i momenti di cronaca nera che ha fotografato rimangono impressi nella memoria collettiva.

Incontri indimenticabili: celebrità e politici

Barillari ha avuto l’onore di incontrare alcune delle più grandi celebrità italiane e internazionali. “Sordi, Mastroianni e Nazzari erano sempre cordialità puri. Rossano Brazzi mi ha invitato a cena quando ero agli inizi”, racconta, descrivendo incontri che hanno segnato la sua carriera. La sua preferenza va senza dubbio a Sofia Loren, la quale gli ha aperto porte mai immaginate.

Anche nel campo politico, Barillari ha potuto immortalare figure storiche come Francesco Cossiga, che lo ha persino visitato in ospedale dopo un’aggressione. Altri politici, come Giuseppe Conte e Matteo Renzi, hanno interagito con lui in modo molto diverso, facendo della sua biografia un interessante incrocio di culture e storie.

La fotografia oggi: un’arte in trasformazione

Con uno sguardo critico, Barillari esprime le sue riserve sul panorama attuale della fotografia. “Oggi chiunque si sente un fotografo con il cellulare, ma l’essenza di una buona foto va oltre la tecnologia. È una questione di istinto e passione”. Analogamente, confessa di utilizzare il telefonino quando necessario, ma il suo cuore rimane legato alla Rolleiflex, che considera il suo vero strumento di lavoro.

Tra i suoi sogni, Barillari spera di catturare il Papa mentre aiuta un senzatetto, un’immagine che profonderebbe significato e umanità. Nonostante i cambiamenti del settore, la sua voglia di raccontare il mondo attraverso l’obiettivo non è affievolita.

Un compleanno da festeggiare e il futuro da affrontare

Nonostante i suoi 80 anni, Barillari è carico di energia e di voglia di approfondire il suo lavoro. “Se qualcuno mi chiama per un servizio, parto prontamente. La storia non aspetta e io voglio continuare a raccontarla per almeno altri dieci anni”, afferma con passione.

Per il suo compleanno ha in programma una giornata tranquilla con la moglie, per cui ha deciso di chiedere scusa per il tempo dedicato al lavoro. La medicina che per lui rappresenta la fotografia continua ad essere una fonte di vita, ispirandolo a perpetuare la sua eredità nel mondo dell’arte visiva.

Ultimo aggiornamento il 8 Febbraio 2025 da Laura Rossi

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