Rinvio a giudizio per sequestratori accusati di violenza con metodo mafioso a Genova

Rinvio a giudizio per sequestratori accusati di violenza con metodo mafioso a Genova

Due uomini di origine calabrese accusati di sequestro e maltrattamenti a Genova, con contesto mafioso. Il pubblico ministero richiede il rinvio a giudizio per la violenza domestica e intimidazione.
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Rinvio a giudizio per sequestratori accusati di violenza con metodo mafioso a Genova - Gaeta.it

Un caso di violenza che ha catturato l’attenzione dell’opinione pubblica vede coinvolti due uomini accusati di aver sequestrato e malmenato un’altra persona, con l’aggravante del contesto mafioso. L’evento si è verificato a Genova, dove il pubblico ministero Federico Manotti ha ufficialmente richiesto il rinvio a giudizio per i presunti autori, di origine calabrese ma residenti nel quartiere di Molassana. Le indagini condotte dalla squadra mobile hanno messo in luce i dettagli inquietanti di questo episodio di violenza.

L’antefatto: una telefonata che scatena la violenza

Secondo la ricostruzione degli investigatori, il fatto è avvenuto a gennaio 2023. Tutto è cominciato quando l’ex moglie di uno dei due imputati ha contattato il marito, rivelando che il suo attuale compagno la picchiava. Questa informazione ha dato origine a quello che gli inquirenti definiscono una “spedizione punitiva“. L’uomo, deciso a difendere l’ex consorte, ha contattato un amico e insieme si sono diretti a cercare la vittima. L’obiettivo era chiaro: affrontare l’uomo accusato di violenza domestica.

Una volta nel bar dove si trovava la vittima, il quarantacinquenne ha pronunciato frasi aggressive, come “Picchi le donne? Adesso prova a picchiare me“, per poi colpirlo con un pugno in faccia. Le modalità di questo assalto rimandano a un atteggiamento di vigilanza autonomo e violento, molto suggestivo dell’approccio mafioso, secondo gli esperti. Questo tipo di situazioni elaborate dalla criminalità organizzata spesso coinvolgono metodi brutali di intimidazione.

Il sequestro e il tragitto attraverso la città

Dopo il primo attacco, l’ex marito e il suo alleato non si sono fermati. Hanno aggredito ulteriormente la vittima, costringendola a entrare in auto. Questo rapimento improvvisato ha portato la vittima a essere trasportata per circa un’ora attraverso le strade di Genova. L’intento dei due uomini, secondo l’ipotesi accusatoria, era quello di infliggere una punizione e intimidire la vittima, stabilendo di fatto un’atmosfera di terrore.

La durata del tragitto e i casi di minacce subite dalla vittima sono dettagli che rendono la situazione ancora più allarmante. La comunità locale è scossa da questa manifestazione di violenza, che mette in luce problematiche legate al maltrattamento domestico. Le forze dell’ordine, che hanno seguito il caso da vicino, stanno ora preparando il caso per il rinvio a giudizio, cercando di raccogliere tutte le prove utili per dimostrare i reati attribuiti ai due accusati.

Prossimi sviluppi e tempistiche del processo

Il prossimo passo legale avverrà il 14 gennaio, data in cui è prevista la sentenza relativa al rinvio a giudizio dei due uomini. L’attenzione sul caso rimane alta non solo per la gravità delle accuse, ma anche per il contesto sociale in cui si inserisce. Temi come la violenza domestica e le modalità brutali di repressione continuano a essere al centro del dibattito pubblico.

La comunità si aspetta un intervento deciso da parte delle autorità competenti, non solo per garantire giustizia alla vittima, ma anche per rafforzare la lotta contro la violenza di genere e le organizzazioni che utilizzano metodi mafiusi per affrontare le proprie dispute. Il processo potrebbe diventare un importante evento da seguire attentamente, non solo per gli attori coinvolti ma anche per le implicazioni più ampie che questa vicenda solleva.

Ultimo aggiornamento il 6 Gennaio 2025 da Armando Proietti

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