Il recente piano approvato dalla giunta regionale del Lazio per la riorganizzazione della rete scolastica ha sollevato non poche critiche, non solo da parte degli insegnanti, ma anche delle famiglie e delle autorità locali. Questa iniziativa, che è stata formalizzata il 23 dicembre scorso, sembra non rispettare il principio di territorialità e le linee guida sul dimensionamento scolastico. La coordinatrice provinciale della Gilda Insegnanti di Latina, Patrizia Giovannini, espone in dettaglio le problematiche e le implicazioni di queste misure, evidenziando come possano influenzare la formazione e l’organizzazione degli istituti scolastici.
Accorpamenti controversi tra Latina e Terracina
La Gilda Insegnanti sta ponendo l’accento sugli accorpamenti delle scuole a Latina e Terracina, due comuni che, insieme, si trovano a dover affrontare significative sfide nel campo educativo. Durante la Conferenza permanente per l’istruzione della Regione Lazio, si è discusso il caso di Minturno, ma per le scuole di Latina e Terracina non sono state presentate proposte. La mancanza di comunicazione e di coinvolgimento da parte della Provincia in questa fase ha sollevato interrogativi sulla trasparenza del processo decisionale. Secondo Giovannini, l’operato della giunta Rocca appare arbitrario e in contrasto con le linee guida stabilite dalla stessa Regione. Questa situazione solleva dubbi riguardo alla funzione della conferenza permanente, vista come un ente di facciata, piuttosto che un vero strumento di partecipazione democratica.
L’impatto sulle scuole e sul personale
Il nuovo piano regionale prevede l’unione degli istituti Don Milani e Vito Fabiano a Latina, oltre a un accorpamento tra il Filosi e il Bianchini a Terracina. Tali cambiamenti arriveranno inaspettati per il personale scolastico, creando istituti sovradimensionati che supereranno i 1200 alunni. Questa situazione comporta anche lo spostamento della segreteria della Don Milani, attualmente presente nel capoluogo pontino, verso l’istituto di Borgo Sabotino. Tale decentramento rischia di compromettere l’accessibilità per le famiglie e il personale dei quartieri Q4 e Q5, che contano oltre 25.000 abitanti.
Giovannini ha espresso preoccupazione per l’impatto che queste fusioni potrebbero avere sulla qualità dell’istruzione. La percezione generale è che ci sia una preferenza posta su alcuni istituti a discapito di altri, alimentando ulteriori tensioni tra le scuole. Ciò è messo in evidenza dai malcontenti provenienti dall’istituto Filosi, mentre la reazione dell’istituto Don Milani è sorprendentemente silenziosa, il che potrebbe indicare una difficoltà nel fronteggiare il cambiamento.
La questione delle dirigenze scolastiche
Un ulteriore aspetto controverso è costituito dall’iniziativa del Ministero di ridurre il numero delle dirigenze scolastiche, con l’obiettivo di abbattere più di 600 posti dirigenziali nei prossimi tre anni a partire dal 2023. Giovannini avverte che questa strategia non solo comprometterà l’organico delle scuole, ma potrebbe anche tagliare il personale scolastico, colpendo in modo particolare gli istituti più vulnerabili, soprattutto nel Lazio e nel sud Italia, dove la carenza di docenti e di personale ATA si fa sentire.
Queste manovre ministeriali confermano un’intrusione della politica nelle decisioni scolastiche, allontanando l’attenzione dagli obiettivi educativi fondamentali che dovrebbero guidare le scelte politiche. Le preoccupazioni espresse dalla Gilda Insegnanti di Latina mettono in luce un clima di incertezza che potrebbe influenzare negativamente la formazione degli studenti e lo stesso funzionamento delle istituzioni scolastiche. Questo richiede un ripensamento e una comunicazione chiara da parte delle autorità competenti, per garantire che le scelte fatte abbiano a cuore il benessere educativo di bambini e ragazzi.
Ultimo aggiornamento il 10 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina