Una situazione tesa si è creata in Lazio a seguito del piano di dimensionamento scolastico per l’anno accademico 2025-2026. La coordinatrice provinciale della Gilda Insegnanti di Latina, Patrizia Giovannini, ha espresso il suo scontento durante la conferenza permanente per l’istruzione tenutasi il 25 novembre. Questo incontro ha messo in luce l’approccio del governo in tema di organizzazione scolastica, che secondo alcuni non tiene conto delle reali esigenze delle comunità locali.
Piano di dimensionamento scolastico del Lazio
Il piano in discussione prevede importanti modifiche al numero di istituti scolastici nel Lazio. Con sei accorpamenti a Roma, due nel Frusinate e uno a Rieti, si delineano riorganizzazioni significative. Per quanto riguarda Latina, i riflettori sono puntati su due istituti: la riorganizzazione dell’omnicomprensivo Minturno-Castelforte-Santi Cosma e Damiano e l’ITIS Pacinotti nella sede distaccata di Santi Cosma e Damiano. Tali cambiamenti potrebbero innescare uno smembramento di scuole che, ad oggi, mostrano un buon funzionamento e non destano preoccupazione per quanto riguarda il dimensionamento.
Giovannini ha sottolineato come, in un contesto di tagli di 5.660 docenti e 2.174 unità di personale ATA, la provincia di Latina avrebbe dovuto mantenere la situazione attuale, almeno fino a quando non ci fossero prove tangibili della necessità di riorganizzazione. Ritenendo insoddisfacente l’approccio adottato rispetto a Viterbo, la Gilda esprime preoccupazione non solo per la gestione della situazione ma anche per le modalità di coinvolgimento delle parti interessate nel processo.
Critiche alle modalità della conferenza
Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dalla conferenza è il ruolo inadeguato giocato dall’Ufficio scolastico regionale . La segretaria della Gilda ha evidenziato come i rappresentanti dell’USR siano stati assenti nella formulazione di contributi significativi riguardo al piano di dimensionamento e ai nuovi indirizzi richiesti dalle scuole. Questa mancanza di coinvolgimento ha portato a una conferenza, secondo Giovannini, “completamente svuotata della sua funzione”.
La paralisi del processo decisionale ha scatenato l’allerta sui potenziali tagli alle autonomie scolastiche. Il rischio paventato è che, invece delle 9 chiusure suggerite dai piani provinciali, la Regione potrebbe decidere di procedere con 23 accorpamenti. Le sigle sindacali hanno dunque espresso il bisogno di maggiore trasparenza sui criteri e sulla localizzazione delle possibili chiusure.
Richieste di intervento e futuro della scuola
Le organizzazioni sindacali presenti alla conferenza hanno espresso la loro contrarietà verso il piano di dimensionamento e l’approccio adottato nell’incontro. A tal fine, hanno già richiesto l’istituzione di un nuovo tavolo di discussione da convocare entro il 30 novembre, per garantire la presenza di tutti i soggetti coinvolti e ripristinare una discussione fruttuosa e aperta.
Giovannini ha concluso sottolineando l’importanza del ruolo dell’USR come garante della scuola pubblica, insistendo sulla necessità di ripristinare i pareri tecnici dovuti. Questo aspetto è considerato cruciale non solo per il presente, ma anche per il futuro della scuola e del sistema educativo nel Lazio, poiché qualsiasi decisione che coinvolga il dimensionamento delle scuole avrà ripercussioni durature sulle comunità e sugli studenti.
Ultimo aggiornamento il 27 Novembre 2024 da Sofia Greco