Le scorte di gas in Europa mostrano un lievissimo aumento superando i livelli raggiunti a metà aprile del 2022. La situazione appare ancora distante dalle quantità accumulate negli ultimi anni ma indica un miglioramento nelle riserve. L’Italia guida la classifica tra i paesi europei per capacità di riempimento, davanti alla Germania, che invece presenta una ripresa più lenta.
andamento delle scorte di gas in europa nel 2025
Al 16 aprile 2025, le riserve di gas naturale nell’Unione Europea sono arrivate a 407,603 terawattora , ovvero circa il 36% della capacità totale degli stoccaggi. Questo dato supera i 319,91 TWh registrati nello stesso periodo del 2022 ma resta molto sotto i valori raggiunti nel 2023 e soprattutto nel 2024 , che erano anni con scorte nettamente più elevate.
Il dato offre uno spaccato chiaro delle difficoltà ancora presenti nel riempire completamente gli impianti di stoccaggio, probabilmente dovute a vari fattori climatici e di mercato. Tuttavia, il valore attuale rappresenta una crescita rispetto allo scorso anno e fa sperare in un progressivo recupero delle riserve dopo una fase di consumi elevati e tensioni sul mercato energetico. La capacità totale di immagazzinamento di gas naturale nell’UE resta intorno a 1100 TWh, quindi le attuali scorte coprono poco più di un terzo della soglia.
il ruolo dell’Italia negli stoccaggi di gas europeo
L’Italia occupa una posizione di primo piano nel panorama europeo, superando la quota del 40% di riempimento degli stoccaggi nazionali. Il 16 aprile scorso le riserve italiane hanno raggiunto quota 88,66 TWh, pari al 43,88% della capacità disponibile. Questa percentuale è superiore a quella dell’anno precedente, quando si attestava a circa 61,78 TWh, confermando una crescita interessante.
Nonostante il miglioramento rispetto al 2022, l’Italia non ha ancora raggiunto i livelli massimi del 2023 e 2024, anni in cui il volume delle scorte aveva superato i 118 e 122 TWh rispettivamente. Questo indica una tendenza positiva nel recupero, ma evidenzia anche che resta molto spazio per aumentare i quantitativi immagazzinati.
Nel confronto con altri grandi paesi europei, l’Italia mantiene un vantaggio in termini percentuali: lo stoccaggio del 43,88% si colloca oltre il valore medio europeo del 36%, posizionando il paese in testa alla classifica continentale. Questa situazione dipende da diversi fattori, tra cui la rete di infrastrutture nazionali e le strategie di approvvigionamento adottate negli ultimi mesi.
confronto delle scorte tra germania e italia
La Germania, secondo paese europeo per domanda di gas, presenta un riempimento degli stoccaggi più contenuto. Al 16 aprile le riserve tedesche erano pari a 74,34 TWh, con una percentuale del 30,15% sulla capacità disponibile, inferiore rispetto ai dati italiani.
Rispetto all’anno scorso, le scorte in Germania sono rimaste stabili, ma risultano inferiori ai volumi del 2022, quando si registravano 75,23 TWh. La distanza dai dati più alti del 2023 e del 2024 è notevole, il che mostra come il paese stia gestendo ancora una fase di recupero delle riserve piuttosto lenta.
Questa disparità fra Italia e Germania riflette la differenza nelle strategie di approvvigionamento e nelle condizioni climatiche e di consumo. La Germania resta però uno degli attori principali nella gestione delle forniture europee di gas e la variazione delle sue scorte influenza l’intero mercato.
impatto della ripresa degli stoccaggi sui prezzi del gas
La ripresa delle iniezioni del gas naturale nei depositi appare collegata a una certa stabilizzazione dei prezzi sul mercato europeo, anche se le condizioni restano incerte. Il 17 aprile 2025 il prezzo del gas sul mercato Ttf di Amsterdam ha chiuso in rialzo di quasi l’1%, attestandosi a 35,66 euro per megawattora .
Questo aumento moderato segue un periodo in cui condizioni climatiche sfavorevoli hanno limitato la possibilità di aumentare le scorte. In particolare, temperature più fredde del previsto hanno costretto a consumi più elevati, riducendo la capacità di immagazzinamento in vista dei mesi estivi.
Inoltre le aspettative di una crescita della domanda di gas in Asia, legata a una possibile ondata di calore estiva, hanno contribuito a mantenere il prezzo del metano su livelli non bassi. La situazione resta quindi instabile e dipenderà dai prossimi sviluppi climatici e dalla capacità delle produzioni di soddisfare la domanda.
La ripresa di iniezioni negli stoccaggi potrà alleviare le tensioni nel medio termine, con un impatto positivo per i consumatori europei, ma il contesto resta complesso e segnato da diverse variabili. Il monitoraggio dei livelli di scorte nei prossimi mesi sarà cruciale per comprendere l’andamento del mercato gas europeo.