La Corte di Cassazione ha recentemente emesso una sentenza significativa riguardante il diritto alla salute e il valore delle abitazioni, dopo che una coppia di Varazze ha ricevuto un indennizzo a causa del rumore e dell’inquinamento acustico causati dall’autostrada A10, che scorre vicino alla loro casa. La decisione evidenzia l’importanza di tutelare il benessere dei cittadini e il valore delle loro proprietà in presenza di opere infrastrutturali.
La sentenza della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, in una pronuncia della Terza sezione civile, ha confermato le tesi portate avanti dai coniugi residenti a Varazze, che avevano fatto richiesta di un risarcimento per il notevole disturbo arrecato dal traffico autostradale. La giudice Antonietta Scrima ha respinto il ricorso presentato da Autostrade per l’Italia , riconoscendo come il rumore generato dalle automobili e le emissioni inquinanti abbiano seriamente compromesso la qualità della vita degli abitanti e il valore dell’immobile. È stata quindi stabilita l’entità del risarcimento, compreso il danno esistenziale, per un totale che potrebbe superare il milione di euro.
Con l’indennizzo riconosciuto, si calcola che il valore commerciale della casa sia stato dimezzato, raggiungendo un deprezzamento stimato a 951mila euro. Questa somma non include solo il danno diretto alla proprietà , ma anche il riconoscimento del danno esistenziale, legato all’impatto negativo sul godimento dell’immobile da parte dei coniugi.
Il percorso giuridico della causa
La causa intentata dai due varazzini ha avuto un percorso giuridico articolato, articolato in tre fasi. Inizialmente, i coniugi hanno presentato ricorso al Tribunale di Savona, dopo aver constatato che le immissioni sonore e di gas di scarico costituiscono un superamento dei limiti di normale tollerabilità . Questo, secondo la loro argomentazione, ha non solo influenzato la loro salute, ma ha anche ridotto il valore della loro abitazione.
La sentenza del Tribunale di Savona ha stabilito che Aspi dovesse risarcire il danno esistenziale e adottare misure di contenimento, come l’installazione di barriere fonoassorbenti. Tuttavia, la richiesta di risarcimento per danno biologico e per il deprezzamento venne inizialmente respinta, portando i coniugi a continuare la battaglia legale fino alla Corte di Cassazione.
Le implicazioni future e la responsabilità di Aspi
Questo caso solleva interrogativi importanti riguardo alla responsabilità delle aziende autostradali nei confronti dei cittadini che abitano nelle vicinanze delle loro infrastrutture. Dopo la sentenza della Corte di Cassazione, risulta chiaro che le aziende devono non solo rispettare i livelli di rumore previsti dalla legge, ma devono anche considerare danni indiretti come il deterioramento della qualità della vita per le persone esposte a lungo termine agli effetti negativi delle loro operazioni.
Il responsabile della comunicazione di Autostrade, Moretti, ha annunciato l’intenzione di implementare tecnologie avanzate, come app e intelligenza artificiale, per informare gli utenti sulla condizione del traffico e i potenziali disagi, cercando in questo modo di migliorare la trasparenza e la comunicazione con la popolazione. Tuttavia, queste misure non possono compensare il danno già subito dai residenti e non bastano a risolvere le problematiche legate all’inquinamento acustico e atmosferico. La decisione della Corte di Cassazione potrà quindi influenzare altri casi in Italia e richiedere ad Aspi una revisione delle proprie strategie per evitare ulteriori conflitti legali.