Risarcimento da quasi un milione di euro richiesto a Matteo Salvini nel processo Open Arms

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Risarcimento da quasi un milione di euro richiesto a Matteo Salvini nel processo Open Arms - Fonte: Adnkronos | Gaeta.it

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Il processo che coinvolge Matteo Salvini, attuale vicepremier e ministro, si concentra su accuse gravi legate all'impedimento dello sbarco di 147 migranti nel 2019. Le parti civili hanno richiesto un risarcimento totale di quasi un milione di euro, accusando il ministro di comportamenti disumani e un approccio politico che ha compromesso i diritti dei naufraghi.

accuse di condotta disumana e politicamente motivata

Le dichiarazioni pesanti degli avvocati di parte civile

La giornata processuale ha visto gli avvocati di parte civile, rappresentanti di diverse associazioni e di migranti, presentare accuse severe contro Matteo Salvini. L'avvocato Fabio Lanfranca, in particolare, ha descritto le atrocità subite dai migranti durante il loro viaggio, enfatizzando la situazione di un sedicenne orfano sottoposto a violenze in Libia. Lanfranca ha affermato che non c'erano motivi giuridici per negare ai migranti il permesso di entrare in un porto sicuro, definendo l'azione di Salvini come un "atteggiamento marcatamente politico".

Altre dichiarazioni hanno sottolineato il contesto tragico in cui i migranti sono stati costretti a rimanere per giorni a bordo della Open Arms, senza accesso a cure mediche e in condizioni igieniche precarie. Le richieste di risarcimento variano, con l'ONG Open Arms che richiede 380mila euro e altre associazioni tra 30mila e 50mila euro, evidenziando l'impatto delle decisioni politiche di Salvini sulla vita dei naufraghi.

Il legale di Open Arms espone la gravità della situazione

L'avvocato Arturo Salerni, rappresentante di Open Arms, ha parlato dell'ingiustificata attesa a cui i migranti sono stati sottoposti e ha messo in luce le terribili esperienze di chi ha passato giorni sulla nave in condizioni disumane. Secondo le dichiarazioni giuridiche, la condotta dell'imputato ha avuto effetti dannosi diretti sulla dignità e sui diritti dei migranti. Il loro prolungato soggiorno in mare, in attesa di un permesso di sbarco, è stato definito come una violazione dei trattati internazionali.

le argomentazioni della difesa e la realtà politica

La difesa di Salvini: azione politica per la sicurezza nazionale

Il legale di Salvini, Giulia Bongiorno, ha ribadito che l'atteggiamento del ministro intendeva proteggere i confini nazionali. Secondo la difesa, le decisioni adottate dall'ex ministro sarebbero state motivate da una necessità di garantire la sicurezza del paese in un contesto difficile. L'avvocato ha anche espresso solidarietà ai magistrati coinvolti nel processo, sottolineando la necessità di condannare ogni forma di violenza o minacce dirette a chi esercita il potere giudiziario.

La difesa sostiene che non ci sia stata una violazione della legge, ma piuttosto un'azione politica che si rifa ai principi di ordine e sicurezza pubblica. Le argomentazioni presentate dall'avvocato hanno cercato di distogliere l'attenzione dalle accuse di condotta disumana, sostenendo che l'imputato ha agito nell'interesse dello Stato.

Critiche alla condotta dell’ex ministro

Tuttavia, gli avvocati delle parti civili hanno contestato queste affermazioni, insistendo sul fatto che la gestione della situazione da parte di Salvini è stata una grave violazione delle norme sui diritti umani. L'avvocato Giorgio Bisagna ha evidenziato l'assenza di qualsiasi provvedimento amministrativo che giustificasse l'atteggiamento di Salvini, sottolineando che la condotta è stata illegalmente improntata all’ostilità nei confronti dei migranti.

I legali di parte civile hanno richiamato l'attenzione sulla necessità di rispettare le procedure previste in situazioni simili, affermando che la mancata applicazione di queste norme ha avuto gravi ripercussioni sui diritti fondamentali dei migranti soccorsi.

testimonianze dirette: le storie dei migranti

L’esperienza traumatica di Musa

Le testimonianze di migranti come Musa, che ha trascorso 17 giorni sulla Open Arms, hanno evidenziato la gravità della situazione. In aula, l'avvocato Serena Romano ha raccontato la storia di Musa, un giovane che ha dovuto affrontare esperienze traumatiche in Libia, compreso il rischio di morte durante il viaggio. Questa testimonianza ha reso evidente il costo umano delle decisioni politiche e giuridiche che hanno portato a un trattamento vissuto come disumano.

Musa, partito dalla sua terra natia a soli 12 anni, ha descritto il suo viaggio solitario e le brutalità subite, tra cui torture e violenze nei campi di concentramento. A causa delle condizioni in cui è stato costretto a vivere, ha sviluppato terrore del mare e delle esperienze traumatiche legate al suo viaggio migratorio. Questa narrazione rivela come le scelte politiche possano avere conseguenze devastanti sulla vita reale delle persone coinvolte.

aggiornamenti sul processo

Rinvio al 18 ottobre per le difese finali

Il processo, che si svolge in un clima di grande attenzione mediatica, è stato rinviato al 18 ottobre per consentire la presentazione delle arringhe difensive. In questa nuova udienza, il presidente Roberto Murgia renderà nota la successiva programmazione per le eventuali repliche e la camera di consiglio. Il caso rimane di fondamentale importanza sia dal punto di vista legale che sociale, poiché affronta questioni critiche relative ai diritti umani e alla gestione dei flussi migratori. Le udienze continueranno a mettere in luce le tensioni tra le necessità di sicurezza nazionale e i diritti dei migranti, rendendo la situazione sempre più rilevante nel dibattito pubblico. ```

Ultimo aggiornamento il 21 Settembre 2024 da Sofia Greco

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