Le recenti misure tariffarie imposte dalla Casa Bianca nei confronti dell’Unione Europea preoccupano gli operatori del settore vinicolo in Irpinia e Sannio. Il contesto non potrebbe essere più delicato, soprattutto a pochi giorni dall’apertura del 57° Vinitaly, uno degli eventi fieristici più importanti per il settore del vino a livello internazionale. Una ricerca della Camera di Commercio Irpinia Sannio, basata su dati Istat, rivela che il valore delle vendite di vino verso gli Stati Uniti si approssima a 9 milioni di euro, rappresentando oltre il 30% del totale delle esportazioni dall’area.
L’export di vino verso gli Stati Uniti: trend e dati
Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno assunto un ruolo da protagonista per le esportazioni vinicole irpine e sannite. Nel 2024, l’Irpinia ha registrato vendite all’estero per un totale di 7 milioni di euro, segnando un incremento del 25,9% rispetto all’anno precedente. Per il Sannio, le vendite hanno raggiunto 1,85 milioni di euro, con un incremento del 27,5% sul 2023. L’export di vino irpino ha subito un significativo incremento nel 2023, toccando quota 22,7 milioni di euro, con un aumento dell’11,2%. Le vendite negli Stati Uniti hanno rappresentato il 30,8% del mercato estero per i vini irpini, mentre per i vini sanniti il dato è del 28,5%, corrispondente a 6,5 milioni di euro.
Questi dati testimoniano l’importanza strategica del mercato statunitense per i vini di alta qualità prodotti in queste terre, famose per la loro grande varietà vitivinicola.
I produttori di vino e la paura dei dazi
La preoccupazione si è intensificata tra i produttori di vino di qualità che rappresentano zone rinomate per la loro produzione. L’Irpinia e il Sannio possono vantare un’importante classificazione delle loro produzioni, inclusi tre vini a Denominazione di Origine Controllata , quattro a Denominazione di Origine Controllata e Garantita e un Indicazione Geografica Protetta . Tra i vini più celebri ci sono il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo, la Falanghina del Sannio, oltre ai rossi come il Taurasi e l’Aglianico del Taburno.
Girolamo Pettrone, commissario straordinario della Camera di Commercio Irpinia Sannio, ha espresso la sua preoccupazione riguardo all’impatto significativo che i nuovi dazi potrebbero avere sul settore agroalimentare locale. Ha sottolineato che il 70% dell’export di vino e olio d’oliva è diretto verso gli Stati Uniti, e la recente crescita degli ordini, registrata da dicembre scorso, è una reazione all’incertezza legata ai dazi. Pettrone ha richiamato l’attenzione sull’urgenza di stabilire una risposta chiara da parte dell’Unione Europea e del Governo italiano, per mitigare questa situazione critica che minaccia l’economia del territorio, in particolare i settori vitivinicolo e oleario.
Futuro e strategie per il mercato vinicolo
Con il Vinitaly alle porte, il clima è teso, ma gli operatori del settore si preparano a dare il massimo per promuovere le proprie etichette. La fiera offre una piattaforma preziosa per attrarre nuovi mercati e consolidare quelli esistenti, ma la questione dei dazi potrebbe fare la differenza tra il successo e l’insuccesso delle vendite future. La capacità dei produttori di adattarsi a questo scenario, facendo leva sui punti di forza delle proprie produzioni, potrebbe rivelarsi cruciale.
L’attenzione alla qualità , la valorizzazione delle tradizioni locali e l’innovazione nel marketing saranno fattori determinanti su cui investire per mantenere la competitività nel mercato globale. In un momento storico in cui le tensioni commerciali possono influenzare negativamente le esportazioni, i produttori di vino di Irpinia e Sannio si trovano davanti a una sfida significativa che richiede determinazione e strategia.