Rischio carenza assistenti bagnanti: la nuova normativa preoccupa le spiagge italiane

Rischio carenza assistenti bagnanti: la nuova normativa preoccupa le spiagge italiane

La nuova normativa italiana sull’età minima per assistenti bagnanti solleva preoccupazioni tra le associazioni di categoria, rischiando di ridurre la forza lavoro e compromettere la sicurezza nelle spiagge e piscine.
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Rischio carenza assistenti bagnanti: la nuova normativa preoccupa le spiagge italiane - Gaeta.it

La prossima stagione estiva si preannuncia critica per quanto riguarda la sicurezza degli stabilimenti balneari e delle piscine in Italia. Un nuovo decreto emanato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il 29 maggio 2024, ha introdotto cambiamenti normativi significativi che potrebbero limitare il numero di assistenti bagnanti disponibili nel paese. Le ripercussioni potenziali di tali modifiche sollevano preoccupazioni tra le associazioni di categoria e i professionisti del settore.

La nuova normativa e le sue problematiche

Il Regolamento, che stabilisce le norme per l’individuazione dei soggetti autorizzati alla formazione di personale per il salvataggio, prevede importanti cambiamenti, tra cui l’innalzamento dell’età minima per esercitare l’attività di assistente bagnanti da 16 a 18 anni. Questa modifica si rileva di particolare rilievo considerando che attualmente il 53% degli assistenti bagnanti sono minorenni, e una buona parte di essi, circa il 75%, è composta da studenti delle scuole superiori. Molti di questi ragazzi affrontano la loro prima esperienza lavorativa come bagnini, contribuendo in modo cruciale alla sicurezza in ambienti acquatici.

Questa scelta normativa, tuttavia, rischia di aggravare ulteriormente il già complicato problema del reperimento di personale nel settore, che è storicamente difficile. Le associazioni temono che l’innalzamento dell’età porti a una significativa diminuzione della forza lavoro, con conseguenze dirette sulla capacità di garantire sicurezza nelle spiagge e piscine italiane.

Le richieste degli operatori del settore

Le preoccupazioni espresse dalle associazioni di categoria sono state formalizzate dalla senatrice Gabriella Di Girolamo, che ha indirizzato una richiesta al ministro Salvini. Nella comunicazione, ha sottolineato l’importanza di istituire un tavolo di confronto con le associazioni coinvolte, per fronteggiare le criticità sollevate dal nuovo Regolamento. L’obiettivo di questo dialogo è quello di identificare soluzioni pratiche che possano garantire non solo il regolare svolgimento delle attività di belneazione, ma anche la piena operatività di un intero settore.

Un ulteriore aspetto critico è rappresentato dalla necessità per gli enti formatori di disporre di allenatori di nuoto per salvamento, i quali devono possedere un’abilitazione riconosciuta dal Sistema Nazionale di Qualifiche, gestito dal CONI. Ciò implica un restringimento della possibilità di formazione disponibile e, conseguentemente, una diminuzione del numero di assistenti bagnanti formati.

I principali enti operanti nel settore del salvataggio

In Italia, la formazione degli assistenti bagnanti è gestita da alcune società specializzate, tra cui la storica Società Nazionale di Salvamento, attiva dal 1878 e con oltre 150 anni di esperienza nel settore. Questa società ha assunto un ruolo pionieristico nell’insegnamento del salvataggio marino e accreditata dal 1929 per il rilascio di brevetti di abilitazione all’esercizio della professione di bagnino.

La Federazione Italiana Nuoto, attualmente presieduta dall’onorevole Paolo Barelli, gioca un ruolo cruciale nel rilascio delle abilitazioni necessarie per i formatori. La specificità di un unico ente autorizzato a rilasciare queste abilitazioni suscita interrogativi in merito ai potenziali conflitti di interesse. Associazioni di categoria hanno manifestato dubbi a riguardo, ritenendo necessaria una maggiore trasparenza e un ampio confronto tra le parti per affrontare al meglio la situazione.

Le preoccupazioni relative all’applicazione di questa nuova normativa e alla gestione delle risorse umane nel settore del salvataggio marino e acquatico evidenziano la necessità di un intervento immediato e coordinato per garantire la sicurezza delle persone che frequentano le spiagge e le piscine italiane.

Ultimo aggiornamento il 16 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina

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