Rischio estinzione per i floristi milanesi: l'appello ai giovani a preservare una tradizione

Rischio estinzione per i floristi milanesi: l’appello ai giovani a preservare una tradizione

L’Associazione Fioristi di Milano lancia un allarme sul ricambio generazionale nel settore, avvertendo che entro il 2035 potrebbero rimanere solo dieci negozi attivi nella città.
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Rischio estinzione per i floristi milanesi: l'appello ai giovani a preservare una tradizione - Gaeta.it

L’Associazione Fioristi Confcommercio di Milano ha lanciato un allarme riguardante la professione del fiorista, segnalando un grave problema di ricambio generazionale. Secondo un’indagine interna, l’età media degli operatori in questo settore è molto alta. Si stima, infatti, che se il trend attuale dovesse continuare, entro il 2035 a Milano potrebbero rimanere attivi solo una decina di negozi di fiori e piante. Questo scenario preoccupante mette in luce un futuro incerto per una professione che ha rappresentato per decenni un’importante attività economica e culturale nella città.

L’indagine dell’associazione fioristi

L’analisi condotta dall’Associazione Fioristi di Milano ha rivelato dati preoccupanti sulla situazione dei negozi di fiori nella città. Attualmente, sono oltre 250 le attività commerciali esistenti, ma le proiezioni future non lasciano presagire nulla di buono. Con un’interessante disamina dei fattori che influenzano il mercato, emerge chiaramente che il disinteresse dei giovani verso la professione di fiorista sta contribuendo a questo declino. L’esistenza di una cultura lavorativa sempre più legata a settori alternativi si sta dimostrando un ostacolo significativo all’ingresso di nuove forze lavorative.

Un aspetto rilevante dell’indagine è la frattura tra le tradizioni artigianali e le aspirazioni professionali delle nuove generazioni. Molti giovani preferiscono dedicarsi a professioni più digitali o legate alla tecnologia, relegando il mondo del florovivaismo a una nicchia poco attraente.

L’Associazione si sta adoperando per portare a conoscenza questo problema, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica e i potenziali futuri floristi riguardo le imprese locali e le loro radici storiche.

La voce dei floristi

Roberto Rossi, presidente dell’Associazione, ha espresso il suo disappunto riguardo al futuro incerto della professione. “È un dato allarmante che non possiamo ignorare,” ha affermato. La figura del fiorista non è solo un lavoro, ma rappresenta un’arte necessaria nella comunità. Rossi sottolinea l’importanza della creatività e della manualità nella professione, suggerendo che rinunciare a queste tradizioni significherebbe privare la città di un aspetto fondamentale della sua cultura.

In aggiunta, l’associazione evidenzia come il mestiere di fiorista non sia statico, ma anzi possa evolvere e adattarsi ai tempi moderni. In tal senso, il concetto di “fiorista 2.0” si sta affermando, con un professionista in grado di offrire non solo composizioni floreali per eventi privati, ma anche consulenze per spazi verdi, progettazioni di giardini e molto altro.

L’appello ai giovani

Il direttore dell’Associazione Fioristi, Paolo Uniti, ha lanciato un appello chiaro e deciso: “Vogliamo invitare i giovani a riscoprire questa professione ricca di opportunità e creatività.” Secondo Uniti, il futuro del verde a Milano è strettamente legato all’impegno delle nuove generazioni. La professione del fiorista si presenta non solo come un lavoro, ma come un’opportunità per esprimere la propria creatività, oltre a garantire uno sviluppo lavorativo che può adattarsi alle esigenze moderne.

Il fiorista oggi non è solo un venditore di fiori, ma diventa un vero e proprio “floreal manager“, capace di combinare estetica e praticità, rispondendo alle richieste di una clientela sempre più esigente. Questo cambio di prospettiva potrebbe attirare nuovi talenti, favorendo una rinascita di questo settore così critico per la cultura e l’economia di Milano.

Nella lotta contro la possibile estinzione della figura del fiorista, le parti interessate stanno cercando di attivare strategie di marketing e di comunicazione per attrarre giovani appassionati di piante e creatività. La sfida non è solo quella di mantenere viva una tradizione, ma di trasformarla in un’opportunità professionale concreta per il futuro.

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