Riscoperta dei vitigni autoctoni: il caso di Solopaca e la valorizzazione delle tradizioni vinicole

Riscoperta dei vitigni autoctoni: il caso di Solopaca e la valorizzazione delle tradizioni vinicole

Il riconoscimento di dodici vitigni autoctoni a Solopaca promuove la valorizzazione del patrimonio vitivinicolo italiano, favorendo pratiche agricole storiche e sostenibili per un futuro più resiliente e redditizio.
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Riscoperta dei vitigni autoctoni: il caso di Solopaca e la valorizzazione delle tradizioni vinicole - Gaeta.it

Il recente riconoscimento ufficiale di dodici vitigni autoctoni nel territorio di Solopaca segna un passo importante per la valorizzazione del patrimonio vitivinicolo italiano. Le varietà, come le Vernacce e le Tentiglie, recuperate tra località come Castelvenere, la Penisola Sorrentina e il Golfo di Policastro, evidenziano il ritorno a pratiche agricole storiche che, a lungo trascurate, avrebbero potuto offrire risultati ben diversi rispetto alla coltivazione intensiva adottata a partire dagli anni Settanta. L’interesse attuale verso queste “uve rare” mette in luce la necessità di un cambio di rotta nel settore vitivinicolo.

Il valore dei vitigni autoctoni

La riconversione verso vitigni autoctoni rappresenta non solo un atto di recupero culturale, ma anche un’importante opportunità economica per il settore vitivinicolo locale. L’abbandono delle varietà tradizionali in favore di quelle più moderne ha portato a risultati insoddisfacenti, sia in termini di rendimento che di qualità del vino prodotto. La scelta di tornare a coltivare vitigni storici potrebbe contribuire a risollevare un settore segnato da difficoltà economiche e a valorizzare le peculiari caratteristiche del territorio.

Il Presidente dell’Associazione “Vignaioli di Solopaca”, Clemente Colella, sottolinea come gli studi condotti negli ultimi dieci anni abbiano rivelato un patrimonio vinicolo insospettabile. I vitigni autoctoni non solo raccontano la storia e le tradizioni agricole di una regione, ma rappresentano anche una preziosa risorsa genetica per il futuro della viticoltura, soprattutto in un’epoca in cui le problematiche legate ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità richiedono un ripensamento delle pratiche agricole.

Il convegno “Pratiche, varietà e territorio a Solopaca”

Sabato prossimo, presso la Cantina Sociale di Solopaca, si terrà un convegno volto a discutere le scoperte recenti riguardanti i vitigni storici. Intitolato “Pratiche, varietà e territorio a Solopaca – La Raggiera del Taburno, le Vernacce, le Tentiglie e altre ‘uve rare’, dalla ricerca a…?…Ora tocca a noi!”, l’incontro è un’opportunità per approfondire i risultati della ricerca realizzata dal CNR-ISPC e dal CREA-VE, con il sostegno della Regione Campania.

Questo evento si propone di fornire un’importante piattaforma di confronto tra agricoltori, ricercatori e politici per definire strategie di rilancio del settore vitivinicolo locale. Colella, che aprirà i lavori, si avvarrà della presenza di esperti del settore, tra cui l’Assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo e rappresentanti del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, per discutere dell’importanza delle pratiche agricole tradizionali e del loro impatto sul futuro della viticoltura.

Il riconoscimento da parte dei registri nazionali

Uno dei risultati più significativi derivanti dalla ricerca è stata l’iscrizione del sistema agricolo della “Vite a raggiera del Taburno” nel “Registro dei paesaggi rurali storici, pratiche agricole e conoscenze tradizionali”. Questo riconoscimento è significativo poiché valorizza le tradizioni locali e preserva la biodiversità vitivinicola. Un elemento cruciale in un contesto in cui le varietà autoctone possono giocare un ruolo fondamentale nella lotta contro malattie e parassiti, consentendo allo stesso tempo una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici.

In aggiunta, l’inserimento di dodici vitigni autoctoni nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite rappresenta un segno tangibile dell’importanza di questi vitigni nel panorama vinicolo italiano. Queste varietà non solo hanno il potenziale di produrre vini unici, con caratteristiche organolettiche particolari, ma sono anche portatrici di storie e tradizioni che meritano di essere raccontate e preservate.

La strada intrapresa dai produttori di Solopaca potrebbe favorire un rinnovato interesse verso la valorizzazione delle tradizioni vinicole e, auspicabilmente, contribuire a un rinascimento del settore a livello locale.

Ultimo aggiornamento il 4 Dicembre 2024 da Donatella Ercolano

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