Ritorno alle prime notizie sul Covid: allerta per la nuova variante LP.8.1 negli Stati Uniti

Ritorno alle prime notizie sul Covid: allerta per la nuova variante LP.8.1 negli Stati Uniti

La variante Covid LP.8.1, attualmente al 42% dei contagi negli Stati Uniti, presenta sintomi simili all’influenza e non sembra aggravare i sistemi sanitari, secondo l’epidemiologo Massimo Ciccozzi.
Ritorno Alle Prime Notizie Sul Ritorno Alle Prime Notizie Sul
Ritorno alle prime notizie sul Covid: allerta per la nuova variante LP.8.1 negli Stati Uniti - Gaeta.it

La recente diffusione di un nuovo ceppo virus, appartenente alla famiglia del Sars-CoV-2, ha nuovamente attirato l’attenzione degli esperti e dei media. La variante LP.8.1, che ha già trovato terreno fertile negli Stati Uniti, rappresenta ora il 42% dei contagi nel Paese. Sebbene la paura legata al Covid sembri lontana, l’epidemiologo Massimo Ciccozzi avverte che, oltre ai sintomi che si associano a questa nuova variante, è cruciale mantenere un certo livello di informazione e preparazione.

La nuova variante Covid: caratteristiche di LP.8.1

Secondo gli specialisti statunitensi, la LP.8.1 ha origine dalla variante JN.1, noto ceppo del virus Coronavirus per il quale il vaccino attuale offre protezione. Identificata per la prima volta lo scorso luglio, la LP.8.1 si è diffusa significativamente nei mesi invernali, interessando attualmente 23 nazioni in tutto il mondo. Recenti studi pubblicati su Lancet Infectious Disease suggeriscono che, nonostante la sua diffusione, questa variante di Covid-19 potrebbe risultare meno infettiva rispetto al ceppo originario JN.1, facente parte della famiglia di Omicron. Tuttavia, c’è una certa incertezza su quanto possa effettivamente evitare la risposta immunitaria, come evidenziato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità .

In questo contesto, l’OMS ha ribadito che i vaccini attualmente disponibili continuano ad essere efficaci nella prevenzione di malattie severe e sintomatiche. Sebbene la variante LP.8.1 stia conquistando terreno, le previsioni parlano di un’ondata che non aggraverebbe significativamente i sistemi sanitari come accaduto durante il picco pandemico.

I sintomi del Covid: simili all’influenza

Solo pochi anni fa, il Covid era associato a sintomi quivi in gran parte distintivi, come la perdita del gusto e dell’olfatto. Oggi, invece, i sintomi di LP.8.1 tendono ad assomigliare a quelli dell’influenza stagionale o di una sindrome parainfluenzale. Febbre alta, mal di gola, dolori articolari e rinite sono ora i segni predominanti dell’infezione. Nei bambini, ad esempio, è stata segnalata la variante XBB.1.16, nota anche come Arcturus, collegata a conflitti oculari come congiuntiviti. Questo avvicinamento ai sintomi influenzali rappresenta un significativo cambiamento nel modo in cui il virus si manifesta.

La somiglianza con l’influenza classica potrebbe rendere più complicato il riconoscimento dell’infezione, ma mantiene comunque un carattere allarmante che non andrebbe sottovalutato.

Il parere dell’epidemiologo Massimo Ciccozzi

Massimo Ciccozzi, epidemiologo di spicco e professore di Biologia molecolare presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma, ha chiarito alcuni aspetti chiave riguardanti la variante LP.8.1. Sebbene evidenzia l’importanza di monitorare costantemente l’evoluzione del virus, Ciccozzi afferma che al momento non ci sono motivi di preoccupazione e che ogni nuova variante tende a essere meno pericolosa delle precedenti. In particolare, ha sottolineato che LP.8.1, più precisamente, è il risultato della combinazione di diverse lignaggi, tra cui KS.1 e KP.3, che si sono mescolati. Con l’adattamento del virus, sempre più sintomatico ai virus influenzali, ci si aspetta che simili varianti continuino a emergere nei prossimi anni.

Per quanto riguarda la prevenzione e il trattamento, Ciccozzi ha affermato che le attuali terapie, generalmente antipiretiche per la febbre e il mal di testa, rimangono efficaci nel gestire questa nuova forma di infezione.

Vaccini e nuove varianti

La questione dell’efficacia dei vaccini contro le nuove varianti è cruciale. L’epidemiologo ha confermato che, nonostante la continua evoluzione dei ceppi virali, i vaccini mantengono la capacità di prevenire le forme più gravi di Covid. Anche le persone già infette possono riammalarsi, ma generalmente con sintomi più leggeri. Le risposte immunologiche, sia da vaccinazione che da infezione, aiutano a ridurre il rischio di malattie severe.

In caso di manifestazione di sintomi, il tampone potrebbe non essere sempre necessario, a meno che i pazienti non siano particolarmente fragili. Ciccozzi ha suggerito che, in questo momento, la maggiore attenzione dovrebbe ricadere su malattie come il morbillo, con un tasso crescente di segnalazioni negli Stati Uniti, piuttosto che su LP.8.1.

L’attenzione generale rimane alta poiché la sanità pubblica continua a monitorare la situazione, cercando di mantenere informata la popolazione riguardo alla salute e alla sicurezza collettiva.

Change privacy settings
×