Le susine italiane, appartenenti alle specie Prunus domestica e Prunus salicina, sono pronte a tornare sul mercato brasiliano dopo una lunga interruzione iniziata nel 2013. Il ministero per l’Agricoltura italiano ha confermato che dal 21 febbraio 2025 le esportazioni verso il Brasile sono riprese, ponendo fine a un blocco che era stato imposto per la paura della diffusione della Lobesia botrana, un parassita che interessa le piante della vite. Questo cruciale cambiamento rappresenta un’opportunità significativa per i produttori italiani, che vedono nel Brasile un mercato importante per le loro susine.
Origine del blocco e i parametri normativi
La sospensione dell’importazione delle susine italiane nel Brasile era stata decisa nel 2013 a causa di preoccupazioni legate alla salute delle piante. Il blocco non era il risultato di una reale emergenza sanitaria, bensì una misura preventiva. In effetti, la questione principale riguardava la non corrispondenza della produzione italiana con i requisiti stabiliti dalla normativa brasiliana. Le autorità brasiliane avevano già avviato un controllo rigoroso sul materiale vegetale per proteggere la propria agricoltura e i propri ecosistemi da possibili malattie. Negli anni successivi, Confagricoltura si è impegnata a ristabilire i canali di dialogo con le istituzioni brasiliane, cercando soluzioni per riportare le susine italiane nei supermercati del sud America.
Dalla diplomazia agricola alla ripresa dell’export
Il presidente della Federazione di Prodotto Nazionale Frutticoltura di Confagricoltura, Michele Ponso, ha commentato questa riapertura come una notizia positiva per l’industria frutticola italiana. Il Brasile rappresentava, infatti, una fetta considerevole delle esportazioni di susine in Sud America e la sua riapertura offre una rinnovata speranza ai produttori. Questo risultato non è arrivato senza sforzo: Confagricoltura ha condotto intensi negoziati con l’ambasciata brasiliana, culminati nella visita di una delegazione del ministero per l’Agricoltura brasiliano in Italia, che ha avuto luogo nel luglio 2024. Durante questa visita, i rappresentanti brasiliani hanno avuto l’opportunità di osservare direttamente le tecniche utilizzate nella coltivazione delle susine in Emilia Romagna e Piemonte, le regioni che hanno subito maggiormente il blocco.
Accordo di Systems Approach e il contesto market
A settembre 2024, un passo decisivo è stato compiuto con la riunione presso il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e il Servizio Fitosanitario Nazionale, dove si è raggiunto un accordo di Systems Approach. Questo accordo consente l’ingresso sul mercato brasiliano delle susine italiane, riattivando così un flusso commerciale che era stato interrotto per anni. Questo risultato, classificato come un’importante vittoria diplomatica, offre ai produttori italiani una boccata d’ossigeno.
Attualmente, il mercato europeo per le susine è piuttosto stagnante, e i contadini si trovano a dover affrontare una concorrenza accesa, in particolare dalla Spagna. La riapertura del mercato brasiliano si presenta quindi non solo come un’opportunità , ma come un vero e proprio salvagente per i produttori italiani.
Produzione e prospettive future
Nel 2024, l’Italia ha registrato una produzione di susine pari a 1.720.448 quintali, in aumento rispetto ai 1.653.141 quintali del 2023. Tuttavia, va notato che la superficie coltivata è diminuita, passando da 12.694 ettari due anni fa a 11.919 ettari l’anno scorso, segnando un calo del 6%. L’Emilia Romagna è la regione che produce un terzo della produzione nazionale, seguita da Piemonte, Campania, Lazio e Basilicata. La capacità di adattamento e resilienza degli agricoltori italiani sarà essenziale per navigare attraverso le sfide future e sfruttare le nuove opportunità offerte dai mercati esteri.