La notte del 17 febbraio 2025 a Imola, in provincia di Bologna, i vigili del fuoco hanno recuperato il corpo senza vita di un uomo dalle acque del fiume Santerno. L’uomo era bloccato sotto uno sbarramento fluviale vicino al ponte ferroviario di via Graziadei. Le prime informazioni indicano che il cadavere potrebbe appartenere a un 34enne scomparso da circa due settimane in Veneto, in provincia di Treviso. La notizia ha suscitato attenzione nei media locali, anche grazie agli appelli lanciati sui social e in trasmissioni televisive dedicate alle persone scomparse.
Ritrovamento del corpo e intervento dei soccorsi a imola
Il corpo dell’uomo è stato scoperto intorno alle 19.30 di domenica 16 febbraio 2025 da un passante che si trovava nei pressi del fiume Santerno, ad Imola. Il testimone ha subito dato l’allarme, facendo arrivare sul posto vigili del fuoco e carabinieri. I sommozzatori dei vigili del fuoco sono intervenuti per recuperare il cadavere che era rimasto incastrato in uno degli sbarramenti fluviali, strutture che regolano il flusso del fiume, situate sotto il ponte della ferrovia in via Graziadei. L’operazione, oltre alla parte di recupero, ha visto la presenza degli investigatori dei carabinieri di Imola, che si sono messi a lavoro per raccogliere ogni elemento utile a chiarire l’identità e le cause della morte.
Un caso che collega imola e il trevigiano: possibile identità della vittima
Secondo le informazioni raccolte dagli inquirenti, il cadavere potrebbe appartenere a Daniele Mocellin, un uomo di 34 anni scomparso dal comune di Altivole, in provincia di Treviso, dal 2 febbraio 2025. La famiglia di Mocellin aveva attivato una ricerca pubblica e partecipato a programmi come “Chi l’ha visto?”, trasmissione televisiva dedicata proprio ai casi di persone scomparse. Anche l’associazione Penelope Veneto, che si occupa di segnalazioni e supporto nelle ricerche, ha diffuso la notizia del ritrovamento tramite i suoi canali social, sottolineando il possibile collegamento. L’identificazione formale è prevista nella giornata di oggi e sarà affidata alle autorità competenti, che confronteranno gli elementi disponibili, tra cui esami tecnici e medici.
Indagini in corso e prossimi passaggi per chiarire le cause della morte
Sulla scena è presente il pubblico ministero Marco Imperato, che coordina le indagini partite subito dopo il ritrovamento e il recupero del corpo. Le prime verifiche eseguite sul cadavere non hanno riscontrato segni di violenza o evidenze che possano far pensare a un omicidio o a un coinvolgimento di altre persone. Il magistrato ha disposto un’autopsia, che sarà conferita nelle prossime ore. L’esame medico legale sarà decisivo per ricostruire la dinamica che ha portato alla morte, chiarendo se si tratti di un incidente, di un evento naturale o di altre cause. Nel frattempo i carabinieri continuano ad ascoltare eventuali testimoni e a esaminare dettagli sull’ultimo periodo di vita della vittima, per ricostruire ogni elemento utile a completare il quadro.
La ricerca di daniele mocellin e l’impegno delle istituzioni venete
Il caso del 34enne scomparso aveva mobilitato non solo la famiglia ma anche le autorità locali e la comunità nel trevigiano. Da tempo la regione Veneto mantiene una rete di supporto per persone sparite, coordinando ricerche e campagne di sensibilizzazione. L’appello lanciato nei giorni scorsi da familiari e da associazioni come Penelope Veneto aveva avuto una certa diffusione grazie anche al programma “Chi l’ha visto?”, aumentando l’attenzione sul caso. La conferma che il corpo trovato in Emilia-Romagna appartenga a Mocellin rafforza l’importanza di mantenere canali di collaborazione fra territori per casi di scomparsa, in modo da condividere informazioni e velocizzare gli interventi necessari a chiarire la situazione.