Questa mattina, il corpo senza vita di un escursionista veneto, nato nel 1985, è stato scoperto in una zona impervia del versante nord di cima Valles, parte del gruppo delle Pale di San Martino. L’intervento delle squadre di soccorso ha messo in evidenza la natura complessa e difficile delle operazioni di ricerca, che hanno coinvolto numerose forze e tecniche. Questo tragico evento pone in risalto i rischi connessi alle attività di escursionismo in montagna, accentuati da condizioni ambientali variabili e sentieri non sempre sicuri.
Le operazioni di ricerca e soccorso
L’inizio delle ricerche
Le operazioni di ricerca sono state attivate nella serata di ieri, quando si è notata l’assenza prolungata dell’uomo. Il Soccorso Alpino e Speleologico Veneto e Trentino ha mobilitato subito numero di squadre. È stata fondamentale anche la collaborazione con le forze dell’ordine nel coordinamento delle attività di ricerca. La macchina dell’escursionista è stata rinvenuta nella zona del passo Valles, punto di partenza e di riferimento per le operazioni.
Intervento notturno e difficoltà di accesso
Durante la notte, le squadre hanno perlustrato i sentieri attorno il passo Valles, nonostante le difficoltà delle condizioni ambientali e del terreno impervio. Anche l’elicottero di Trentino Emergenza è stato attivato per effettuare un sorvolo della zona, utilizzando visori notturni per cercare di localizzare la persona dispersa. Tuttavia, l’operazione ha avuto esito negativo, rendendo il compito delle squadre di terra ancora più complesso.
Il fatto che le operazioni si siano svolte in notturna ha reso necessarie misure di sicurezza aggiuntive per il personale coinvolto, mentre l’impossibilità di vedere i sentieri chiaramente ha aumentato il rischio di incidente.
Riprese delle ricerche al mattino
L’intervento delle squadre al mattino
Alle prime luci dell’alba, le operazioni di ricerca sono riprese, questa volta con la luce del giorno a fronteggiare le difficoltà. Gli operatori delle Stazioni San Martino di Castrozza, Primiero, Caoria e Moena del Soccorso Alpino e Speleologico Trentino hanno lavorato insieme al personale della Stazione di Val Biois del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto. La loro esperienza sul campo in situazioni di emergenza ha rappresentato un importante valore aggiunto nel coordinamento delle ricerche.
L’utilizzo di tecnologie avanzate
Non sono mancati i gruppi tecnici di ricerca e unità cinofile, il che ha aumentato le possibilità di individuare il disperso. L’impiego di tecnologie avanzate, come droni e elicotteri, ha consentito di ampliare l’area di ricerca, tuttavia, la difficoltà del terreno ha reso complicata la localizzazione dell’escursionista. La professionalità e la preparazione delle squadre di soccorso sono state cruciali per affrontare le sfide poste dall’ambiente montano e dalle condizioni meteorologiche.
Il ritrovamento del corpo
Il momento decisivo
Intorno alle 7:30, l’elicottero Falco 2, partito da Belluno, ha avvistato il corpo senza vita dell’escursionista. Dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni dalle autorità competenti, il personale del soccorso ha eseguito un recupero meticoloso e rispettoso, considerate le circostanze tragiche.
Il recupero della salma
Il trasferimento della salma è avvenuto tramite l’elicottero, che ha convogliato il corpo a valle, dove è stato affidato a un carro funebre presente sul posto. Tale gesto evidenzia l’importanza di un trattamento dignitoso anche nell’ultimo cammino di una persona. L’intero procedimento, dalla scoperta al recupero, ha messo in evidenza l’efficienza e la prontezza dell’intervento delle squadre di soccorso, sempre pronte a rispondere in situazioni di emergenza, spesso con tempi molto ristretti.
Gli eventi di oggi hanno nuovamente messo in luce i rischi connessi all’escursionismo, richiamando alla mente la necessità di attenta valutazione prima di intraprendere attività in ambienti naturali e potenzialmente pericolosi.