Nuove rivelazioni affiorano riguardo il caso di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa nel 1983. Di recente, all’Archivio Centrale dello Stato è emerso un fascicolo, attribuito al ministero dell’Interno, con documentazione risalente al 2017. Tuttavia, la cartellina si presenta in gran parte vuota, sollevando interrogativi su cosa siano stati i contenuti e il destino delle informazioni relative a questo misterioso caso.
La scoperta della cartellina e il suo significato
Oggi, Andrea De Priamo, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, ha esaminato personalmente il ritrovamento. La scoperta è avvenuta grazie a Gian Paolo Pelizzaro, un giornalista e ricercatore non legato direttamente ai lavori della Commissione, che ha trovato la cartellina vuota durante ricerche separate. De Priamo ha confermato: “Abbiamo preso atto che, nonostante siano state riversate informazioni sul caso Orlandi negli archivi, ci troviamo di fronte a un documento privo di contenuto sostanziale.”
Il presidente ha ringraziato la dottoressa Simona Greco, responsabile della Sala Raccolte speciali dell’Archivio, per la chiarezza nel chiarire la situazione riguardante la provenienza della documentazione. È stata fissata una riunione con l’Ufficio di presidenza della Commissione per decidere come procedere nella ricerca delle informazioni mancanti.
Il contesto della documentazione e la sua storia
Per comprendere l’importanza avuta dal fascicolo, occorre ricordare la direttiva Renzi del 2017, che ha promosso la desecretazione di documenti legati a stragi e simili eventi storici. Il fascicolo trovato contiene riferimenti a materiali raccolti dal ministero dell’Interno, documentazione archivistica che risale a ricerche avvenute nel 1996, in particolare legate alla strage di piazza della Loggia.
Simona Greco ha spiegato come un certo numero di documenti fosse stato redistribuito in seguito a queste indagini. La cartellina, che appartiene alla Direzione centrale della polizia di prevenzione, riflette quindi un’interazione tra diversi eventi e aspetti della sicurezza nazionale italiana. I fogli rinvenuti includono una copertina del “Ministero dell’Interno – Direzione generale della pubblica sicurezza – Ucigos” ma, sorprendentemente, non contengono gli atti originali che dovevano essere allegati.
Prossimi passi della Commissione
La Commissione ha programmato una serie di rincontri per decidere quali azioni intraprendere per recuperare le informazioni mancanti. In particolare, si vuole fare luce sui documenti che dovrebbero essere associati a questa cartellina, al fine di comprendere meglio non solo il caso di Emanuela Orlandi, ma anche le sue interconnessioni con altre vicende di rilevanza storica nazionale.
Il vuoto documentale solleva interrogativi seri su quali altre informazioni possano essere state perse nel tempo e li impone sulla necessità di maggiore trasparenza da parte delle istituzioni. La scomparsa di Emanuela Orlandi rappresenta un capitolo oscuro della cronaca italiana e, ogni nuovo reperto, per quanto scarno di contenuti, potrebbe rivelarsi cruciale per riscoprire la verità su quanto accaduto.
La Commissione si trova ora a confrontarsi con un doppio compito: ricostruire il passato in modo da fare giustizia e monitorare l’operato delle istituzioni, affinché episodi come questo non possano più ripetersi nel futuro.