Rivelazioni sotto la superficie di Marte: scoperte sorprendenti dalla nuova mappa gravitazionale

Rivelazioni sotto la superficie di Marte: scoperte sorprendenti dalla nuova mappa gravitazionale

Nuove scoperte sulla geologia di Marte rivelano strutture nascoste sotto la superficie, suggerendo attività geologica in corso e aprendo la strada a future missioni di esplorazione.
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Rivelazioni sotto la superficie di Marte: scoperte sorprendenti dalla nuova mappa gravitazionale - Gaeta.it

Una recente presentazione all’Europlanet Science Congress 2024 ha rivelato nuove ed affascinanti informazioni sul Pianeta Rosso, grazie a una mappa gravitazionale che svela le strutture nascoste nel sottosuolo. Questa mappatura offre una visione approfondita delle formazioni che si trovano sotto quello che in passato era un ampio oceano marziano, suggerendo la possibilità di un’attività geologica ancora in corso, in particolare sotto l’Olympus Mons, il vulcano più grande del Sistema Solare.

I dettagli della mappa gravitazionale

L’analisi della mappa gravitazionale è stata condotta dal dottor Bart Root della Delft University of Technology ed è il risultato di una collaborazione tra diversi progetti spaziali, con particolare riferimento alla missione InSight della NASA. InSight, che sta per Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport, ha fornito dati critici per la rilevazione delle leggere variazioni nelle orbite delle sonde marziane. Queste informazioni hanno permesso ai ricercatori di delineare il campo gravitazionale globale del pianeta rosso. I risultati di questa ricerca verranno pubblicati sul giornale “JGR: Planets“, offrendo una visione accademica completa sul tema.

Utilizzando tecniche avanzate, i geologi sono riusciti ad identificare strutture imponenti e dense al di sotto della superficie di Marte, in particolare sotto l’area che un tempo poteva essere coperta da un oceano. La rappresentazione grafica della superficie marziana, catturata dal Mars Reconnaissance Orbiter, evidenzia importanti caratteristiche geologiche, tra cui i grandi vulcani come l’Olympus Mons e il sistema di canyon Valles Marineris, tutto ciò integrato nel contesto delle nuove scoperte.

Scoperte al polo nord di Marte

Una delle osservazioni più intriganti riguarda la scoperta di strutture dense sotto le piane polari settentrionali di Marte. Le anomalie gravitazionali trovate in quest’area, sebbene non siano visibili a occhio nudo, si trovano sotto strati di sedimenti che si presume siano residui di un antico fondale marino. Queste strutture mostrano una densità circa 300-400 kg/m³ superiore a quella circostante, suggerendo che la storia geologica di Marte sia molto più complessa di quanto s’immaginasse precedentemente.

Molti ricercatori hanno messo in relazione queste anomalie ai bacini di impatto sulla Luna, che presentano difformità simili a causa della densità degli impattatori. Tuttavia, nel caso di Marte, non ci sono evidenze tangibili di impatti nel suo emisfero settentrionale. Secondo le osservazioni del dottor Root, le dense formazioni potrebbero derivare da eventi vulcanici antichi o dalla compattazione di materiali seguiti a antichi eventi di impatto, e la forma di alcune di queste strutture ha evocato immagini insolite, come quella di un cane.

La questione dell’isostasia su Marte

Un altro punto cruciale di questa ricerca è la comprensione della teoria dell’isostasia flessionale, che spiega come la crosta di un pianeta reagisce sotto carichi esterni. In generale, sulla Terra, quando il ghiaccio si scioglie, la crosta si solleva per compensare la perdita di massa. Tuttavia, su Marte, l’area vulcanica conosciuta come Tharsis Rise, che include l’Olympus Mons e altri vulcani notevoli, si comporta diversamente. Qui, invece di un abbassamento della crosta, la regione si innalza significativamente, fornendo indizi sul possibile stato di attività interno del pianeta.

I risultati ottenuti suggeriscono che la struttura interna di Marte potrebbe essere più articolata del previsto, con processi attivi nel mantello che spingono verso l’alto l’intera regione vulcanica. Gli studiosi ipotizzano l’esistenza di una leggera massa, con un diametro di circa 1750 chilometri a una profondità di 1100 chilometri, che starebbe causando questo sollevamento. Questa interpretazione fa sorgere interrogativi sulle future attività vulcaniche del pianeta.

Nuove esplorazioni e missioni future

Per approfondire ulteriormente le dinamiche del campo gravitazionale di Marte e comprendere meglio queste strutture sotterranee, è cruciale l’acquisizione di dati aggiuntivi. Il team del dottor Root sta promuovendo la missione Martian Quantum Gravity , concepita per eseguire una mappatura dettagliata del campo gravitazionale di Marte. La missione sfrutterebbe tecnologie simili a quelle utilizzate nelle missioni GRAIL sulla Luna e GRACE sulla Terra.

In particolare, la missione MaQuIs prevederebbe il lancio di due satelliti in tandem, un approccio inedito che potrebbe offrire chiarimenti significativi sui processi che avvengono nel mantello di Marte e sull’eventuale presenza di riserve idriche sotterranee. L’analisi dettagliata delle informazioni raccolte rappresenterebbe un passo avanti nella comprensione della geologia marziana e delle sue variazioni atmosferiche stagionali, aprendo nuove porte all’esplorazione di questo intrigante ma misterioso pianeta.

Queste nuove scoperte, anticipando ulteriori ricerche e missioni, permetteranno di illuminare le caratteristiche nascoste di Marte e fornire contesti più precisi sulle sue potenziali attività geologiche future.

Ultimo aggiornamento il 7 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina

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