Rivendicazione degli anarchici per l’incendio alla concessionaria Tesla di roma

Rivendicazione degli anarchici per l’incendio alla concessionaria Tesla di roma

Un incendio doloso distrugge 17 auto al Tesla Center di Roma, rivendicato da gruppi anarchici; indagini in corso e rafforzati controlli per prevenire nuovi attacchi contro simboli tecnologici.
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Un incendio doloso ha distrutto 17 auto al Tesla Center di Roma, rivendicato da gruppi anarchici come atto politico contro il sistema tecnologico e capitalista. - Gaeta.it

Un incendio che ha distrutto 17 auto nel Tesla Center a roma tra il 30 e il 31 marzo ha ricevuto una rivendicazione ufficiale quasi un mese dopo i fatti. Gli autori, secondo una lettera diffusa online, sono gruppi anarchici che hanno riconosciuto di aver appiccato le fiamme alla concessionaria in via Serrapicola, a torre Angela. Le indagini iniziali avevano suggerito l’origine dolosa del rogo, ma il riconoscimento diretto è arrivato solo ora.

Dettagli dell’incendio e primo intervento delle autorità

Correva la notte tra il 30 e il 31 marzo quando un vasto incendio ha colpito la concessionaria Tesla situata nel quartiere torre Angela di roma. Le fiamme hanno distrutto completamente 17 veicoli, causando ingenti danni materiali alla struttura. I vigili del fuoco sono intervenuti tempestivamente ma le proporzioni del rogo hanno reso difficile contenere subito le fiamme. Le prime analisi degli investigatori hanno indicato subito un’origine dolosa. In più punti si erano ravvisati segni di inneschi artigianali, indizi che hanno indirizzato le indagini verso episodi di natura politica o ideologica.

Sul posto si sono recati i carabinieri della capitale con la squadra investigativa per avviare rilievi tecnici e raccogliere testimonianze. La pista di matrice anarchica è apparsa già chiara in questa fase, dato che episodi simili erano stati registrati in altre città italiane dove gruppi con intenti sovversivi avevano colpito infrastrutture o simboli del progresso tecnologico e industriale, come centri di ricerca o sedi di grandi aziende. La concessionaria Tesla, per via del suo legame con l’elettrico e l’innovazione, ha probabilmente rappresentato un obiettivo specifico.

La rivendicazione pubblicata online dagli anarchici

Dopo settimane di silenzio, è comparsa una comunicazione online a firma di un gruppo anarchico che si è assunto la responsabilità dell’incendio verificatosi a roma. Il testo, pubblicato su un sito di riferimento per queste realtà, conteneva slogan chiari e diretti, come “l’unica Tesla che ci piace è quella che brucia” e un richiamo a sabotare simboli della società tecnologica e capitalistica. Nel messaggio gli autori giustificano l’azione come atto politico contro un sistema ritenuto oppressivo e sostenuto da grandi multinazionali.

La rivendicazione arriva dopo che le forze dell’ordine avevano già indicato la matrice anarchica della vicenda. Questo ha permesso di associare con maggior certezza gli autori della bruciatura alla rete di gruppi estremisti attivi da tempo in varie città italiane. In passato sono stati presi di mira treni, infrastrutture, e sedi di aziende dello stesso tipo, come forma di protesta violenta. Il fatto che l’annuncio sia stato reso noto dopo quasi un mese dimostra una scelta deliberata di ritardo nella comunicazione, probabilmente per tentare di evitare arresti immediati o per diluire la pressione degli inquirenti.

La situazione della sicurezza e le indagini in corso a roma

L’incendio di via Serrapicola ha acceso nuovamente i riflettori sulle condizioni di sicurezza di impianti e concessionarie legate a progetti di mobilità elettrica e tecnologia avanzata. Le autorità cittadine hanno rafforzato i controlli in aree considerate “sensibili”, dove gruppi anarchici o di estrema sinistra potrebbero intervenire con altre azioni di disturbo o danneggiamento. Roma, come altre città italiane, affronta da diversi anni episodi simili, spesso collegati a motivazioni politiche.

Le indagini procedono con l’esame delle prove raccolte durante i rilievi tecnici e attraverso la visione di eventuali filmati di videosorveglianza nei pressi della concessionaria. Si cercano collegamenti tra gli autori della rivendicazione e le persone fisicamente presenti quella notte. Il materiale comunicato dagli anarchici potrà anche supportare i magistrati nel tracciare reti di sostegno o complicità. Il quadro del fenomeno rimane complesso, visto il numero di gruppi attivi sul territorio e la difficoltà nel identificarne i singoli membri.

Impatto sull’attività commerciale del Tesla Center

Nel frattempo il Tesla Center ha subito una battuta d’arresto nei suoi affari, con la necessità di riorganizzare i rifornimenti e il parco auto espositivo. La gestione delle riparazioni e delle coperture assicurative rappresenta un processo ancora in corso, complicato dall’incertezza sulla dimensione di danni provocati dall’incendio. Le autorità cittadine monitorano il rilancio dell’attività commerciale, garantendo al tempo stesso la sorveglianza per evitare nuovi episodi simili.

  • Armando Proietti

    Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.

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