Il carcere minorile Beccaria di Milano è stato teatro di una violenta rivolta, che ha coinvolto tutti i 58 giovani detenuti presenti. Gli eventi hanno avuto esito drammatico, con tentativi di evasione e i disordini catalogati come “una notte di ordinaria follia” secondo il segretario nazionale Uilpa Polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio. Fortunatamente, dopo un intervento efficace delle forze di polizia, tutti i detenuti sono stati rintracciati, evitando conseguenze più gravi.
dinamiche della rivolta
Svolgimento degli eventi
La rivolta al carcere minorile Beccaria si è scatenata in un clima di tensione che ha coinvolto tutti i detenuti presenti nella struttura. Il segretario De Fazio ha descritto come, nel corso dei disordini, diversi giovani abbiano tentato di evadere, con quattro di loro che sono riusciti a scavalcare il muro di cinta del carcere. Le operazioni di ricerca, avviate immediatamente, hanno portato al rintracciamento dei fuggitivi all’interno del perimetro del carcere e nelle aree circostanti.
Reazioni e interventi
Grazie al tempestivo intervento delle forze di polizia penitenziaria, che hanno operato anche liberi dal servizio, è stato possibile gestire la situazione senza gravi conseguenze, nonostante alcuni agenti e detenuti abbiano riportato ferite lievi. Tuttavia, uno dei detenuti coinvolti nei disordini ha dovuto essere ricoverato in ospedale e attualmente è piantonato dalla Polizia di Stato per mancanza di operatori penitenziari disponibili.
danni e criticità strutturali
Impatti sulla struttura carceraria
L’entità della rivolta ha causato ingenti danni alla struttura del Beccaria, un fatto che pone in evidenza le problematiche di gestione e organizzazione del sistema carcerario minorile. Come ha sottolineato De Fazio, la situazione attuale rappresenta un evidente fallimento delle politiche penali attuate, richiedendo quindi un intervento urgente e strutturale.
La mancanza di personale
De Fazio ha messo in luce un altro aspetto cruciale: la carenza di personale, stimata in circa 18mila unità, che aggrava ulteriormente le difficoltà nel mantenimento dell’ordine all’interno delle carceri. Senza un investimento nella formazione e nel reclutamento di nuovi agenti, la situazione rischia di degenerare ulteriormente, minando la sicurezza sia dei detenuti che degli operatori.
richieste di intervento politico
Necessità di misure concrete
A fronte di quanto accaduto, De Fazio ha lanciato un appello alle autorità competenti, auspicando che il Ministero della Giustizia e il Governo manifestino una reazione concreta. La richiesta di misure tangibili e immediate è urgente e deve essere affrontata con decisione. Tuttavia, il segretario ha espresso timore che le risposte possano limitarsi a dichiarazioni generiche e privi di azioni effettive.
Un cambio di passo necessario
La riflessione di De Fazio porta alla luce un problema sistemico: è fondamentale un cambio di passo che provenga innanzitutto dalla politica. Solo con una riorganizzazione dell’intero apparato penale minorile sarà possibile ridurre il rischio di nuove rivolte e garantire una gestione più efficiente e sicura delle strutture carcerarie.