La situazione nel carcere minorile Beccaria di Milano si è nuovamente fatta critica, con una rivolta scoppiata nella notte scorsa. L’episodio, che ha suscitato grande preoccupazione tra le autorità e i sindacati, è stato prontamente riportato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria , il quale ha confermato che i disordini sono stati sedati. Tuttavia, l’incidente solleva interrogativi sulla sicurezza e la gestione delle strutture penitenziarie per minori nel nostro paese.
cronaca della rivolta: dettagli sugli scontri
eventi principali della notte
Nella notte di ieri, il carcere Beccaria è stato teatro di atti di violenza che hanno coinvolto tutti i 58 reclusi presenti. I sindacati della polizia penitenziaria hanno riportato che la rivolta si è originata da incendi appiccati in alcune celle, scatenando un’ondata di panico e confusione all’interno dell’istituto. Durante i disordini, un numero imprecisato di detenuti ha tentato di evadere, riuscendone 4 a scavalcare il muro di cinta. Tuttavia, dopo ore di ricerche da parte delle forze di polizia, tutti sono stati ritrovati nelle immediate vicinanze della struttura.
feriti e danni strutturali
Durante gli scontri, sono otto i detenuti che hanno riportato ferite, di varia gravità, a fronte della violenza che ha caratterizzato la nottata. Mentre il Dap ha confermato che l’ordine è stato ripristinato grazie all’intervento delle forze di polizia, le conseguenze del tumulto sono evidenti, con notevoli danni agli spazi interni dell’istituto. Le autorità hanno precisato che nessun tentativo di evasione ha avuto successo, nonostante la presenza di lenzuola annodate rinvenute nel carcere, utilizzate probabilmente per facilitare la fuga.
la reazione delle autorità e delle istituzioni
le critiche ai sistemi di gestione
A seguito della rivolta al Beccaria, i sindacati di polizia penitenziaria hanno lanciato un accorato appello per la chiusura dell’istituto, parlando di una “notte di ordinaria follia”. Le critiche si sono ampliate in Parlamento, dove diversi esponenti dell’opposizione hanno accusato il governo di non essere in grado di affrontare una situazione di emergenza che, da tempo, affligge le strutture penitenziarie italiane. Il vicepresidente dei senatori del Partito Democratico, Franco Mirabelli, è intervenuto sottolineando il fallimento dell’esecutivo riguardo la gestione del sistema carcerario minorile e gli effetti del decreto “Caivano”, che ha incrementato il numero di detenuti minorenni senza adeguati aumenti delle risorse e del personale.
appello per riforme strutturali
Le critiche, oltre a provenire dai sindacati, sono state espresse anche da alcuni deputati. Ivan Scalfarotto, di Italia Viva, ha evidenziato che la rivolta è un chiaro segnale di un “sistema carcerario al collasso”, aggravato dalla mancanza di personale e da turni di lavoro insostenibili. Anche Aboubakar Soumahoro ha sottolineato come la struttura non rappresenti un luogo idoneo per la detenzione di giovani, chiedendo nuovamente la sua chiusura. A sostenere tale posizione, il rappresentante dei Radicali Italiani, Filippo Blengino, ha riaffermato la necessità di rivedere la funzionalità degli istituti penali minorili.
storicizzazione della crisi al carcere Beccaria
episodi precedenti di tensione
Questo non è il primo episodio di violenza all’interno del carcere Beccaria. Negli ultimi mesi, l’istituto ha visto un aggravamento della situazione: da un episodio di asserragliamento dei detenuti nel maggio scorso, a tentativi di fuga e incendi durante i mesi estivi. A tal proposito, è stato oggetto di indagini da parte della procura di Milano, relative a presunti abusi e maltrattamenti nei confronti dei giovani detenuti. La gestione della struttura è stata ripetutamente messa in discussione, con richieste di maggiori controlli e una riforma radicale dell’intero sistema penale minorile.
le dinamiche interne e la sicurezza
Con un organico composto da 124 poliziotti penitenziari per 50 detenuti, il carcere Beccaria ha subito evidenziato il proprio limite operativo. I sindacati hanno messo in rilievo come la situazione attuale favorisca un circolo vizioso, trasformando l’istituto in un ambiente capace di generare criminalità piuttosto che rieducazione. Le parole di Leo Beneduci, rappresentante dell’Osapp, risuonano come un campanello d’allarme per la gestione della sicurezza all’interno del carcere, suggerendo necessità di interventi drammatici e immediati.
La spirale di violenza che ha contraddistinto la notte del carcere minore Beccaria potrebbe essere solo l’ennesimo esempio della crisi che interessa le strutture penitenziarie italiane, richiedendo azioni concertate e decisioni politiche ferme per stravolgere una gestione che pare giunta al limite.