Il carcere di Trieste è stato teatro di violenti eventi, dove una protesta di detenuti si è trasformata in una violenta rivolta, come riferito dal quotidiano Il Piccolo. Cinque persone, presumibilmente detenuti, sono state trasportate in ambulanza, coinvolte nei disordini che hanno scosso l’istituto penitenziario.
La situazione critica all’interno del carcere
La situazione all’interno del carcere “Ernesto Mari” a Trieste si è aggravata a causa di una rivolta in corso, con un gruppo di detenuti barricati e le forze dell’ordine intervenute con mezzi anti-sommossa. I detenuti hanno manifestato il loro disagio in maniera estrema, provocando danni e creando situazioni di pericolo.
Le conseguenze della violenta rivolta
Durante gli scontri, alcuni detenuti hanno riportato gravi conseguenze fisiche, tra cui almeno cinque persone che sono state costrette a ricorrere all’aiuto medico e a essere trasportate in ambulanza. L’uso di gas lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine ha causato problemi di intossicazione tra i detenuti, aggravando ulteriormente la situazione di tensione.
L’entità della protesta e il numero dei detenuti coinvolti
Si stima che circa cento detenuti presenti nel carcere partecipassero attivamente alla rivolta, un numero significativamente superiore ai 150 detenuti che sarebbe il limite massimo di capacità della struttura carceraria. La protesta ha evidenziato le problematiche all’interno del sistema penitenziario e la necessità di affrontare le questioni legate alle condizioni di vita dei detenuti.
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