Rivolta shock nel carcere di Cassino: trasferiti 50 detenuti dopo la devastazione della struttura

Rivolta shock nel carcere di Cassino: trasferiti 50 detenuti dopo la devastazione della struttura

Rivolta al carcere di Cassino: tensione e trasferimenti d’urgenza per cinquanta detenuti. La carenza di personale e il sovraffollamento aggravano la situazione critica nel sistema penitenziario del Lazio.
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Ieri sera, il carcere San Domenico di Cassino ha subito una rivolta che ha portato alla devastazione della Seconda sezione, con il trasferimento d'urgenza di circa cinquanta detenuti. L'intervento delle forze dell'ordine ha evidenziato una situazione di elevata tensione, aggravata dal sovraffollamento e dalla carenza di personale. Massimo Costantino della Fns Cisl ha denunciato l'insostenibilità delle condizioni lavor - Gaeta.it

Nella serata di ieri, il carcere San Domenico di Cassino ha vissuto momenti di grande tensione. Una rivolta ha portato alla devastazione del primo piano della Seconda sezione, costringendo le autorità a prendere misure straordinarie. Circa cinquanta detenuti sono stati trasferiti d’urgenza in altri istituti penitenziari. La notizia è stata confermata da Massimo Costantino, Segretario Generale della Fns Cisl del Lazio, che ha evidenziato la gravità della situazione.

L’intervento delle forze dell’ordine

Per gestire l’emergenza, è stato necessario l’impiego del Gruppo di Intervento Operativo, insieme a unità del Gruppo Intervento Rapido della Campania e al Nucleo Cittadino di Roma. L’intervento, che ha mobilitato diverse forze, evidenzia un livello di allerta elevato all’interno della struttura carceraria. La rapidità della risposta operativa dimostra quanto sia critica la situazione.

Il sovraffollamento nel carcere di Cassino

A Cassino, il problema del sovraffollamento è presente ma meno grave rispetto ad altre carceri del Lazio. Attualmente, nel penitenziario di via Sferracavalli ci sono 17 detenuti in più del previsto. Tuttavia, un altro problema si aggiunge: la carenza di personale della Polizia Penitenziaria, che presenta un deficit di 37 unità rispetto all’organico previsto. Questa lacuna non solo aggrava le già precarie condizioni di lavoro del personale, ma aumenta il rischio di ulteriori episodi di tensione.

Situazione critica negli altri istituti del Lazio

Il quadro del sistema penitenziario nel Lazio è preoccupante, soprattutto nei penitenziari del sud della regione. Dati recenti del Ministero della Giustizia rivelano che nel carcere di Frosinone ci sono 55 detenuti in più del previsto, con un totale di 572 invece di 517. Anche nella casa Circondariale di Latina la situazione è critica, con 136 detenuti a fronte dei 77 previsti, un esubero di 59 unità. Queste cifre mettono in luce una problematicità strutturale che richiede urgenti interventi da parte delle autorità competenti.

La denuncia del Segretario Generale della Fns Cisl

Massimo Costantino ha sottolineato l’insostenibilità della situazione attuale all’interno dei penitenziari. “Negli istituti ci sono molti posti di servizio, ma non vi è il numero necessario del personale per occuparli. Questa situazione produce accorpamenti di posti e sovraccarico per l’esiguo personale in servizio, costretto a svolgere piantonamenti con orari in violazione all’accordo quadro nazionale.” La denuncia evidenzia la difficoltà operativa del personale, spesso obbligato a lavorare in condizioni non ottimali senza il supporto adeguato.

La rivolta di ieri, quindi, è solo il sintomo di un problema più ampio che colpisce il sistema penitenziario in tutta la regione, con un’esigenza urgente di riforme e di maggiore attenzione alle condizioni di vita e di lavoro all’interno delle carceri.

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