Nella serata del 1 agosto 2024, Torino è stata teatro di tensioni senza precedenti nei due principali istituti penitenziari della città, il carcere minorile di Lingotto e quello delle Vallette. Questi eventi hanno sollevato serie preoccupazioni riguardo alla sicurezza e alla gestione del sistema penitenziario italiano, evidenziando problematiche storiche di sovraffollamento e insufficienza di risorse. La situazione ha attirato l’attenzione non solo delle forze dell’ordine, ma anche delle autorità locali e di alcuni sindacati di categoria, che hanno espresso il loro dissenso sulla condizione delle strutture.
Rivolta al carcere minorile di Lingotto
Dinamica dell’evento
Gli eventi sono iniziati nel carcere minorile di Lingotto, dove circa cinquanta detenuti, alcuni armati di bastoni, hanno dato vita a una violenta rivolta. I detenuti hanno dato fuoco a diverse aree della struttura, in particolare al primo padiglione, danneggiando anche uffici cruciali, tra cui quello del comandante della polizia penitenziaria. Durante la sommossa sono stati compromessi anche strumenti e attrezzature essenziali. Le porte e le finestre sono state infrante, rendendo necessario l’intervento delle forze dell’ordine esterne, che hanno bloccato le strade circostanti per prevenire possibili evasioni.
Intervento delle forze dell’ordine e soccorso
Nel caos, alcuni detenuti sono riusciti a spostarsi verso il campo sportivo cercando di scavalcare il recinto di protezione. Tuttavia, le forze di sicurezza hanno rapidamente isolato la zona e li hanno bloccati. La situazione è stata ulteriormente complicata dalla presenza dei vigili del fuoco, che sono giunti sul luogo per gestire le conseguenze del principio d’incendio in atto.
Violenti scontri al carcere delle Vallette
Confronto tra detenuti
Contemporaneamente, nel carcere delle Vallette, le tensioni sono sfociate in una rissa violenta tra detenuti di nazionalità marocchina e senegalese. Durante il confronto, un detenuto ha minacciato di ferire un agente della polizia penitenziaria con una lama rudimentale, tentando di sottrargli le chiavi della struttura. Il poliziotto ha subito un trauma psicologico ed è stato trasportato in stato di shock all’ospedale Maria Vittoria per ricevere le cure necessarie.
Situazione di emergenza
Un altro detenuto, di nazionalità nigeriana, è riuscito a brandire un coltello e a sfondare un cancello. Gli scontri hanno provocato anche un alto numero di feriti e intossicati sia tra detenuti che tra agenti. Al termine di questi eventi, il bilancio è stato preoccupante: dieci agenti e dodici detenuti hanno necessitato di assistenza ospedaliera nel carcere minorile, mentre nel carcere per adulti, due agenti hanno riportato ferite e quattro detenuti sono stati intossicati.
Reazioni politiche e richieste al governo
Denuncia del sindacato di polizia penitenziaria
Gerardo Romano, vicesegretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp, ha sottolineato come questi eventi siano sintomatici del “sfasciamento” delle carceri italiane, denunciando il totale abbandono della questione da parte della classe politica. Romano ha invitato politici e autorità locali a visitare le strutture per esaminare in prima persona la gravità della situazione, evidenziando la responsabilità che ricade sugli agenti di polizia e sui cittadini a causa dei danni ingenti provocati da queste rivolte.
Reazioni dall’amministrazione locale
Michela Favaro, vicesindaca con delega ai rapporti col sistema carcerario, ha evidenziato come gli eventi di Torino richiedano l’attenzione urgente a livello nazionale. Dopo essersi recata in visita al carcere con importanti figure locali, ha espresso preoccupazione per la situazione e la necessità di investimenti nell’edilizia carceraria e nel reinserimento dei giovani detenuti nel tessuto sociale.
Una situazione critica e le istanze del governo
Il panorama carcerario italiano è descritto da esperti come “ingovernabile”. La mancanza di personale e di figure adeguate nei vertici amministrativi amplifica i rischi di eventi violenti come quelli verificatisi a Torino. Si segnala la difficoltà da parte del governo di attuare riforme efficaci, vista l’inefficienza di servizi notturni e risorse umane disponibili. È essenziale che le autorità competenti intervengano per garantire una gestione più efficiente e sicura delle strutture penitenziarie, non solo a Torino ma in tutto il Paese. La sostenibilità delle risorse e la sicurezza dei cittadini rimangono al centro del dibattito, rendendo necessaria una riflessione seria e approfondita sulle attuali procedure e pratiche nel sistema penitenziario italiano.