Roma commemora il dolore delle Fosse Ardeatine con un'opera musicale emozionante al Teatro Palladium

Roma commemora il dolore delle Fosse Ardeatine con un’opera musicale emozionante al Teatro Palladium

Un’opera musicale al Teatro Palladium di Roma commemora le vittime delle Fosse Ardeatine, riflettendo su dolore e memoria collettiva, in occasione del Dams Music Festival.
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Roma commemora il dolore delle Fosse Ardeatine con un'opera musicale emozionante al Teatro Palladium - Gaeta.it

Un’opera musicale dedicata alla memoria delle vittime delle Fosse Ardeatine si è svolta al Teatro Palladium di Roma, il 24 marzo, esattamente 81 anni dopo l’eccidio. Intitolata ”Tutte le notti, tutte le notti io mi svegliavo…’’, l’opera è stata realizzata su un testo di Sandro Cappelletto e una musica di Matteo D’Amico, commissionata da RAI – Radio3 per la stagione dei concerti del Quirinale. Quest’anno, l’opera sono stata riproposta in occasione dell’inaugurazione del Dams Music Festival, un evento organizzato da Luca Aversano, in collaborazione con la Fondazione Roma Tre Teatro Palladium e il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre. La manifestazione ha visto il supporto dell’Accademia Filarmonica Romana e Zètema Progetto Cultura, testimonianza dell’impegno della comunità culturale di Roma nella valorizzazione della memoria storica.

Un evento per non dimenticare

Alle 15:30 del 24 marzo 1944, Roma ha vissuto un momento tragico. I prigionieri caricati su camion, ignari del destino che li aspettava, venivano trasportati in silenzio verso le Fosse Ardeatine. Nessuno aveva idea di quello che si stava per consumare. Le esecuzioni, compiute in piena oscurità, hanno marchiato a fuoco la memoria collettiva della Capitale. Le vittime, 335 uomini uccisi con spietata efficienza, divennero solo numeri per i tedeschi. Ma cosa avevano provato in quegli istanti? Le donne, le madri, le mogli, sono state le prime a battersi per avere notizie, a cercare di identificare i corpi e dare un nome a quell’orrore. Solo pochi giorni dopo, il 28 marzo, vennero fatte saltare le volte della cava per nascondere i segni di tali atrocità. Questo evento ha aperto ferite profonde nella coscienza della città, creando necessità civile e collettiva di ricordare e onorare le vittime.

La musica come strumento di riflessione

La scelta di raccontare questa storia attraverso l’opera è significativa. Sandro Cappelletto e Matteo D’Amico propongono una riflessione profonda su temi di dolore e paura, imperniati sull’esperienza della solitudine e sull’intimità delle ferite non rimarginate. “Queste alcune riflessioni, tra le molte,” spiegano gli autori, “ci hanno spinto a tornare lo scorso anno, ottant’anni dopo, a quel tragico evento e a quello che ha rappresentato per la città di Roma.” Il loro lavoro non solo presenta l’orrore dell’eccidio, ma cerca di dare voce a quelle storie di vita spezzata. Tra le fonti di ispirazione è presente anche il volume “L’ordine è già stato eseguito” di Alessandro Portelli, che ha spinto gli autori a mettere in musica le emozioni e le esperienze di coloro che hanno vissuto quel dramma, sottolineando l’importanza della memoria per non dimenticare.

Gli artisti sul palco

Durante la serata inaugurale del Dams Music Festival, il palco ha visto un mix di talenti. L’attrice Matilde Bernardi ha interpretato il suo ruolo di voce recitante, affiancata dai soprani Patrizia Polia e Giulia Peri e dal mezzosoprano Chiara Osella. La direzione musicale è stata affidata a Fabio Maestri, sostenuto da un quartetto strumentale composto da David Simonacci al violino, Michele Chiapperino al violoncello, Luca Cipriano al clarinetto e Marco Scolastra al pianoforte. Questo ensemble ha creato un’atmosfera densa di tensione e riflessione, rendendo omaggio a un passato doloroso ma fondamentale per la memoria collettiva di Roma e dell’umanità.

Nel contesto storico attuale, l’opera rappresenta non soltanto un momento di commemorazione, ma anche un richiamo alla riflessione su come la storia continui a influenzare il presente, invitando tutti a mantenere viva la memoria delle ingiustizie passate affinché non si ripetano.

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