L’argomento del trasporto pubblico a Roma continua a sollevare discussioni tra i cittadini e le istituzioni. Nonostante le dichiarazioni ottimistiche degli amministratori, la realtà si rivela più complessa. Con un assessore alla Mobilità come Eugenio Patanè, è chiaro che le ambizioni di trasformare il mondo dei trasporti nella Capitale sono alte, ma i risultati promettono di arrivare solo dopo lungo tempo. La città, colpita da una crisi evidente nel settore del trasporto pubblico, si trova a dover fare i conti con lunghe procedure burocratiche, ritardi nei progetti e una crescente frustrazione da parte dei cittadini.
Il caso dei nuovi tram a Roma
Il piano per l’introduzione di nuovi tram a Roma era stato presentato con grande entusiasmo. Nel dicembre 2023, i rendering dei mezzi ordinati all’azienda spagnola Caf riportavano grandi speranze. L’acquisto di 121 tram, per un investimento di quasi mezzo miliardo di euro, sembrava rappresentare una svolta nella mobilità della città. Tuttavia, ad aprile 2024, l’assessore Patanè annunciava l’inizio dei lavori per il primo nuovo tram, previsto in servizio a partire da giugno 2025. Questo esordio, di fatto, doveva servire sia le linee già esistenti che quelle nuove.
Le previsioni, purtroppo, si sono rivelate poco realistiche. Fonti ufficiali hanno recentemente confermato che la consegna dei tram subirà notevoli ritardi: l’arrivo del primo convoglio è ora stimato per dicembre 2025, con ulteriori slittamenti comunicati in una commissione di mobilità. Patanè ha addirittura affermato che i convogli saranno consegnati entro giugno 2026, in tempo per l’apertura della nuova tranvia Togliatti. Questi cambiamenti di programma evidenziano un divario considerevole tra ciò che è stato promesso e la verità dei fatti, alimentando il malcontento degli utenti del trasporto pubblico romano.
La linea Termini-Vaticano-Aurelio
Un altro progetto chiave è rappresentato dalla nuova linea tranviaria Termini-Vaticano-Aurelio, un’iniziativa molto discussa per il suo tracciato su via Nazionale. L’assessore Patanè ha sempre sostenuto l’importanza di ridefinire gli spazi urbani, sottraendoli alle auto. Tuttavia, già nel febbraio 2024, è emerso un primo intoppo: per evitare la perdita di fondi dal PNRR, i lavori sono stati divisi in due fasi. La prima fase collega Giureconsulti a Porta Cavalleggeri, mentre la seconda si spingerà dal Vaticano a Termini, sempre passando per via Nazionale.
Le incertezze sull’arrivo dei tram nel principale scalo romano cominciano a crescere. In una recente audizione, i funzionari della mobilità hanno riferito che inizialmente i tram si fermeranno a piazza Venezia, rinviando ancora una volta l’arrivo a Termini a data da definirsi. Questo rinvio ha sollevato nuovi interrogativi, portando i romani a chiedersi se queste promesse potessero mai diventare realtà.
La situazione del tram 19 a piazza Risorgimento
Un altro tema delicato è rappresentato dalla linea del tram 19, che attraversa piazza Risorgimento. Dopo la riqualificazione di via Ottaviano, molti speravano che il tram potesse tornare a seguire il suo tragitto originale. Qui la situazione è ancor più incerta: tra dichiarazioni poco chiare e l’incombente avvio dei lavori per la metro C, il tram 19 continua a non passare per via Ottaviano. L’assessore ha rassicurato i cittadini sul mantenimento della linea, un’affermazione che però solleva domande su quali siano le reali possibilità di ciclo operativo del prodotto sul campo.
Il problema principale rimane il passaggio su via Ottaviano, descritto come problematico da Gualtieri. Si ha l’impressione che, almeno per il momento, i binari nella nuova area pedonale rimarranno inutilizzati, creando un’immediata frustrazione tra i viaggiatori quotidiani.
Le nuove metro e i treni di superficie
Simili ritardi spaventano anche per quanto riguarda i nuovi treni della metro. A febbraio 2024, Patanè aveva condiviso rendering entusiasti su una nuova flotta ferroviaria, promettendo che i primi mezzi sarebbero stati disponibili a dicembre 2024. A oggi, la situazione pare mutata drasticamente. Il primo nuovo treno verrà consegnato nella notte tra il 31 marzo e il 1 aprile 2025, un ritardo di quasi un anno rispetto alle previsioni iniziali.
Il tentativo della città di rinnovare la flotta di treni metropolitani è evidente ma il completamento della modernizzazione richiederà più tempo del previsto. Ad oggi, il rischio sta nel fatto che i cittadini, stanchi di promesse reiterate, potrebbero perdere fiducia in progetti cruciali per migliorare la vivibilità urbana.
Il caso dei taxi
Un tema emblematico legato al trasporto a Roma è anche il bando per le licenze taxi. L’ultimo risale a 19 anni fa, rendendo evidente quanto fosse urgente un aggiornamento. Sotto questo aspetto, il comune ha fatto un passo nella giusta direzione, ma la tempistica rimane un problema. Ad esempio, il sindaco Gualtieri aveva promesso che si sarebbero aggiunti 1.000 nuovi taxi prima del Giubileo, ma attualmente la situazione non è così chiara. Si è aperto un dibattito su errori e irregolarità nelle graduatorie e su ricorsi pendenti che ostacolano l’esecuzione del bando.
In aggiunta, si attende l’implementazione di 2.000 licenze per il servizio NCC, che doveva seguire il bando per i taxi. Le autorità comunali sono in attesa di nuove disposizioni dal Ministero della Transizione Ecologica, le quali dovrebbero ridefinire le normative del settore.
I progressi nel trasporto pubblico
In tutto questo scenario di ritardi e incertezze, è doveroso accennare ai risultati positivi ottenuti finora. La metro A ha evitato la chiusura, recuperando una situazione critica causata dalla mancanza di manutenzione, e Atac ha visto la luce dopo una difficile gestione economica. Inoltre, il nuovo bando per la micromobilità in sharing ha portato ordine in un settore che prima era caotico e disorganizzato, generando un miglioramento della situazione generale.
Non mancano, però, le voci critiche: gli utenti del trasporto pubblico di Roma chiedono messaggi chiari e soluzioni concrete piuttosto che promesse che svaniscono nel tempo. Avere un impegno reale nella realizzazione dei progetti può fare la differenza tra una città vivibile e un sistema di trasporto pubblico da rivedere.