In occasione della Giornata Internazionale della Donna, un forte e vibrante movimento si è mobilitato a Roma con lo slogan “Lotto, boicotto, sciopero“. L’iniziativa, promossa da Non Una di Meno, ha preso il via con un corteo che ha unito manifestanti provenienti da diverse parti d’Italia, mirato a sollevare questioni cruciali legate alla violenza patriarcale, alla guerra e al precariato. Il 8 marzo, una giornata simbolo di lotte e diritti, è stata occasione per far sentire una voce collettiva forte e chiara sul significato della parità di genere e dei diritti delle donne.
Un corteo di protesta tra le vie storiche di Roma
La manifestazione è iniziata a Piazza Vittori, caratterizzata da fumogeni viola e fucsia, bandiere della pace e simboli per la Palestina. Il percorso ha condotto i partecipanti lungo un tragitto emblematico, attraversando il Colosseo e dirigendosi verso il Circo Massimo. Le organizzatrici, utilizzando un megafono, hanno enfatizzato l’importanza di una mobilitazione globale: “Siamo marea in tutto il mondo. In Argentina contro Milei. Negli Stati Uniti contro Trump e Musk. Siamo ovunque”. Questa affermazione non solo metteva in evidenza la diffusione della protesta, ma sottolineava anche l’opposizione al riarmo e alla spesa militare da parte di leader politici come Giorgia Meloni e Emmanuel Macron.
Oltre sessanta città italiane hanno partecipato alle attività della giornata, colorate da avvenimenti e iniziative di sensibilizzazione. Il colore fucsia ha dominato le strade, simbolo della lotta per i diritti delle donne e contro ogni forma di discriminazione e violenza. Le attiviste hanno voluto mostrare la loro forza e determinazione, sottolineando che “siamo più di 20 mila”. La massa di persone unite rappresenta la richiesta di un cambiamento e il desiderio di visibilità per le problematiche legate al genere.
La voce delle attiviste: diritti e richieste
Serena Fredda, attivista di Non Una di Meno, ha delineato gli obiettivi dello sciopero. Ha parlato di un “sciopero contro tutti i lavori precari, sottopagati e al nero”, che dimostra come la lotta per i diritti delle donne non si limiti solo alla violenza, ma si estenda a tutte le forme di sfruttamento lavorativo. Secondo Fredda, misure come l’introduzione del reato di femminicidio e l’aumento delle pene, annunciate dal governo, rappresentano una “mossa propagandistica” priva di un confronto reale con coloro che affrontano la violenza sulle donne quotidianamente. La sua analisi mette in luce come il femminicidio sia solo “la punta dell’iceberg”; è fondamentale lavorare per combattere la discriminazione in ogni ambito, dalla scuola al lavoro.
Il movimento ha chiesto un segnale concreto dalla politica, affinché vi sia un impegno alla lotta contro la discriminazione, non solo un intervento punitivo e superficiale. Durante il corteo, le richieste di lavoro dignitoso e di diritti paritari sono risuonate forti, affermando la necessità di un cambio radicale nell’approccio delle istituzioni verso il tema della violenza di genere.
Una mobilitazione che trascende i confini nazionali
Questa manifestazione non è stata solamente un evento locale, ma si inserisce in un contesto più ampio di protesta globale. Anche in altri paesi, come in Argentina e negli Stati Uniti, ci sono stati cortei e manifestazioni sotto il medesimo spirito di lotta per i diritti delle donne. Il movimento si propaga oltre frontiere, unendo diverse istanze e paesi in una causa comune. La potenza del messaggio è amplificata non solo dalla presenza massiccia di partecipanti, ma anche dalla rete di attiviste e attivisti che si ritrovano in tutto il mondo per una causa che riguarda tutti e tutte.
La mobilitazione dell’8 marzo ha dimostrato come il trasporto e la dedizione di un’intera generazione vogliano andare oltre le barriere nazionali. Le lotte per la parità di genere e per la dignità lavorativa stanno trovando risonanza a livello globale, riportando l’attenzione sulla necessità di una giustizia sociale che abbracci tutte le forme di discriminazione. La Giornata Internazionale della Donna è diventata così un’occasione di riunione e di riflessione su quanto lavoro ci sia ancora da fare.