Il nuovo regolamento della polizia municipale di Roma ha innescato una controversia tra i gestori di bed and breakfast e l’amministrazione comunale. La task force incaricata di rimuovere i lucchetti appesi ai portoni e ai lampioni, simbolo dell’amore dei turisti, ha destato perplessità e malumori tra gli operatori del settore turistico. L’obiettivo dell’amministrazione è quello di garantire il decoro urbano e favorire l’accesso alle strutture ricettive, ma le reazioni dei gestori stanno mettendo in evidenza una lotta tra le piccole realtà e le grandi catene alberghiere.
Le ragioni del malcontento dei gestori
I gestori di b&b e case vacanze si sentono sotto attacco dalla recente decisione del Campidoglio. Secondo Federico Traldi, presidente dell’Associazione laziale bed and breakfast e affini , non è possibile presentare ricorsi contro quanto è già vietato dalla legge. L’amministrazione comunale giustifica l’intervento come un’azione per far rispettare il decoro cittadino e la qualità degli edifici. Tuttavia, Traldi sottolinea che esistono soluzioni alternative che permettono di gestire gli accessi da remoto, grazie a tecnologie come le keybox, spesso non utilizzate dai gestori per mancanza di conoscenza.
Riccardo Angeletti, un altro gestore con 35 strutture nella Capitale, critica l’accanimento verso i professionisti del settore. Spiega che, invece di concentrarsi su chi opera illegalmente, l’amministrazione sta generalizzando le misure contro tutti gli operatori, creando una situazione che potrebbe favorire i grandi gruppi a discapito delle piccole imprese. Angeletti denuncia che questa strategia smaschera un tentativo di spettacolarizzazione da parte del Campidoglio, che ignora i problemi più profondi legati al turismo a Roma.
Il ruolo delle keybox e il decoro urbano
L’applicazione delle keybox ha suscitato preoccupazioni anche riguardo all’impatto visivo sulla città . Alessandra Jatta, che lavora nel settore da quindici anni, esprime la sua frustrazione, affermando di sentirsi perseguitata da una legislazione che sembra non tener conto della realtà operativa di tante piccole strutture. Jatta specifica che le keybox, utilizzate sporadicamente, possono garantire l’arrivo sicuro degli ospiti, soprattutto in situazioni come il check-in notturno.
La questione del decoro, molto sentita dall’amministrazione comunale, viene messa in discussione dai gestori, che fanno notare che la presenza di keybox potrebbe non essere così negativa se si considera il servizio che offrono. Si riportano però timori rispetto a una continua ingerenza degli albergatori che cercano di limitare la concorrenza delle case vacanze. Insomma, per i gestori, la questione non è solo una battaglia per il mantenimento della propria attività , ma un’opposizione a un sistema che potrebbe avvantaggiare i colossi dell’ospitalità a discapito delle piccole realtà .
Il futuro delle case vacanze a Roma
Una delle preoccupazioni espresse dai gestori riguarda il futuro del settore degli affitti brevi nella Capitale. Massimo Marini, che gestisce 40 strutture, teme che la rimozione delle keybox equivalga a una penalizzazione delle piccole realtà , lasciando spazio solo a pochi gruppi con un potere economico significativo. L’industria alberghiera rappresenta una forma di occupazione e di attività per tanti giovani che desiderano entrare nel mercato del turismo.
Marini evidenzia che gli affitti brevi a Roma rappresentano solo una piccola frazione dell’intero mercato immobiliare, con appena l’1,3% delle 250 mila case destinate a questo scopo. Pertanto, la loro rimozione non risolverebbe il problema delle abitazioni sottratte da parte del settore turistico, come spesso viene denunciato. I gestori chiedono una riflessione più profonda sulle politiche da adottare, auspicando che l’amministrazione comunale smetta di adottare misure brusche e inizi a considerare le specificità del settore.
Ultimo aggiornamento il 1 Febbraio 2025 da Armando Proietti