Il recente provvedimento della Giunta Regionale riguardante il dimensionamento della rete scolastica per il triennio 2025-2026 ha generato sconcerto e preoccupazione a Roma. Approvato il 23 dicembre e reso noto alla vigilia di Natale, il documento presenta numerosi aspetti controversi che non erano stati anticipati durante gli incontri della conferenza regionale. Le istituzioni locali esprimono il loro disappunto, sottolineando una volta di più la mancanza di consultazione e coinvolgimento nel processo decisionale.
il parere delle istituzioni locali
In una nota congiunta, le figure chiave della Scuola e dell’Istruzione di Roma Capitale, tra cui Claudia Pratelli, assessora alla Scuola e Formazione, e Carla Fermariello, presidente della commissione Scuola, hanno manifestato la loro incredulità. Le esponenti hanno sottolineato che le proposte avanzate dai Municipi V e VII per la riarticolazione della rete scolastica non sono state considerate. Questi suggerimenti erano il risultato di delibere già esistenti da Roma Capitale e dalla Città Metropolitana, volti a mettere in discussione e correggere accorpamenti definiti “insensati” che erano stati imposti unilateralmente dalla Regione, secondo quanto stabilito dalla Delibera del 4 gennaio 2024.
Il comunicato evidenzia una continua disattenzione rispetto alle valutazioni annesse da parte dei consigli di istituto, municipi e comune. Una mancanza di ascolto che rende inefficace qualsiasi tentativo di coinvolgimento attivo delle istituzioni locali nel processo decisionale. Questo non solo mina la credibilità delle istituzioni stesse ma solleva interrogativi sulla genuinità degli sforzi proposti per una gestione scolastica più efficace e partecipativa.
le criticità del nuovo piano di dimensionamento
Il piano presentato dalla Giunta Regionale prevede la creazione di ben 23 nuovi accorpamenti scolastici a livello regionale, di cui un impatto particolare ricade sul Municipio IV. Qui, l’accorpamento tra l’Istituto Comprensivo Sordi e l’Istituto Comprensivo Falcone prevede la creazione di una struttura scolastica che raggiungerebbe la cifra di 1400 alunni. Questa cifra supera ampiamente il limite delineato dalle Linee guida della Regione che definiscono come “sovradimensionate” le scuole con un numero di alunni superiore a 1200.
Le conseguenze di questa scelta appaiono preoccupanti, poiché non solo si trascurano le raccomandazioni regionali, ma si rischiano anche seri problemi di gestione e di qualità dell’istruzione per i giovani studenti. Entrambe le istituzioni educative e le famiglie potrebbero trovarsi a dover affrontare una realtà scolastica meno attenta e più frammentata. Questo scenario pone in evidenza quanto sia necessaria una presa di posizione forte da parte delle autorità locali per difendere l’interesse degli studenti e delle comunità.
la richiesta di un incontro con i rappresentanti regionali
Di fronte a queste criticità, Claudia Pratelli e il resto delle autorità citate nel comunicato hanno ribadito la necessità di un incontro urgente con i rappresentanti regionali. L’obiettivo di questo confronto sarebbe quello di chiedere chiarimenti sulle scelte che hanno portato alle attuali decisioni e, soprattutto, di rappresentare le necessità delle diverse comunità territoriali. È evidente che questo dialogo sia essenziale per ripristinare un canale di comunicazione efficace e per garantire che le esigenze dei territori non vengano ignorate.
Il futuro della rete scolastica di Roma dipende dalla capacità di costruire un confronto proficuo tra le istituzioni locali e regionali. Solo un approccio cooperativo e attento permette di rispondere adeguatamente alle sfide educative e di garantire un’istruzione di qualità per tutti gli studenti. La comunità di Roma resta in attesa di ulteriori sviluppi e chiarimenti in merito a questa delicata questione.
Ultimo aggiornamento il 8 Gennaio 2025 da Sofia Greco