Roma: Mobilitazione di Pro Pal dopo la Ripresa dei Raid Israeliani a Gaza

Roma: Mobilitazione di Pro Pal dopo la Ripresa dei Raid Israeliani a Gaza

A Roma, centinaia di attivisti si sono mobilitati il 20 marzo 2025 contro le politiche israeliane, chiedendo un cessate il fuoco e una risoluzione pacifica del conflitto in Palestina.
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Roma: Mobilitazione di Pro Pal dopo la Ripresa dei Raid Israeliani a Gaza - Gaeta.it

Una nuova mobilitazione si è svolta a Roma il 20 marzo 2025, dopo la ripresa dei bombardamenti in Gaza da parte di Israele, che ha interrotto unilateralmente la tregua esistente. Le piazze della capitale italiana si sono riempite di centinaia di attivisti e sostenitori dei diritti del popolo palestinese, che hanno espresso il loro dissenso attraverso striscioni, bandiere e un forte messaggio contro le politiche israeliane.

La protesta nel cuore di Roma

Il fulcro della manifestazione è stato il Pantheon, dove i partecipanti si sono radunati per dare forza alla loro protesta. Il gruppo ha sventolato con orgoglio le bandiere palestinesi mentre gli slogan contro il governo israeliano risuonavano nelle strade circostanti. La rabbia e l’indignazione erano palpabili, riflettendo la frustrazione per una situazione che, secondo i manifestanti, sembra peggiorare giorno dopo giorno. Subito dopo il raduno, il corteo si è snodato verso la Camera dei Deputati, un gesto simbolico che ha lanciato un chiaro messaggio ai rappresentanti politici, chiedendo una maggiore attenzione e impegno per un cessate il fuoco duraturo e una risoluzione pacifica del conflitto.

L’itinerario della protesta ha portato i partecipanti a pochi passi dal significativo obelisco di piazza Montecitorio, un luogo emblematico per le decisioni politiche in Italia. La scelta della location ha voluto sottolineare l’importanza degli attivisti nell’incitare la classe politica ad agire, chiedendo che la questione palestinese venga posta al centro dell’agenda politica nazionale.

Le parole dei leader del movimento

Tra i leader della protesta, Maya Issa, portavoce del ‘Movimento Studenti Palestinesi in Italia’, ha avuto un ruolo centrale durante gli interventi. Ha ricordato che, nonostante la tregua di due mesi, le aggressioni israeliane alla popolazione civile erano proseguite, culminando in quello che ha definito “un processo di pulizia etnica in Cisgiordania”. La sua dichiarazione ha messo in evidenza la continua violenza e il dolore che il popolo palestinese sta affrontando. “Israele vive sul bombardamento e sul genocidio del popolo palestinese”, ha affermato con forza, richiamando l’attenzione sull’importanza di passare dalle parole ai fatti.

L’attivista ha inoltre menzionato il processo per frode del premier israeliano Benjamin Netanyahu che, proprio a causa della ripresa dei raid, è stato accidentalmente trascurato, sollevando interrogativi sulle priorità e sulle decisioni politiche in un momento così critico. “Il problema non è il cessate il fuoco, ma l’occupazione”, ha concluso Maya, enfatizzando la necessità di affrontare le radici del conflitto.

La partecipazione della società civile

Durante la mobilitazione, diversi gruppi della società civile e rappresentanti di partiti politici hanno partecipato attivamente, mostrando solidarietà per la causa palestinese. Tra loro, il movimento Potere al Popolo, noto per il suo forte impegno in favore dei diritti umani, ha preso parte alla manifestazione per rafforzare la richiesta di giustizia e pace.

La presenza di diverse sigle e movimenti civili ha dato un’immagine di unità e determinazione, sottolineando quanto sia cruciale per la società civile italiana mantenere viva l’attenzione su questioni che coinvolgono il rispetto dei diritti umani a livello internazionale. La scia di emozioni e solidarietà ha attraversato la manifestazione, creando un’atmosfera di impegno e fervore che ha caratterizzato l’intera giornata.

La mobilitazione, quindi, non è stata solo un evento di protesta, ma un richiamo collettivo a riflettere e agire per una pace duratura, mentre le tensioni in Medio Oriente continuano a mettere a rischio la vita di molti innocenti.

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