Le celebrazioni di Capodanno a Roma e nella provincia hanno portato non solo gioia ma anche un bilancio preoccupante. Trenta feriti, conseguenza dell’uso indiscriminato di botti e petardi, evidenziano un fenomeno che, nonostante le sanzioni, sembra non trovare freni. La situazione è aggravata da episodi di violenza, rendendo il periodo festivo tutt’altro che sereno.
Il bilancio dei feriti: tra minorenni e adulti
Gli ospedali romani hanno registrato un notevole afflusso di pazienti a causa delle ferite riportate durante la notte di festeggiamenti. Tra i trenta feriti, spiccano otto minorenni, i quali hanno subito traumi e ustioni, riportati perlopiù al Policlinico Gemelli. Le condizioni più gravi riguardano un 19enne che ha riportato lesioni significative al volto, al torace e all’addome, con almeno 30 giorni di prognosi. Accanto a lui si trova un 58enne, il quale ha perso l’uso di una mano mentre cercava di accendere un petardo, un episodio che dimostra la gravità delle conseguenze legate all’uso di esplosivi in contesti inappropriati.
Le esplosioni di botti si sono verificate in numerosi quartieri della capitale, con boati che hanno disturbato la quiete dei cittadini anche nelle prime ore del giorno seguente. I servizi di emergenza sanitaria si sono attivati per gestire un’emergenza che si ripete ogni anno, superando di gran lunga le aspettative.
L’ordinanza comunale non rispettata
Nonostante l’ordinanza comunale che vieta l’utilizzo di botti e petardi, il divieto è stato ampiamente ignorato, riproponendo una situazione vista in precedenti edizioni. Le esplosioni e i festeggiamenti si sono svolti in modo incontrollato, lasciando sul campo conseguenze drammatiche e feriti. Questa situazione mette in discussione non solo la responsabilità individuale dei festeggianti ma anche l’efficacia delle misure preventive.
Le forze dell’ordine sono state attivate per monitorare la situazione, ma è chiaro che l’applicazione di leggi e divieti stenta a trovare radici tra la popolazione durante eventi come il Capodanno. Le ambulanze hanno dovuto affrontare un notevole carico di lavoro, segnalando la necessità di un intervento organizzato che affronti il fenomeno in modo più incisivo.
Un episodio di violenza in ospedale
Un altro episodio preoccupante si è verificato all’ospedale San Pietro, dove una donna di 54 anni è stata denunciata per aver aggredito una dottoressa. La donna, che aveva accompagnato la figlia quindicenne in ospedale dopo una festa, si è mostrata insoddisfatta del trattamento ricevuto, colpendo la professionista a schiaffi. Questo gesto di violenza segna un ulteriore aspetto della crisi delle relazioni civili, in un contesto già di per sé delicato.
La giovane era stata portata in ospedale in condizioni precarie, ma la reazione della madre ha messo in luce l’ansia e la frustrazione che molte famiglie possono provare durante situazioni di emergenza. Le istituzioni sanitarie, frequentemente sotto pressione, si trovano a destreggiarsi tra la gestione dei pazienti e l’incidente di violenza, evidenziando la necessità di intervenire non solo sull’argomento dei botti, ma anche sul rispetto delle persone che operano in professioni critiche come la medicina.
L’episodio di violenza, unito al bilancio preoccupante di feriti, rende evidente quanto sia importante instaurare un dialogo tra le istituzioni e la comunità per promuovere festeggiamenti più responsabili e sicuri.
Ultimo aggiornamento il 1 Gennaio 2025 da Marco Mintillo