Si svolge a Roma, dal 13 al 17 gennaio, la seconda edizione del corso “Ambienti ecclesiali sicuri: formazione alla tutela dei minori e delle persone vulnerabili”. Questo evento, organizzato dalla Caritas in collaborazione con la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, coinvolge i leader ecclesiali dell’America Latina e dei Caraibi per affrontare le problematiche legate agli abusi all’interno delle istituzioni ecclesiali. Papa Francesco ha accolto i partecipanti prima dell’udienza generale, sottolineando l’importanza di questo tema delicato e attuale.
Avvio del corso: celebrazione eucaristica e partecipazione dei leader ecclesiali
Il 13 gennaio, il corso ha preso ufficialmente il via con una messa presieduta dal cardinale Robert Prevost, prefetto del Dicastero per i Vescovi e presidente della Commissione per l’America Latina, che si è svolta nelle Grotte Vaticane. Questo incontro ha visto la partecipazione di vescovi presidenti e direttori nazionali della Caritas provenienti da 17 paesi latinoamericani e caraibici. La celebrazione eucaristica ha dato un significato sacrale all’evento, ponendo l’accento sull’importanza della missione della Chiesa nella protezione dei più vulnerabili.
Durante l’udienza del Papa, il focus è stato posto sulla necessità di azioni concrete dentro le comunità ecclesiali per salvaguardare i minori e le persone vulnerabili. Papa Francesco ha incoraggiato i partecipanti a diventare veri e propri “angeli” per coloro che subiscono ingiustizie, evidenziando che la loro azione deve basarsi su principi etici solidi e su una ferma volontà di cambiamento.
Temi in discussione: abusi, comunicazione e prevenzione
Nei giorni del corso, i partecipanti stanno affrontando una serie di argomenti di grande rilevanza, quali la problematica degli abusi nella Chiesa dell’America Latina, il valore della comunicazione all’interno delle istituzioni ecclesiali, e i fondamenti della prevenzione degli abusi. Al centro delle discussioni c’è la necessità di stabilire un quadro normativo chiaro che consenta alle autorità ecclesiali di operare efficacemente nella tutela dei minori.
I relatori del corso illustreranno anche le strategie di rischio e le tecniche di salvaguardia specifiche per la Caritas, favorendo un dialogo aperto tra i rappresentanti delle varie nazioni. Aggregando le esperienze di ciascun Paese, l’obiettivo è elaborare idee pratiche e soluzioni fattibili per migliorare la sicurezza negli ambienti ecclesiali. È un’opportunità per creare una rete di sostegno reciproco tra le diverse Caritas regionali che possano condividere pratiche efficaci.
Iniziative attuate: campagne e politiche di protezione
Ana Mercedes Arias Pimentel, parte del Coordinamento del Segretariato regionale della Caritas America Latina e Caraibi, ha evidenziato come il corso si proponga di sviluppare nuove strategie per rispondere efficacemente agli abusi. L’ente ha recentemente lanciato la campagna “I am commitment”, finalizzata a rafforzare la cultura della protezione in tutte le organizzazioni. Questa iniziativa si inserisce in un contesto più ampio, dove si è formato un team di esperti provenienti dalle 22 Caritas nazionali per lavorare insieme sulla prevenzione e sicurezza.
Nelle parole di Pimentel emerge l’importanza di avere politiche robuste e chiare per garantire ambienti sani e rispettosi. È imprescindibile che ogni gruppo ecclesiale riconosca il suo dovere nei confronti dei minori e delle persone vulnerabili, e questo corso rappresenta un passo significativo verso una maggiore consapevolezza e attuazione di misure protettive.
Riflessioni sul contesto sociale: la realtà in Ecuador e l’impegno della Chiesa
Monsignor Antonio Crameri, vescovo del Vicariato apostolico di Esmeraldas in Ecuador, ha portato un contributo significativo, richiamando l’attenzione sulla complessa situazione sociale e politica del suo Paese. Crameri ha descritto come l’eccezionale uscita dalla violenza non corrisponda alla realtà, segnalando che le tensioni sociali e le disuguaglianze persistono. Questo richiede alla Chiesa di svolgere un ruolo attivo e responsabile nel curare le ferite della comunità ecuadoriana.
Secondo il vescovo, la Chiesa si propone di essere un faro di speranza, promuovendo iniziative che possano alleviare la sofferenza con cui quotidianamente le persone devono confrontarsi. Con le elezioni alle porte, la sua attenzione è rivolta al futuro, ma anche alla necessità di mantenere viva la consapevolezza riguardo ai problemi fondamentali che affliggono il Paese. Crameri si mostra fiducioso, confidando nell’intervento divino e nel potere collettivo della comunità ecclesiale per affrontare queste sfide.
Ultimo aggiornamento il 15 Gennaio 2025 da Armando Proietti