Dopo sette mesi di interventi di restauro finanziati dai fondi del PNRR-Caput Mundi, Roma ha finalmente riaperto alcuni dei suoi tesori architettonici più significativi: le fontane di piazza del Pantheon e le laterali di piazza Navona, tra cui quella di Nettuno e quella del Moro, opere di Giacomo Della Porta. Il sindaco Roberto Gualtieri e altri rappresentanti della giunta capitolina hanno presenziato all’inaugurazione, celebrando il rilancio di queste icone della città eterna.
Il lavoro di restauro
Durante la cerimonia, il sovrintendente Claudio Parisi Presicce ha illustrato il complesso processo di recupero. Ogni parte delle fontane, composte da vari materiali, ha richiesto un intervento mirato, a causa della differente reazione agli agenti atmosferici e alle infiltrazioni d’acqua. La delicatezza del lavoro è ulteriormente amplificata dall’importanza storica delle fontane, che non solo abbelliscono il contesto urbano ma rappresentano anche importanti opere d’arte. La fontana del Pantheon, ad esempio, risale al 1575, quando venne realizzata in seguito al restauro dell’Acquedotto Vergine, essenziale per offrire l’acqua alla città.
La fontana del Moro di piazza Navona, d’altra parte, è il risultato di una evoluzione stilistica che si è protratta per tre secoli. La prima fase del suo sviluppo ha visto la creazione della vasca in marmo nel XVI secolo, seguita da un completamento architettonico nel XVII secolo a opera di Gian Lorenzo Bernini. Bernini arricchì l’opera con la sua caratteristica figura del Moro, un lavoro che ha suscitato notevole curiosità per i feautres artistici e storici implicati nell’opera.
Storia delle fontane e del loro significato
La scelta di restaurare le fontane di Roma non è casuale. Queste opere non solo abbelliscono le piazze, ma raccontano anche la storia della città attraverso i secoli. La fontana del Nettuno, progettata da Della Porta, ha visto il suo completamento ornamentale solo nel 1873, segnando un elemento di grande rilevanza per i romani. Fino ad allora, era rimasta priva di decorazioni, simboleggiando il processo di evoluzione e coscienza storica dei romani nei confronti del loro patrimonio.
Le fontane non sono solo strumenti di bellezza e decorazione, ma rappresentano anche simboli di identità culturale romana. I cittadini vedono le fontane come testimonial della loro eredità storica e artistica. Incamminarsi per le piazze di Roma e ammirare le fontane significa immergersi in un percorso che attraversa i secoli, da quando Giacomo Della Porta fu incaricato di progettare opere che avrebbero cementato il legame tra arte e vita quotidiana.
Il rilancio dell’identità architettonica di Roma
Con il restauro di queste fontane, Roma non solo riacquista il suo splendore visivo, ma rafforza la propria identità culturale. L’inaugurazione dei lavori è stata seguita con entusiasmo, evidenziando anche l’importanza di tali interventi per la comunità. La riapertura delle fontane rappresenta un simbolo di rinascita per il tessuto urbano della capitale. L’assessore Massimiliano Smeriglio ha sottolineato come il restauro, che ha richiesto un investimento di oltre 11 milioni di euro, segni l’inizio di una nuova epoca per la gestione e preservazione del patrimonio artistico e architettonico.
Questo intervento è solo il primo passo nel piano più ampio di riqualificazione delle fontane romane. Le aspettative restano alte, con il sindaco Gualtieri che ha annunciato che la fontana dei Fiumi, realizzata da Bernini, aprirà entro il 20 dicembre. Un segnale di continuità verso la valorizzazione delle bellezze storiche della città. La passione per il patrimonio artistico di Roma rinvigorisce una comunità già da tempo affezionata ai propri simboli, in attesa di nuovi oggetti di richiamo e attrazione turistica.
Ultimo aggiornamento il 27 Novembre 2024 da Elisabetta Cina