A Torino, le operazioni delle forze dell’ordine si intensificano sul fronte del contrasto allo spaccio di droga. Alle prime ore di oggi, la polizia di Stato ha dato il via a tre perquisizioni a carico di tre individui legati a movimenti di estrema destra, accusati di aver condotto ronde per allontanare presunti spacciatori. Gli agenti hanno agito su disposizione della procura torinese, tifando il punto su un fenomeno che desta allerta sociale e preoccupazioni circa la legalità e la sicurezza.
Le indagini sulle ronde
Attività illecita e usurpazione di funzioni pubbliche
I tre uomini coinvolti nelle indagini sono accusati di usurpazione di funzioni pubbliche. Attraverso la creazione e la diffusione di video sui social media, in particolare TikTok, i sospettati avrebbero pubblicizzato le loro attività di pattugliamento nei quartieri torinesi, come Barriera di Milano, Aurora e Vanchiglia. Tali iniziative non solo avrebbero sollevato interrogativi sulla sicurezza in queste aree, ma avrebbero anche suscitato preoccupazioni sulla possibilità di abusi da parte di cittadini non autorizzati a esercitare funzioni di ordine pubblico.
Le indagini, condotte dalla Digos, hanno permesso di raccogliere prove tangibili delle attività svolte dai tre indagati, tra cui la documentazione di abbigliamenti specifici utilizzati durante le ronde. Questi oggetti rappresentano la volontà degli indagati di atteggiarsi a protagonisti di una sorta di vigilanza popolare, pur senza alcun riconoscimento ufficiale da parte delle istituzioni.
Sequestro di materiale pericoloso
Durante le perquisizioni, gli agenti hanno sequestrato un ampio arsenale di oggetti potenzialmente pericolosi, tra cui un tirapugni e una pistola a salve, munita di proiettili. Sono stati trovati anche dispositivi tecnologici che potrebbero contenere ulteriori prove utili per le indagini. Questo repertorio di materiale non solo evidenzia la serietà delle intenzioni di queste persone, ma rinforza anche il quadro accusatorio nei loro confronti. La Digos sta ora analizzando con attenzione questo materiale per determinare la portata effettiva delle attività illecite svolte.
Il profilo di Franco Masciandaro
Attivismo e polemiche
Uno dei tre indagati, Franco Masciandaro, noto come “Frank Mascia“, ha attirato l’attenzione pubblica non solo per il suo coinvolgimento nelle ronde, ma anche per il suo essere un ostinato attivista di destra. Classe 1981, Masciandaro ha cercato di posizionarsi come una figura di riferimento all’interno dei movimenti nazionalisti, anche attraverso candidature politiche, come quella alle ultime elezioni comunali di Settimo Torinese. Tuttavia, la sua corsa si è conclusa con un risultato deludente, conquistando solo 14 voti.
In passato, si era reso protagonista di episodi controversi, come l’esecuzione del saluto romano e la pubblicazione di video in cui invitava a un “raduno di camerati”. Tali atti gli sono stati costati l’allontanamento dal partito della Lega, che ha preso le distanze dai suoi comportamenti e dalle sue affermazioni.
Ronde notturne e polemiche con la legge
Nonostante le polemiche e il distacco politico, Masciandaro ha continuato a condurre attività di ronda notturna, presentandosi come un patriota impegnato nella difesa di valori tradizionali. Tuttavia, il confine tra la difesa di un’idea e la violazione della legge sembra sfumare nel suo operato. L’episodio del 29 luglio, in cui un gruppo di individui armati ha aggredito presunti spacciatori lasciando un ferito grave, ha accresciuto la pressione delle autorità sulla personalità di Masciandaro, che ha negato ogni coinvolgimento.
Da TikTok alle aule dei tribunali
Masciandaro ha trovato terreno fertile per le sue idee anche sui social media, dove ha condiviso numerosi video delle ronde, alimentando dibattiti e polemiche. Tra i contenuti postati, uno ha catturato l’attenzione della Digos: un filmato in cui, insieme a due uomini, intimava a dei presunti spacciatori di svuotare le tasche e abbandonare il luogo, con l’annuncio di un’imminente pattuglia di polizia in arrivo. L’oscuro confine tra attività di sorveglianza e atti di intimidazione è al centro delle indagini e delle riflessioni su un fenomeno che potrebbe aggravare la situazione di disagio vissuta in alcune zone della città.
L’intervento delle forze di polizia rappresenta un passo significativo nel contrasto a tali fenomeni e una chiara affermazione della legalità. Gli sviluppi futuri di questo caso potrebbero aprire a considerazioni più ampie riguardo al crescente attivismo di gruppi non riconosciuti nello spazio pubblico e alle dinamiche della sicurezza urbana.