La cerimonia di varo del Dragon Boat “Circe” a Sabaudia rappresenta un momento di grande significato per la comunità e per le donne che hanno affrontato il tumore al seno. Organizzato dalla LILT – Lega Italiana Lotta contro i Tumori in collaborazione con A.S.D. The Core Canottaggio, l’evento ha trovato ospitalità presso il bel lago di Paola, un luogo simbolo di rinascita e condivisione. La nuova imbarcazione sarà utilizzata per favorire la riabilitazione fisica e psicologica delle donne operate, fornendo un’importante opportunità di recupero e socializzazione.
La storia del Dragon Boat e le sue origini
Un’idea innovativa per la riabilitazione
La pratica del Dragon Boat dedicata alle donne operate di tumore al seno ha origini negli Stati Uniti e risale al 1996, grazie all’iniziativa del Dr. Don McKenzie. Questo medico ha compreso i benefici dell’attività fisica nel processo di recupero post-operatorio, dando vita a un movimento che ha saputo diffondersi nel mondo intero. La LILT di Latina ha accolto questa proposta oltre 30 anni fa, fondando il gruppo “Donna Più LILT Latina” e introducendo la disciplina nel 2010, integrandola così nei servizi di assistenza e ambulatoriali.
Il Dragon Boat non è solo uno sport; è un’opportunità di rinascita per molte donne. L’imbarcazione che è stata presentata, lunga oltre 12 metri, è decorata con simboli di forza e determinazione, come la testa e la coda di drago. Questa nuova risorsa arricchisce l’offerta di attività finalizzate alla riabilitazione psico-fisica e aiuta a prevenire problemi come il linfedema, un rischio comune per chi ha subito interventi chirurgici.
I benefici della pratica sportiva
La partecipazione al Dragon Boat permette infatti di lavorare sulla muscolatura delle braccia, indispensabile per il ripristino delle funzionalità motorie. I movimenti ritmici della pagaia, oltre a migliorare la forza fisica, sono indice di un lavoro di gruppo che inferisce positivamente anche sul benessere mentale. Pagaiare insieme diventa non solo un gesto atletico, ma un atto di solidarietà, sostegno e affermazione di vita.
La cerimonia di varo: un momento di comunità
La benedizione del dragone
La cerimonia di varo del Dragon Boat si è aperta con un rito tradizionale, la benedizione dell’imbarcazione condotta dal parroco di Sabaudia, Don Massimo Castagna. Questa fase ha avuto un valore simbolico, sottolineando l’importanza del supporto spirituale e comunitario per le donne che affrontano il percorso di riabilitazione. È stato un momento di forte emozione, che ha consolidato il legame tra le partecipanti e la comunità locale.
La Presidente della LILT Latina, Nicoletta D’Erme, ha dato il suo saluto, sottolineando quanto sia fondamentale promuovere attività fisiche come strumento di prevenzione e cura. Dall’altra parte, Francesca Zito, Presidente di A.S.D. The Core, ha condiviso il suo orgoglio nell’accogliere questa iniziativa, evidenziando l’importanza della positività e del supporto reciproco tra le donne che praticano questo sport.
La voce della politica e della medicina
Nonostante l’assenza del Sindaco di * Latina, *Dott.ssa Matilde Celentano, la consigliera Simona Mulè ha letto un messaggio di saluto del primo cittadino, in cui si sottolineava la valenza delle iniziative della LILT e il ruolo cruciale della riabilitazione psico-fisica nella vita delle donne operate. Questo intervento ha messo in luce non solo il supporto istituzionale, ma anche l’importanza di trasmettere un messaggio di speranza e resilienza.
Altri interventi significativi sono stati quelli della Dott.ssa Federica Martella, Dirigente UOSD Fisiatria ASL Latina, e di Annamaria Maracchioni, Assessore alla Sanità del Comune di Sabaudia, che ha anticipato l’organizzazione dell’OTTOBRE ROSA, un mese dedicato dalla LILT alla prevenzione dei tumori al seno. Commenti e parole di incoraggiamento sono giunti da tutti i partecipanti, confermando l’importanza di queste iniziative.
Storie di rinascita: le testimonianze delle dragonesse
Le parole delle protagoniste
Al termine della cerimonia si sono susseguite le testimonianze toccanti delle donne che fanno parte del gruppo Dragon Boat. Ognuna ha condiviso un racconto personale legato alla malattia e alla scelta di praticare questo sport. La volontà di superare la solitudine, il desiderio di riacquistare forza e la ricerca di una nuova normalità sono stati i temi comuni nelle loro parole.
Le esperienze condivise, come quella di chi, dopo un’operazione, ha trovato conforto e supporto nella squadra, hanno reso evidente l’aspetto comunitario e terapeutico del Dragon Boat. Per molte, l’attività fisica rappresenta un mezzo per affrontare la malattia, una via per ricostruire legami sociali e un modo per sentirsi vive e in forma.
Un viaggio di recupero collettivo
In particolare, le dragonesse hanno parlato del potere del gruppo, della forza del sostegno reciproco e del legame che si crea tra le compagne di avventura. L’incontro sul lago diventa un momento di confronto e condivisione, un modo per esprimere le emozioni, raccontare le storie di lotta e resilienza, e celebrare ogni piccolo traguardo raggiunto.
La cerimonia si è infine chiusa con un giro simbolico sul lago, in cui le imbarcazioni sono state disposte a ventaglio per la tradizionale cerimonia dei fiori, un omaggio a tutte le donne che non ce l’hanno fatta nella loro battaglia contro la malattia. Un gesto semplice ma carico di significato, che ha reso questa giornata indimenticabile e piena di speranza per un futuro migliore.