Salute mentale nelle Marche: gravi inadempienze della Giunta Acquaroli, denuncia il PD

Salute mentale nelle Marche: gravi inadempienze della Giunta Acquaroli, denuncia il PD

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Salute mentale nelle Marche: gravi inadempienze della Giunta Acquaroli, denuncia il PD - Gaeta.it

Il tema della salute mentale nelle Marche continua a sollevare preoccupazioni, soprattutto a seguito della denuncia del consigliere regionale del Partito Democratico, Antonio Mastrovincenzo. A distanza di quasi tre anni dall’approvazione di un’importante Risoluzione e di un piano sociosanitario rimasto inattuato, i problemi nel settore sono ancora irrisolti. L’assistenza per la salute mentale, in particolare per i minori, risulta insufficiente, evidenziando una grave mancanza di risposta da parte della Giunta locale.

La situazione attuale della salute mentale nelle Marche

Un panorama preoccupante

In base ai dati disponibili, si stima che nelle Marche ci siano circa 30.000 persone in trattamento per problematiche legate alla salute mentale. Tuttavia, la capacità del sistema di affrontare questa emergenza è sempre più compromessa. Gli specialisti e i servizi territoriali si trovano in difficoltà nel gestire le crescenti richieste, con liste di attesa che raggiungono centinaia di giovani in attesa di assistenza. Solo due strutture residenziali private sono attualmente accreditate per questo tipo di intervento.

La mancanza di strutture adeguate si traduce in un’accessibilità limitata alle cure necessarie, rendendo la situazione di salute mentale un tema di fondamentale importanza per il benessere della popolazione marchigiana. La Giunta regionale, secondo Mastrovincenzo, non ha preso in seria considerazione queste criticità, continuando a dimostrarsi indifferente di fronte a bisogni così urgenti.

Le promesse disattese della Giunta Acquaroli

Nel dicembre 2021, l’Assemblea Legislativa delle Marche approvò all’unanimità una Risoluzione con l’obiettivo di attivare una serie di interventi specifici in favore della salute mentale. Tra i punti principali, vi era l’impegno a istituire equipe territoriali per la presa in carico di giovani tra i 16 e i 25 anni, oltre all’implementazione di centri diurni dedicati in ogni Centro di Salute Mentale. Tuttavia, la realizzazione di tali promesse è rimasta lettera morta.

La Giunta avrebbe dovuto intensificare la collaborazione con la Consulta regionale per la salute mentale, per fare un’analisi approfondita della situazione. Ciò avrebbe consentito di adeguare i servizi socio-sanitari pubblici alle nuove esigenze emergenti. Ma, contrariamente alle attese, la Consulta ha operato in modo limitato: si è riunita solo due volte e non sono state realizzate neppure le conferenze provinciali programmate.

Il futuro della salute mentale nelle Marche

Prospettive di finanziamento e investimenti nel settore

Uno dei punti critici sottolineati riguarda la spesa destinata alla salute mentale nelle Marche, che attualmente risulta inferiore alla media nazionale, assestandosi al 3,5% del Fondo Sanitario Regionale. L’Assessore regionale Saltamartini aveva promesso un aumento graduale della spesa nel triennio 2023-2025, con l’obiettivo di arrivare al 5%. Tuttavia, senza un piano ben definito e step concreti, queste promesse rischiano di rimanere per l’ennesima volta solo buone intenzioni.

L’importanza dell’azione politica

Il caso attuale della salute mentale nelle Marche mette in luce l’importanza di un’azione politica efficace e tempestiva. La salute mentale non può più essere trascurata, soprattutto in un contesto sociale che richiede interventi concreti per sostenere le fasce più vulnerabili. Il compito delle istituzioni è quello di garantire un supporto adeguato, creando un ambiente propizio per la riabilitazione e la crescita dei giovani in difficoltà.

Il rilancio della salute mentale deve diventare una priorità per la Giunta Acquaroli, che si trova ora di fronte a una sfida significativa: rispondere ai bisogni reali dei cittadini e garantire il diritto alla salute mentale. La diagnosi di inadeguatezza sollevata dal consigliere Mastrovincenzo deve servire da campanello d’allerta, spingendo le autorità ad un’azione risoluta e a un’incessante vigilanza sulle politiche di intervento e cura.

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